di Emanuela Alvaro (ph. Enzo Lacopo)
LOCRI – E’ il presidente del Consiglio regionale calabrese, Nicola Irto, ad avviare la solenne celebrazione che lo stesso Consiglio regionale ha voluto per la commemorazione del decimo anniversario dell’uccisione di Francesco Fortugno, ospitati nella sala delle adunanze del Comune di Locri. Il presidente Irto, alla presenza della famiglia, delle istituzioni politiche, religiose e militari, ha ricordato cosa accadde quel giorno, “un disegno delittuoso organizzato con meticolosa crudeltà” che, inevitabilmente, minò un equilibrio territoriale già precario, aggravato, se non fosse bastato, dalle tante promesse che di fatto non ebbero alcun esito positivo. Ma non solo, il presidente Irto e gli altri consiglieri hanno posto l’accento sul vero motivo e sull’importanza della presenza del Consiglio regionale a Locri.
“Attenzione istituzionale della Regione per il territorio, perché i cittadini della Locride hanno diritto alla sostanza e non alla forma. La sfida che la nostra Regione dovrà affrontare è la lotta alla criminalità, investire sulla sicurezza e sul territorio per garantire un solido cambiamento. Da qui oggi un patto per la Locride per iniziare a scrivere il futuro”.
Sulla stessa linea gli interventi dei consiglieri Ielacqua, Esposito, Cannizzaro, Arruzzolo, Zavettieri e Graziano ed anche di ex consiglieri regionali come Giamborrino e Priolo.
Atteso l’intervento del primo cittadino di Locri, Giovanni Calabrese, all’indomani della manifestazione per la salvaguardia dell’ospedale, nel corso della quale forte è stato lo scontro con l’assessore regionale, Federica Roccisano.
“Oggi per Locri è una giornata di ricordo di una persona per bene. Un’uccisione che ha segnato in maniera indelebile i cittadini della Locride. Tragedia per un intero territorio che si è scontrato con impegni disattesi per responsabilità diffuse. Territorio che invoca troppo spesso l’aiuto della politica senza ottenerlo. Oggi qui – ha affermato il sindaco Calabrese – formalizzo le mie scuse all’assessore Roccisano, sottolineando che spesso si parla con veemenza per rabbia verso una situazione e non verso qualcuno. Noi non possiamo fare a meno di un presidio di qualità, il popolo della Locride deve essere aiutato e lo dico da politico, ma prima di tutto da cittadino. È chiaro che la ndrangheta deve essere annientata, ma è altrettanto chiaro che il 95% della gente di questo territorio è per bene”. A conclusione dell’intervento Calabrese ha raggiunto l’assessore Roccisano per una stretta di mano pacificatrice.
Una “tregua” durata poco, il tempo di qualche altro intervento fino a che la parola è stata data al consigliere Sebi Romeo, il quale, dopo aver ricordato come la presenza del Consiglio regionale a Locri và oltre un rituale o una semplice formalità e chiesto che la verità sull’omicidio di Franco Fortugno venga garantita in modo totale, non accontentandosi di risultati se pur importanti, che non dicono tutto, ha riportato l’attenzione sullo scontro tra il sindaco Calabrese e l’assessore Roccisano. “Nella manifestazione di sabato scorso è stato impedito ad un assessore di parlare. Di fronte a comportamenti indegni delle istituzioni io ringrazio quanti si sono dissociati. Questo ce lo dobbiamo dire uscendo dall’ipocrisia per superare tutto, perché determinate istituzioni non possono fare la parte di Genny a’ Carogna”.
Frase questa che ha fatto scattare il sindaco Calabrese il quale, alzandosi e avvicinandosi alla famiglia Laganà, salutandoli stava per lasciare la sala dell’assise comunale, per poi decidere di rimanere.
La commemorazione si è conclusa, dopo l’intervento dell’ex governatore Agazio Loiero, che ha ricordato quel giorno, e tutto ciò che accadde da quel momento, ma soprattutto la percezione della Calabria nel resto della Nazione, con gli interventi dell’attuale governatore, Mario Olivero, l’unico che è riuscito a sciogliere la tensione createsi nella sala consigliare dopo l’intervento di Romeo e della moglie di Franco Fortugno, Maria Grazia Laganà.
“La presenza qui a Locri del Consiglio regionale ha un peso, l’uccisione di Franco Fortugno non può essere messa tra parentesi. Dobbiamo lavorare per abbattere stereotipi negativi che demoralizzano questa terra, ricordando come, malgrado gli interessi planetari della ndrangheta il territorio sconta un’ipoteca pesantissima, con questa proiezione perenne di un’immagine negativa. Su questo dobbiamo lavorare molto – ha affermato il governatore Oliverio – riconquistando una credibilità dall’interno per fare crescere una cultura della legalità, ognuno impegnandosi a confermare un quadro di regole e di legalità. Su questo le istituzioni devono alimentare il confronto eliminando le zone grigie e le ambiguità. La Locride avrà attenzione massima, incontreremo i sindaci per accendere subito i motori dell’azione in funzione della programmazione 2014/2020. Da cinque anni – ha continuato parlando di sanità – dal maledetto giorno in cui è stato chiesto il commissariamento della sanità, gli ospedali sono stati progressivamente depauperati, con un trend negativo. Io lo dico e nessuno mi metterà il bavaglio! Non sollevo il problema per fare polemica, ma per dare voce alla Regione. Rispetto la manifestazione dell’altro giorno, tutti noi abbiamo il dovere di raccogliere quella domanda e mantenere unite le popolazioni e io ho apprezzato le scuse del sindaco di Locri all’assessore Roccisano, ricordandovi che la Regione è un’alleata dei territori”.
Maria Grazia Laganà prendendo al parola, ringraziando tutti per la presenza e il sostegno in questi dieci lunghi anni, ha parlato di un momento di ricordo ma anche di valutazione. “Ripudiamo ogni ipocrisia e andiamo avanti senza la necessità di ricette miracolistiche, ma grazie alla meritocrazia e il rispetto delle regole. Chi ha colpito Franco ha inteso colpire la politica le istituzioni, una sfida che non possiamo non raccogliere”.