di Maria Carmela Lanzetta*
MONASTERACE – E’ con profonda emozione che ho vissuto la visita a Casal di Principe, invitata dal Sindaco Renato Natale, per la mostra La luce vince l’ombra. Gli Uffizi a Casal di Principe, a cura di Antonio Natali e Fabrizio Vona con Marta Onali; con opere di Luca Giordano, Artemisia Gentileschi,
Mattia Preti e Giovan Battista Caracciolo, opere provenienti dagli Uffizi di Firenze, il Museo di
Capodimonte, la Reggia di Caserta e dalla collezione Terrae Motus di Lucio Amelio. Ma anche
un’opera di Andy Warhol sul terremoto dell’Irpinia del 1980. Una mostra allestita nella Casa don
Peppe Diana, un edificio confiscato ( “liberato”, ci tiene a sottolineare il Sindaco) che
rappresenta il simbolo di un nuovo rinascimento anche a Casal di Principe.
Il mio rapporto con Casal di Principe nasce durante il periodo del mio Ministero quando, dopo l’elezione del Sindaco Renato Natale, già attivissimo animatore di iniziative anticamorra, insieme a don Peppe Diana, sulla base della mia idea che i ministeri devono andare verso i territori e non solo viceversa. Telefonai al Sindaco per dirgli che il Ministero Affari Regionali metteva a disposizione le sue competenze per fornire al Comune le collaborazioni necessarie a superare le difficoltà amministrative che erano tante. Superato il primo momento di sorpresa da parte del Sindaco, dotato di grande, instancabile e simpatico sense of humour, l’iniziativa si concluse con la firma per un protocollo d’intesa per affrontare in maniera congiunta varie problematiche che assillano il paese. In particolare Il Ministero Affari Regionali avrebbe favorito l’introduzione di forme di due diligence sulla gestione finanziaria del Comune con un progetto pilota da estendere anche ad altre amministrazioni; individuando, con il coinvolgimento del Ministero della Pubblica Istruzione, con Invitalia e il FORMEZ soluzioni condivise in tema con la promozione di iniziative volte a diffondere sul territorio la cultura della legalità e delle istituzioni. Il Formez si sarebbe impegnato a portare avanti azioni di formazione in tema di valorizzazione dei beni patrimoniali, trasparenza e anticorruzione, assistenza tecnica per l’attivazione di tirocini formativi, attraverso progetti da sottoporre alla Regione Campania nell’ambito del programma Garanzia Giovani. Invitalia invece avrebbe promosso l’utilizzo delle agevolazioni per la nuova occupazione e lo sviluppo d’impresa, oltre che per un uso più efficace dei beni confiscati alla criminalità.
Alcuni risultati sono stati raggiunti, ma poi non ho avuto modo di seguire personalmente l’iter del protocollo d’intesa. Ma, come mi diceva il Sindaco Natale, dopo le mie dimissioni, tutto è andato più a rilento. Comunque, grazie alle Associazioni Centro Studi Sociali contro le mafie Progetto San Francesco e First Social Life, è partita l’ iniziativa della mostra che, come ha dichiarato Roberto Saviano- “non è tanto la mostra in se, che molti casalesi avevano avuto modo di ammirare a Napoli o a Firenze, quanto che la luce squarcia il buio proprio a Casal di Principe, che cioè proprio a questo luogo venga riconosciuta la dignità di ospitare una mostra sul seicento napoletano. E’ questa la nuova Luce….Per troppi anni i soli protagonisti e il marchio del casertano sono stati l’abuso edilizio, i rifiuti, lo stupro del territorio. La luce vince l’ombra va in senso contrario.”.
Il “senso contrario” lo vedi soprattutto in quella che è stata l’organizzazione che ha anticipato e acceso la nuova luce. Significa soprattutto i 100 volontari che svolgono il ruolo di guide e si occupano dell’accoglienza, volontari “Ambasciatori della Rinascita” formati con un corso a loro dedicato per conoscere l’Arte e comprendere anche quale forza socio-culturale può sprigionare per lottare contro la Bruttezza causata dalle mafie, dalla cattiva amministrazione, dalla corruzione, dalla speculazione edilizia e del territorio e dalla mancanza di senso civico.
La collaborazione con gli Uffizi non è stata solo un caso, ma l’occasione per ricordare alle giovani generazioni la devastazione subita da molte opere collocate nella storica Galleria a causa della bomba collocata dalla mafia in via dei Georgofili nel 1993. Due opere sono state infatti esposte a Casal di Principe: la prima, il Concerto di Bartolomei Manfredi, che apre la mostra, è stata parzialmente ricomposta con alcuni brani di pittura; della seconda, Una luce nuova. L’Adorazione dei pastori di Gherardo delle notti, totalmente distrutta, abbiamo visto il parziale recupero attraverso una videoinstallazione.
La casa confiscata dove si svolge la mostra a Casal di Principe è situata in periferia, circondata da un grande muro di cinta, come tante altre ville, e tantissime altre case incomplete, come se ne vedevano anche in Calabria tra gli anni ‘70-‘80.
Ma l’atmosfera del luogo è cambiata da quando è iniziata la mostra, il 10 giugno, con termine il 21 ottobre, ma prorogata fino a dicembre per il successo ottenuto e per permettere la visita guidata a tutte le scuole. Arrivano le comitive con i pullmann ed è grande la partecipazione emotiva con i ragazzi volontari che accolgono i visitatori, perché in quel momento stiamo partecipando si ad una visita culturale, ma soprattutto vogliamo dimostrare la nostra vicinanza alla Città campana, presente alla mostra con il Sindaco e due Assessori donne.
Il mio gruppo ha avuto come guida un ragazzo di 15 anni: bravissimo, che poi ci ha anche fatto visitare i laboratori frequentati dopo la mostra dai ragazzi delle scuole medie per giocare con l’Arte che avevano appena visitato.
Dal sindaco ho ricevuto una targa ricordo dove è scritto: “alla migliore amica di Casal di Principe”.
Grazie amici per la vostra accoglienza e buona fortuna per la rinascita di vostra(nostra) Città.
Ps. Colgo l’occasione per fare un plauso e ringraziare il FAI per l’attività di conoscenza che porta avanti ogni anno per far conoscere il nostro patrimonio culturale coinvolgendo come guide i giovani della scuole. E’ una scelta molto felice ed efficace per far diventare i nostri giovani protagonisti dell’Arte italiana e non passivi spettatori.
Un ulteriore passo andrebbe compiuto per far studiare la storia dell’arte in tutte le scuole di ogni ordine e grado, per rendere edotti le giovani generazioni della nostra ricchezza culturale. Solo la vera conoscenza può consentire ai cittadini di partecipare alla tutela dei beni culturali, ai quali va attribuito soprattutto un valore identitario.
*: presidente dell’associazione “Umberto Zanotti Bianco”
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