di Antonella Scabellone
LOCRI- L’ultimo messaggio lo ha scritto alle 15,34 del 18 agosto 2014. Attraverso whats upp Mary Cirillo chiede allo psicologo che segue il marito di potergli parlare… Poco prima si era sfogata con una amica confidandole che non ce la faceva piu e che e voleva andare via… …..lontano…magari in Germania.Poi il silenzio…sul suo cellulare da quel momento solo chiamate in arrivo senza risposta, nessuna telefonata né messaggio in uscita…Le sue attività vitali vengono brutalmente stroncate subito dopo con due colpi di pistola, uno alla tempia, l’altro in bocca. Abbandonata in una pozza di sangue nel salotto di casa sua, riversa su un fianco, con accanto alcune buste contenenti indumenti per bambini, e alcuni effetti personali tra cui degli occhiali da sole. Così la ritrovano le forze dell’ordine accorse nell’appartamento quando il delitto si è già consumato. Sulla scena del crimine una serie di elementi tutti da interpretare. La chiave di casa infilata nella toppa della porte d’ingresso; una finestra aperta a pochi metri dal corpo con segni di danneggiamento. L’abitazione, subito “congelata” dai Ris, viene ispezionata palmo a palmo. Ai piedi dell’appendi abiti viene ritrovato il primo bossolo di pistola. Il secondo viene rinvenuto dopo qualche giorno sul tappeto, vicino al divano.
Ieri in aula davanti alla Corte d’Assise (presidente Fulvio Accurso) quell’agghiacciante pomeriggio del 18 agosto del 2014 è stato ricostruito con dovizie di particolari dai testimoni della pubblica accusa, alcuni Carabinieri che hanno effettuato i primi rilievi e le indagini sull’ omicidio della giovane donna di Monasterace, madre di quattro figli, barbaramente uccisa in casa sua in un caldo pomeriggio di agosto. Per quel delitto oggi c’è un solo imputato, il marito della vittima, Giuseppe Pilato. Secondo lo psicologo che lo aveva in cura l’uomo era ossessionato dalla paura di essere tradito. Gli inquirenti non hanno dubbi sulla natura passionale del delitto
La Corte in apertura ha conferito incarico peritale per la trascrizione di alcune conversazioni in carcere che Pilato avrebbe avuto con i suoi familiari dopo l’arresto. L’uomo era presente in aula come sempre, assistito dagli avvocati Mazzone, Gervasi e Marziano. Anche le parti civili, tra cui la sorella di Mary col marito, erano in udienza. Per i genitori della vittima e per i quattro figli gli avvocati Domenico Leone e Rosanna Roccisano.
La pubblica accusa nel formulare le domande si è soffermata in particolare sugli spostamenti di Pilato subito dopo l’omicidio. Le indagini, come ha chiarito il tenete colonnello Mucci rispondendo alle domande del Pm Rosanna Sgueglia, si concentrarono subito sull’uomo perché si rese irreperibile, per poi costituirsi ai Carabinieri di Roccella Jonica solo cinque giorni dopo il delitto che non è mai stato confessato. Introvabile anche l’arma.
La ricostruzione fatta dagli inquirenti vede il presunto uxoricida salire il pomeriggio del 18 agosto, in un orario compatibile con l’omicidio, sul treno Roccella -Catanzaro e scendere a Soverato, dove viene ripreso dalle telecamere della videosorveglianza e dove non sfugge all’attenzione di un capostazione che lo nota alla ricerca di 20 cent per comprare il biglietto di ritorno.
Il processo continua il 2 dicembre con altri testimoni. Numerosi si preannunciano quelli delle parti civili