di Redazione
BAGALADI – Il tema scelto per l’escursione in programma domani mattina a Bagaladi dall’associazione escursionistica “Gente in Aspromonte” è di assoluta attualità, visto che il sentiero si chiama “La valle dell’olio”, scelto, con tutta probabilità, proprio perché è tempo di raccolta delle olive.
Si tratta, come evidenziato nel programma dell’associazione, di «Un bell’itinerario adagiato ai piedi di monte Pezzi, tra la biforcazione del torrente Tuccio e l’affluente Pristeo (Pietre Bianche). Costeggiando per un tratto il torrente Pristeo, alcuni tornanti ci portano rapidamente in quota, in un ambiente molto variopinto che va dai rigogliosi uliveti della fascia collinare ai fitti boschi di castagno e faggio. Di recente è stato restaurato e recuperato il frantoio Jacopino, con macchinari originali perfettamente funzionanti. Da visitare anche il bel frantoio della famiglia Rossi».
Queste le indicazioni per prendere parte all’escursione e una dettagliata descrizione del percorso:
Come arrivare: Percorrere la statale 106 fino a Melito di Porto Salvo e da qui prendere la direzione Gambarie
Raduno alle 9,30 in piazza Pannuti di Bagaladi
Partenza ore 10,00
La Valle dell’Olio (Bagaladi)
Tempo: Ore 5.00 –
Dislivello 475 slm – 367 slm – 816 slm – 475 slm
Difficoltà E Escursionistico –
Comuni interessati: Bagaladi
Un percorso in mezzo ai secolari uliveti di Bagaladi, passando per le contrade sedi di vecchie vigne, con la presenza di palmenti, frantoi e mulini ad acqua
CENNI STORICI
Bagaladi è posto alla base di una collina costeggiata dal Torrente Tuccio ed è circondato da secolari uliveti. Le prime notizie del borgo risalgono all’anno Mille e la sua storia è legata all’Archimandritato del SS Salvatore di Messina, proprietario di buona parte del territorio. Fino alla prima metà del Cinquecento è stato sede dell’importante monastero basiliano di S. Angelo in Valletuccio. Le vicende di Bagaladi sono strettamente legate al vicino Comune di San Lorenzo da cui dipendeva amministrativamente fino alla seconda metà dell’Ottocento, quando è stato proclamato Comune.
Distrutto più volte dai terremoti, delle antiche vestigia non rimane quali nulla se non la facciata di un palazzo del 1700, il palazzo Misiano, il Palazzo Pannuti (già Asprea) e due importanti opere scultoree; il Gruppo Marmoreo dell’Annunciazione di Antonello Gagini ed un crocefisso marmoreo di scultore locale, ambedue del Cinquecento, un tempo custoditi nella chiesa della SS Annunziata, distrutta dal terremoto del 1908, ed oggi nella parrocchiale di San Teodoro.
L’economia del paese è da sempre legata all’enorme produzione olearia, e questa caratteristica, secondo alcuni storici avrebbe dato il nome al paese. Infatti, secondo una delle tesi sull’origine del toponimo sostiene che il termine Bagaladi sia nato dall’unione di due termini greci BAG (Val) ALADI (Olio) col significato di Valle dell’olio. Il paese oggi conta circa mille abitanti e l’economia ruota intorno alla produzione olearia.
DESCRIZIONE DEL SENTIERO
Dal luogo del raduno, nella centralissima piazza Pannuti, si scende, lungo il torrente Valenziana, fino alla fiumara Tuccio, di cui si percorre il greto a scendere fino all’incrocio di questa col suo affluente Pristeo. Si risale per un breve tratto il Pristeo e da questi, su una strada sterrata, in mezzo a secolari uliveti, si raggiunge la località Cuvertà, che un tempo era destinata esclusivamente a vigneto.
Dalla località Cuvertà la vista spazia su tutta la fiumara Tuccio fino alla sua foce nel Comune di Melito Porto Salvo. Dell’antica attività vitivinicola rimangono i palmenti ed i muretti dei terrazzamento. Superata la località Cuvertà inizia la discesa verso il paese, dapprima attraverso un uliveto e poi su strada sterrata fino alla località Funtaneddhi. Attraversata la ex SS 183 si continua la discesa fino alla località Don Giulio, posta sopra il paese.
Da qui si procede per un tratto sulla SS 183 fino alla località San Bruno per la visita all’antico frantoio Rossi, oramai in stato di rudere. Si procede sempre sulla ex statale 183 fino alla località San Giovanni, da cui, dopo aver superato il secondo frantoio Rossi, da una terrazza panoramica su cui è posto il Bronzo di Jerace “Madonna dell’Ulivo di Valletuccio”, si ha una visione dell’intero centro abitato di Bagaladi.
Dallo stesso punto è possibile vedere il mulino Rossi, oggi abbandonato, ma oggetto di un intervento di restauro, che ha la caratteristica di essere il mulino più alto esistente in Calabria con una saetta alta 20 mt.
Dal belvedere di San Giovanni, percorrendo un breve sentiero si scende nel torrente Zervo, che attraversa il centro abitato e lo si percorre fino al Frantoio Jacopino. Questo opificio, oggi di proprietà del Parco Nazionale d’Aspromonte è sede del Cento Visita del Parco e del Museo dell’Olio. Dopo la visita guidata al Museo dell’Olio si risale il Torrente fino alla Piazza Pannuti, ritornando al punto di partenza.