di Comune di Roccella Ionica
La lettera al Prefetto di tre consiglieri comunali dell’opposizione (a cui si è aggiunto il consigliere cosiddetto “indipendente” Gabriele Alvaro) merita una risposta risolutiva. Non contenti infatti della bella figura rimediata nell’ultimo Consiglio Comunale (dove sono rimasti schiacciati non dai numeri ma dalle argomentazioni della maggioranza) i quattro firmatari ripetono per l’ennesima volta la solita litania: “Il Comune di Roccella non può acquisire la maggioranza della società “Porto delle Grazie” e anzi deve dismettere la quota del 20% che già possiede. Ci sono infatti leggi, regolamenti, articoli e commi che lo impongono in maniera assoluta”.
Poiché non c’è nessuno più sordo di chi non vuol sentire, non intendiamo minimamente seguire i quattro su questo terreno né ribadire anche noi per l’ennesima volta l’infondatezza delle loro tesi. Diciamo semplicemente che sulle questioni di natura giuridica non decidono né i consiglieri comunali, né i parlamentari, né gli avvocati e meno che mai i blogger: decidono solo i giudici. Tanto più che, per quanto riguarda il nostro caso, i giudici ne sono stati già investiti, attraverso il ricorso presentato al TAR del Lazio dalla società Nautic Service di Mauro Mandarano. D’ora in poi quindi non perderemo più tempo con le polemiche giuridiche ed aspetteremo serenamente che si pronuncino i magistrati in via definitiva.
Ma accanto agli aspetti giuridici di questa vicenda ci sono quelli politici che sono altrettanto o addirittura più importanti. Vogliamo al proposito porre una domanda: perché al Prefetto non è stato mandato, accanto alle interrogazioni parlamentari, anche il ricorso della Nautic Service presentato negli stessi giorni, con le stesse argomentazioni e quasi con le stesse parole delle due interrogazioni? Per una semplice dimenticanza? Sicuramente no: non è stato mandato per evitare che quella che viene presentata come una semplice controversia giuridica appaia per quello che veramente è, ossia una vera e propria operazione politica. Un’operazione politica che oltre ai politici coinvolge a pieno titolo anche un operatore privato (peraltro capofila a suo tempo della cordata che contese alla “Porto delle Grazie srl” la concessione del porto) e che apertamente mira ad estromettere completamente il Comune dalla gestione del porto sostituendolo con dei privati. Su chi sia il regista dell’operazione ognuno è libero di pensare quello che vuole.
Vogliamo chiarire subito un punto: il Comune di Roccella non ha nulla contro i privati, tanto è vero che della società “Porto delle Grazie” fanno parte anche due noti imprenditori locali. Ma ci sono privati e privati, ossia imprenditori onesti e imprenditori direttamente mafiosi o prestanome della mafia. Per quanto riguarda i primi, il Comune fa e farà sempre di tutto per dare loro una mano; per quanto riguarda i secondi, fa e farà sempre di tutto per combatterli ed in particolare per impedire che possano mettere le mani sul porto di Roccella. Siamo sicuri che su questo la stragrande maggioranza dei cittadini roccellesi è pienamente d’accordo con noi.
C’è un altro punto che va debitamente evidenziato: il Comune di Roccella non ha mai mirato, in linea di principio, ad avere la maggioranza della “Porto delle Grazie”. Avremmo potuto averla infatti quando abbiamo concluso l’accordo con Italia Navigando ed invece abbiamo chiesto solo il 20%, dando il 51% a quest’ultima società, con la quale saremmo stati lieti di continuare a lavorare insieme ancora per molti anni.
Purtroppo Italia Navigando è stata liquidata dal Governo nell’autunno dell’anno passato e ha dovuto mettere in vendita tutte le partecipazioni che aveva in diversi porti italiani. Prevedendo già molti mesi prima quello che sarebbe potuto accadere, il Comune inserì nell’atto di concessione alla “Porto delle Grazie”, del maggio 2014, la clausola per cui il 51% del capitale della società doveva restare in mano pubblica. Lo scopo della clausola era del tutto evidente: evitare che, nel caso venisse messa sul mercato la quota di Italia Navigando, essa potesse essere acquistata da qualche imprenditore mafioso capace di fare l’offerta più alta. Nasce in questo contesto la decisione, praticamente obbligata, del Comune di concorrere all’acquisto del 31% del capitale della “Porto delle Grazie” che, aggiunto al 20% già in nostro possesso, ci avrebbe assicurato la maggioranza della società, scongiurando il pericolo che avevamo paventato.
Che questo pericolo non fosse solo teorico risulta dal coinvolgimento in un’indagine della DDA di Reggio Calabria di una delle società facenti parte, a suo tempo, della cordata capitanata da Nautic Service di cui si è parlato in precedenza. Auspichiamo sinceramente che la vicenda giudiziaria di quella società si concluda positivamente per gli interessati i quali, secondo la legge, devono essere ritenuti innocenti fino alla sentenza definitiva. Ma l’episodio è servito a renderci ancora più consapevoli del rischio di possibili infiltrazioni mafiose nel porto inducendoci ad inserire nell’atto di concessione la clausola di cui sopra.
Se l’opposizione nel Consiglio Comunale, la lista che l’ha espressa ed i parlamentari che hanno presentato le due interrogazioni (tra i quali figurano anche esponenti della sinistra PD ed addirittura di SEL) rimangono assolutamente insensibili rispetto a questo pericolo, se il Comune di Roccella li preoccupa ancor più della mafia, questo è affare loro, dei loro partiti e dei loro elettori.
Qualche parola, infine, sul consigliere Gabriele Alvaro, che afferma anche egli non essere la gestione del porto tra i fini istituzionali del Comune, il quale dovrebbe dunque dismettere al più presto la sua quota e lasciare campo libero ai privati. Ricordiamo al consigliere Alvaro che egli è stato eletto nel 2009 con la lista “Roccella prima di tutto”, il cui programma elettorale confermava l’importanza fondamentale del porto per lo sviluppo di Roccella; che egli era presente nel Consiglio Comunale del 15 giugno 2012 e votò insieme alla maggioranza la delibera di conferma dell’interesse pubblico al mantenimento della partecipazione del Comune nella società “Porto delle Grazie”; che approvò il programma elettorale di “Roccella prima di tutto” alle elezione del 2014, sulla base del quale egli venne nuovamente eletto in Consiglio Comunale; e che ribadiva il ruolo del porto per il futuro del nostro paese; che non fece alcuna obiezione all’inserimento della clausola del 51% pubblico nell’atto di concessione alla “Porto delle Grazie srl”.
Oggi Alvaro dice dunque esattamente l’opposto di quello che ha sostenuto insieme a noi per oltre cinque anni. Egli ha diritto di cambiare idea ma dovrebbe perlomeno spiegare ai cittadini come mai sia stato folgorato sulla via del Porto (come a qualcun altro è capitato sulla via di Damasco) convertendosi improvvisamente alla religione ultra liberista secondo cui il privato (qualsiasi privato) è sempre bello mentre il pubblico sarebbe sempre brutto. Speriamo che lo faccia, e anche presto.
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