di Roberto Galati*
Lo scorso martedì, una piccola delegazione dell’Associazione Ferrovie in Calabria, si è recata sui luoghi colpiti dalla terribile “alluvione di Halloween”, per documentare globalmente i danni avvenuti alle infrastrutture ed ai centri abitati, con particolare riferimento alla linea ferroviaria jonica. Risulta chiarissimo che l’intera locride, per fortuna, non è stata colpita in modo omogeneo, ma sono tre le aree in cui si sono verificate le maggiori criticità. La prima è quella ricadente nel territorio di Caulonia, dove il fiume Allaro ha gravemente danneggiato l’omonimo ponte sulla SS106 (in particolar modo quello “storico”, sul quale si trova la corsia sud-nord) e l’acquedotto che lo attraversa, inclinando pericolosamente una delle pile, scalzata dalle fondamenta. La Statale risulta ovviamente interrotta, e per proseguire verso Roccella Jonica (o viceversa) è necessario percorrere la strada provinciale che da bivio Focà conduce a Caulonia Superiore e riscende nel centro abitato di Caulonia Marina. Ad oggi sono in corso i lavori di demolizione del viadotto danneggiato.
La successiva area critica si trova invece ad Ardore Marina, dove è esondato un torrente (parzialmente ostruito addirittura da una strada comunale costruita abusivamente…), riempiendo di fango tutto l’abitato. Nel centro di Ardore ci siamo imbattuti, tra l’altro, nei primi mezzi di soccorso dell’Esercito (Genio Guastatori di Palermo e Castrovillari) affiancati da Vigili del Fuoco e Protezione Civile, inviati dal Governo per affrontare l’emergenza alluvione. Il peggio, purtroppo, è accaduto tra Africo Nuovo (dove è straripata la fiumara La Verde), Brancaleone Marina e Palizzi. Tra Africo e Furruzzano è franato il costone roccioso sulla SS106, in particolare nell’area soprastante le due gallerie ferroviarie. In questo caso, via strada, l’itinerario alternativo (segnalato) prevede l’attraversamento di Africo Nuovo, prosecuzione verso l’entroterra sulla vecchia strada che conduce anche all’abitato di Bruzzano Zeffirio, ed imbocco del bivio che riporta a Ferruzzano Marina. Poco prima di Brancaleone, però, nuova interruzione che al momento non è possibile oltrepassare (se non a piedi e con non poca difficoltà). In località Marinella di Bruzzano, a causa dell’esondazione del torrente “Ferruzzano”, la SS106 è stata distrutta in tre punti, ed anche la ferrovia Jonica è rimasta letteralmente senza terreno sotto i binari, per oltre 500 metri. Da brivido le testimonianze degli addetti di RFI incontrati sul posto e che ci hanno riconosciuto, presenti proprio nel momento in cui l’immensa quantità di acqua che aveva riempito tutta la valle, ha “liquefatto” il rilevato ferroviario, riversando in mare milioni di litri di acqua in pochissimi secondi, risucchiando anche i campi coltivati posti a monte della ferrovia. Ci è stato detto che quel tratto di ferrovia è stato abbandonato pochissimi minuti prima del disastro, preceduto addirittura da un boato, il tutto mentre in stazione a Brancaleone era stato preventivamente bloccato l’InterCity 562 per Taranto. Tra l’altro, il luogo dista poche centinaia di metri da dove nel 1997, sempre a causa del maltempo, l’Intercity 784 deragliò disastrosamente dopo aver investito un furgone finito sui binari, ed il locomotore D445, dopo essersi “impennato”, finì sulla SS106 con un incredibile boato. Oggi come allora, per fortuna, oltre ai danni materiali chiaramente reversibili, si sono contati solo alcuni feriti.
Lo scenario che comunque ci si è presentato ieri, è stato più che confortante. Gli addetti di Rete Ferroviaria Italiana e dell’Impresa Francesco Ventura, stanno lavorando 24 ore su 24 per ricostruire da zero il rilevato ferroviario spazzato via. Un’ulteriore buona notizia riguarda i due ponti, stradale e ferroviario, che diversamente da quanto si è detto nei giorni scorsi, non sono crollati. I danni sono “limitati” soltanto all’area immediatamente a nord del torrente, che è esondato in due diversi punti, riempiendo appunto tutta quella valle che, ovviamente, in passato faceva parte dell’alveo del corso d’acqua. Non a caso, il luogo, si chiama “contrada Pantano”: purtroppo si fanno ancora una volta i conti con le conseguenze di restringimenti delle fiumare e bonifiche…eseguite decisamente in modo poco lungimirante.
In ogni caso, tornando ai lavori in corso di ripristino della ferrovia, abbiamo verificato di persona che già alcune decine di metri di rilevato sono in corso di completamento (specie lato nord), ed il traffico di camion carichi di sassi e terreno di riporto è incessante. Ad oggi, 6 novembre, l’intero rilevato eroso dal torrente risulta quasi completato.
Alla stazione di Bianco, inoltre, si trova già in sosta un convoglio dell’Impresa Ventura, trazionato da due locomotive diesel di origine belga della serie “51”, composto da 10 carri tramoggia carichi di pietrisco e da due macchine rincalzatrici e profilatrici. Gli addetti presenti a bordo ci hanno comunicato che il treno si muoverà non appena verrà posato il binario nell’area in cui si sta ricostruendo il rilevato, ed il ripristino della circolazione ferroviaria è previsto per il 12 novembre. Chiaramente, per i primi mesi, sul lungo tratto di nuovo rilevato verrà istituito un rallentamento a 30 km/h nella circolazione dei treni, poichè i tempi di totale assestamento del terreno non saranno brevi. Per quanto riguarda invece la Strada Statale, al momento tutto tace: la ferrovia sarà la prima via di comunicazione a ridare la continuità perduta a tutto il versante Jonico. Ma, quel che vogliamo far notare, è che tutto ciò che abbiamo sempre ribadito nelle nostre conferenze e nei nostri articoli, si sta dimostrando reale: la via ferrata, specie in un territorio idrogeologicamente fragile (per non parlare a livello sismico), assume un’importanza vitale per le popolazione della nostra regione, in quanto si tratta di un’infrastruttura ripristinabile in tempi molto più rapidi della viabilità stradale, e che soprattutto permette il trasferimento di enormi quantitativi di merci e persone in caso di necessità.
All’interno del centro abitato di Brancaleone, purtroppo, il disastro non è stato da meno, con il corso principale invaso dal fango, franato da una collina soprastante, e tante case rese inagibili: tantissimi volontari di ogni età, giunti anche dai comuni vicini, stanno affiacando gli organi di soccorso nella pulizia della cittadina jonica, lavorando anch’essi in modo instancabile ormai da due giorni.
Relativamente al servizio ferroviario, segnaliamo che la circolazione dei treni Regionali nel frattempo è stata ripristinata fino a Bovalino, mentre gli Intercity 559/562 Reggio Calabria Centrale – Taranto e viceversa, dopo i primi giorni di limitazione a Catanzaro Lido, sono stati prolungati a Roccella Jonica. Da Brancaleone a Melito di Porto Salvo, da dove partono i treni per Reggio Calabria/Rosarno/Cosenza, è stato istituito servizio di bus sostitutivi. L’unica area che purtroppo rimane ancora “scoperta”, in parte a causa di inagibilità stradale, è quella compresa tra Bianco e Brancaleone.
Nelle prossime ore e nei prossimi giorni, comunque, continueremo a monitorare la situazione ed a tenervi aggiornati. Non possiamo però concludere questo comunicato, senza aver ringraziato gli instancabili addetti e dirigenti di Rete Ferroviaria Italiana e dell’Impresa Francesco Ventura che ieri ci hanno dato tutte le delucidazioni possibili nei pressi del cantiere di Brancaleone, oltre che, ovviamente i soccorritori ed i volontari di ogni età che stanno lavorando giorno e notte per riportare al più presto alla normalità uno dei territori più belli d’Italia, anche se troppo spesso deturpato da incuria e speculazione edilizia.
*: presidente associazione “Ferrovie in Calabria”
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