di Arturo Rocca*
SIDERNO – Mentre effettuavo un sopralluogo dove si sono dimostrati più evidenti, per l’interruzione della viabilità, gli effetti delle recenti disastrose piogge del 31 ottobre e 1° novembre, Caulonia e Bruzzano, mi risuonava questa frase pronunciata, se non vado errato, da David Rossi in una puntata di Criminal minds. Ben si adatta alla situazione del dissesto idrogeologico della nostra regione. Ad ogni evento alluvionale che lascia cicatrici evidenti un fiume di parole per dire che questa sarà l’ultima, che non ci saranno altri sacrifici di vite umane, animali e territoriali, che saranno attivati tutti gli espedienti per mettere in sicurezza il territorio, etc. etc.
Man mano che mi passavano davanti le immagini dei ponti crollati, dei campi allagati, delle aziende danneggiate e dei cittadini che spalavano fango mi portavano alla mente le cicatrici che ogni evento di tal fatta lascia sul territorio ma non nella memoria di chi decide cosa fare e quando farlo. Che la geologia del nostro habitat sia fragile ce lo richiamano le tante inchieste e citazioni illustri, fra tutte quella di Giustino Fortunato “sfasciume pendulo sul mare”.
Ma ciò che è addebitabile alla natura per la struttura del territorio non può in alcun modo associarsi a ciò che è addebitabile all’uomo per la gestione dissennata del territorio. Ponti eretti dagli antichi in pietra resistono e quelli costruiti a suon di miliardi crollano e a volte i crolli si ripetono perché anche le ricostruzioni sono all’insegna del malaffare e della superficialità! Le migliaia di costruzioni sia private che pubbliche realizzate sulle rive dei fiumi o sulla battigia oltre a creare un danno ambientale e un pericolo causano un danno sociale economicamente rilevante.
Deve intervenire lo stato e gli enti pubblici a ripascere il litorale perché entra l’acqua nelle case costruite abusivamente e poi condonate, deve intervenire lo stato e l’Europa per ricostruire, anche più volte, i lungomari realizzati con colate di cemento quando il mare è calmo ma che si sbriciolano non appena si agita. Da quanti anni non si interviene ad effettuare brigliature di torrenti che si continuano ad utilizzare come discariche e che puntualmente spargono rifiuti ad ogni pioggia sulle nostre spiagge? Era a disposizione il denaro per l’emergenza idrogeologica della Calabria (220 milioni di euro); quanto è stato speso? Forse nulla.
Bruzzano continua ad essere isolato per il crollo del ponte e per la distruzione della strada denominata “argine” larga e comoda ma troppo vicina alla fiumara, il lavoro per il ripristino della viabilità è già iniziato ma sarà lungo. Intanto per poter andare verso Ferruzzano i più volenterosi si avventurano sulla vecchia provinciale che, seppur piena di buche, si è rivelata più affidabile della moderna 106. I nostri acquedotti scoppiano in continuazione perché la vetustà dei materiali non sopporta la pressione ma non si interviene con un programma serio di riqualificazione, si riparano oggi perché scoppino domani.
Ciò che succede a Caulonia, senz’acqua da una settimana, ne è l’esempio eclatante. Sorical investe 8 milioni e mezzo di euro per fantomatici studi idrogeologici sulla diga del Menta e neanche un euro per ristrutturare la condotta di 8 km e mezzo in cemento amianto che porta l’acqua a Roccella. Le cicatrici, quindi, non ci indicano la via da seguire e spesso non ci ricordano la sofferenza delle ferite. Adesso a Caulonia l’acqua, non potabile, è tornata grazie alla tenacia degli operatori guidati dall’ing. Giulio Gangemi ma se non s’investe seriamente Caulonia resterà a rischio continuo e l’enorme serbatoio che campeggia al centro del Castello continuerà a suonare come una beffa perché deturpa il paesaggio e non placa la sete dei cittadini.
E’ bene riflettere tutti sul consumo sfrenato delle zolle effettuato a quattro ganasce che poi fa versare lacrime di coccodrillo.
*: presidente osservatorio ambientale diritto alla vita
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