LOCRI – La relazione “Cervellini” non è il Vangelo e si sta cercando di contestarne alcuni tra i suoi 25 punti fondamentali; il pareggio del bilancio di previsione, da approvare entro il prossimo 31 ottobre è praticamente una missione impossibile, viste le condizioni attuali dell’Ente. Sono questi, al netto delle accuse reciproche e dei sassolini dalla scarpa estratti al momento opportuno, i dati che racchiudono il senso di ben cinque ore di discussione del primo punto all’ordine del giorno del consiglio comunale odierno, ovvero la discussione dell’ispettore ministeriale richiesta su invito della maggioranza consiliare, che un anno fa invocò il suo intervento per fare luce sui conti comunali e valutare se c’è un modo per evitare il dissesto dell’Ente. Ci si aspettavano delle proposte condivise di soluzioni ad alcune criticità rilevate dall’ispettore del Viminale e invece, già nella relazione dell’assessore al ramo Pepè Gelonese, è emerso che i responsabili degli uffici preposti stanno vivisezionando i contenuti della relazione per cercare di contestare eventuali inesattezze e cercare di salvare il salvabile. Il tutto con la spada di Damocle del documento contabile preventivo da approvare entro fine mese che, secondo il capogruppo di “Città in Comune” Raffaele Sainato segnerà l’epilogo dell’esperienza amministrativa di Lombardo e i suoi e spianerà la strada al commissariamento dell’Ente che l’ex assessore al Bilancio dell’allora giunta Macrì individua come condizione essenziale per evitare il dissesto. Ma andiamo per ordine. L’approccio di Gelonese, nella sua relazione introduttiva è stato abbastanza morbido. «Non siamo qui per cercare dei responsabili – ha detto – ma per individuare soluzioni».
{youtube}LG6DLo9xD88|640|480{/youtube}
Sainato, invece, è partito subito lancia in resta, cercando di smontare alcuni punti cardine della Cervellini (la presunta incidenza della stabilizzazione dei 42 Lsu-Lpu da lui fortemente voluta, su tutti) e ricordando come «Quando amministrammo noi, riuscimmo a compensare l’Iva a credito con l’Irpef dovuta e non è vero che l’Iva,come dice Cervellini, non poteva essere recuperata perchè mancava nel capitolo la voce di entrata» integrando l’intervento con alcuni suggerimenti sui provvedimenti immediati da prendere alla luce delle recenti norme.
{youtube}ONRQEtJX86s|640|480{/youtube}
Calabrese, dal canto suo, ha richiesto e ottenuto l’intervento del sindaco «perchè – ha detto – ancora non siamo riusciti a capire cosa intenda fare l’amministrazione per ovviare alle gravi problematiche evidenziate nella relazione Cervellini». E il primo cittadino? Pur ritenendo irrituale la proposta, ha acconsentito, non prima di aver emulato l’ormai ex sindaco di Reggio Calabria Demi Arena, esordendo con un attacco indiscriminato alla stampa locale, accusata, in sostanza, di non compiere censure preventive sui comunicati diffusi dall’opposizione che, secondo lui, conterrebbero evidenti mistificazioni della realtà. «Su alcuni punti della Cervellini abbiamo le idee chiare – ha detto. Su altri c’è bisogno di ulteriori approfondimenti, che i nostri responsabili, e in particolare Marasco stanno compiendo».
{youtube}WXabADKEUi0|640|480{/youtube}
E’ stato qui che Sainato, con la consueta verve, ha sfidato pubblicamente il sindaco e la giunta: «Io vi indico – ha detto – il modo per evitare il dissesto, e vi chiedo di dimettervi per il bene della città di Locri».
{youtube}OJpsCdLS5aY|640|480{/youtube}
Calabrese, poi, ha rilanciato l’idea di chiedere la commissione d’accesso agli atti del Comune, come l’opposizione fece lo scorso anno di questi tempi. «C’era un motivo – ha detto – per richiedere la commissione d’accesso, lo scorso anno: i gravi atti illegittimi commessi dalla vostra amministrazione. A causa di questi atti, ritenevamo più utile una commissione d’accesso che non un’ispezione ministeriale. Lei impose alla sua maggioranza di votare contro. La commissione d’accesso si può chiedere anche in via preventiva» e ha individuato nel contenzioso comunale la fonte principale della grave situazione finanziaria del Comune, rivendicando altresì i meriti della stabilizzazione degli Lsu-Lpu e scavando perfino in alcuni comportamenti a suo dire illegittimi commessi negli anni passati da Pino Mammoliti, definito «Il megafono di questa amministrazione». Il tutto condito da accuse reciproche che hanno indotto il presidente del civico consesso Antonio Cavo a preannunciare che «I verbali di questa seduta consiliare verranno trasmessi alla Procura della Repubblica» e l’opposizione che ha rilanciato: «Bene, purchè si mandino anche tutti gli atti illegittimi che la vostra amministrazione ha commesso».
Le conclusioni di Pepè Lombardo sono state a dir poco amare, e tutte proiettate sulle difficoltà oggettive del momento attuale per il Comune di Locri. «Noi – ha rimarcato – abbiamo operato in questi mesi sulla base del bilancio del 2011 in un contesto di progressiva riduzione della finanza trasferita. (750.000 euro in meno rispetto al 2010). Nel 2012 ancora 500.000 euro in meno. Questa è la situazione in cui ci troviamo. A proposito di presunte coperture e di ritardati pagamenti dei debiti che lievitano perchè non abbiamo i soldi per pagarli, dobbiamo dire che è il classico cane che si morde la coda. Se non abbiamo la possibilità di approvare in equilibrio il bilancio di previsione, a causa dei pignoramenti e della riduzione della finanza trasferita, come facciamo a farlo in queste condizioni? L’interesse della città va fatta dicendo la verità». Il quadro a tinte fosche disegnato dal sindaco si è completato con un altro sinistro presagio. «Fra qualche mese, nella stagione dell’approvazione della legge finanziaria regionale, i fondi per il Comune di Locri previsti dal decreto Fortugno saranno revocati e non solo non potremo mettere a norma le scuole, ma – ha concluso – dovremo pagare i professionisti che hanno redatto i progetti e la situazione si aggrava sempre di più». Chi avrà detto tutta la verità? Potremmo scoprirlo a breve. Di sicuro, il futuro del Comune di Locri è tutt’altro che roseo.
GIANLUCA ALBANESE