di Sergio Grasso
Come prologo alla stesura di questa modesta riflessione, non potevo fare a meno di utilizzare due luoghi comuni molto spesso utilizzati (pur se a volte solo sottintesi) nella retorica giornalistica, ovvero: 1)“come volevasi dimostrare”; 2) “ve l’avevamo detto”.E’ ovvio che non volevo correre il rischio di peccare di presunzione e scadere nell’autocelebrazione, ma credetemi, per quanto mi sia sforzato e per ciò che andrò ad illustrarvi, non mi è stato proprio possibile evitarlo (alla fine, se vi sarò comunque sembrato presuntuoso ed autocelebrativo, vogliate concedermi comprensiva venia). La riflessione si riferisce a quanto da me per la prima volta enunciato, – rivolto ad una affollata ed attenta platea pubblica – , nel corso della conferenza sul trasporto ferroviario svoltasi a Locri il 7 dicembre 2013, a cura del Movimento “LocRinasce” e con gli interventi dell’Ordinario di Trasporti all’Università Mediterranea di Reggio Calabria, prof. Domenico Gattuso, e di vari altri e noti attivisti pro-ferrovia In quella occasione, – come appena anticipato -, per la prima volta citavo come fattore primario (invero, insieme ad altri non meno importanti fattori) a favore del sistema di trasporto ferroviario, la superiore velocità, – in riferimento agli interventi sulle infrastrutture delle altre forme di trasporto – , nel rapido ripristino conseguente a malaugurati eventi critici (sismi, alluvioni, frane e disastri di varia natura, etc.) Proprio quegli stessi eventi per i quali la ns Regione, con noi tutti ben tristemente consapevoli, si trova in testa all’infelice graduatoria delle potenziali possibilità. In quel di Marinella di Bruzzano, il 10/11/2015, – e con ben due giorni di anticipo sulla scaletta dei tempi preventivati (10 gg circa) – , la veridicità di quella mia prima affermazione si è platealmente concretizzato In tal sito, l’1 novembre scorso, la furia degli elementi si era accanita con identiche conseguenze sia sulle rotaie metalliche che sul nastro d’asfalto della Jonica, lasciandoci atterriti ed attoniti: la foto con i binari ancora attaccati alle traverse e dondolanti nel vuoto, sullo sfondo di uno Jonio torbido e spaventoso, era quanto di più angosciante, ad un’appassionato di ferrovie come me, potesse capitare di vedere. Ma la mostruosa erosione di asfalto, terreno e massicciata in ben tre punti e su di un fronte di circa 500 mt, – susseguente all’esondazione della fiumara Bruzzano – , grazie all’eccezionale impegno degli uomini di RFI (Rete Ferroviaria Italiana) e dell’impresa lavori ferroviari VENTURA (ai cui tutti vanno il ns sincero plauso ed i più affettuosi ringraziamenti), è stata miracolosamente colmata in tempi record, consentendo la rapida posa del nuovo binario e la conseguente ripresa del normale servizio ferroviario (appena penalizzato da un fisiologico, ma temporaneo, rallentamento dei treni per l’ovvio assestamento del nuovo rilevato ferroviario).Ho incassato più volte un rassegnato commento, fra amici e conoscenti, al cospetto della citata tragica foto con il binario penzoloni: “Sergio, questa volta la “tua” amata ferrovia è proprio spacciata!”
Martedì scorso 10 novembre, mentre mettevo giù queste righe, all’interno della mia attività commerciale, – sita a pochi passi dalla linea ferrata Jonica – , come ogni giorno ed a intervalli di circa un’ora, il rassicurante fischio delle gloriose “littorine” ALn 668 risuonava, come al solito, a mò di colonna sonora dei miei sogni ferroviari. Pare invece che tutt’oggi, 12/11/2015, a Bruzzano M.na, l’assordante fragore delle ruspe sovrasti l’opera degli uomini dell’A.N.A.S., ancora nel pieno dei lavori!E allora, per l’ennesima volta : grazie, cara, vecchia, “nostra” ferrovia!
* Associazione “Ferrovie Calabria”