Pubblichiamo le note di solidarietà giunte in redazione nei confronti della collega del “Corriere della Calabria” Alessia Candito, alle quali si associa tutta la redazione di Lente Locale
di Maria Carmela Lanzetta*
Giornalisti, sindaci, sindacalisti, magistrati, cittadini e cooperative colpiti – un giorno si e l’altro pure – da intimidazioni e minacce mafiose. Si colpivano e si continuano a colpire le persone che, a vario titolo, lavorano direttamente nel territorio andando in(s)contro alle problematiche poste in essere anche a causa delle realtà mafiose.
Non è la prima volta e, probabilmente, purtroppo, non sarà l’ultima se non si riesce a porre in essere delle azioni di lotta e contrasto alla criminalità per prevenire gesti intimidatori che minano la sicurezza e la dignità dei calabresi per bene. Azioni che, ancora oggi, sono deficitarie e/o non sono adeguate così come hanno dichiarato più volte alcuni giudici e procuratori e la stessa giornalista Candito. Del resto, se per dare esecuzione all’abbattimento di ville e villette costruite sulle colline di Reggio Calabria ci vogliono 20 anni(sentenze passate in giudicato nel 1996), come sarà possibile battere la ndrangheta nel breve periodo? Ai sindacalisti colpiti, alla giornalista Candido, al Direttore del Corriere della Calabria e ai suoi giornalisti la nostra solidarietà e vicinanza. Alla Prefettura di Reggio Calabria e alle Forze dell’Ordine un sentito ringraziamento per la loro azione di prevenzione e contrasto quotidiano e per la loro tutela.
di Federica Roccisano
Senza alcun timore di dire la verità, difendendo il diritto di informazione
Alessia Candito giovane cronista appassionata , innamorata della suo lavoro
nei giorni scorsi aveva denunciato con coraggio tramite le pagine del
“Corriere della Calabria” il tentativo di ricostituzione del clan di Archi.
Questo suo amore però le è costato caro. Nei giorni scorsi è minacciata
tanto da fare intervenire la Questura e da ritenere opportuno un
provvedimento speciale di sorveglianza notturna.
Quanto accaduto ad Alessia colpisce non solo lei ma, tutti i liberi
pensatori.
Un attacco netto alla libertà di informazione e alla democrazia. Ad Alessia
va la mia più sincera solidarietà, convinta che quanto accaduto non fermerà
la sua voglia sete di verità .
di Giuseppe Raffa
“A nome dell’Amministrazione provinciale di Reggio Calabria esprimo solidarietà e vicinanza ad Alessia Candito, la giornalista del Corriere della Calabria a cui è stata assegnata la tutela dello Stato dopo aver ricevuto gravi minacce”.
È il pensiero del presidente Giuseppe Raffa che manifesta“preoccupazione per quanto avvenuto ai danni della giovane e coraggiosa cronista reggina. Alessia Candito è invisa alla criminalità e al malaffare che temono la forza della verità e l’impegno per la legalità che caratterizzano i suoi articoli. Non la lasceremo sola – aggiunge il presidente della Provincia – ma come rappresentanti delle istituzioni sosterremo il suo lavoro e quello degli altri giornalisti che svolgono un compito fondamentale per la bonifica della società calabrese. Attentare alla libertà di informazione significa ostacolare il processo di affrancamento della nostra società dal giogo ‘ndranghetistico e impedire il pieno dispiegarsi dei diritti democratici dei cittadini. Siamo certi che Alessia Candito non arretrerà di un millimetro – conclude Giuseppe Raffa – e continuerà senza paura a dare il proprio contributo a rendere la Calabria una regione libera”.
di Movimento Politico Fattore Comune
Il Movimento Politico Fattore Comune esprime la propria vicinanza e solidarietà nei confronti di Alessia Candito, giornalista del Quotidiano della Calabria, vittima di grave intimidazione da parte della ‘ndrangheta per gli articoli di denuncia sulla violenta vita notturna di Reggio Calabria. La giornalista è stata autrice di una serie di articoli, ricchi di particolari sugli assalti notturni, sui pestaggi ai danni dei gestori di pubblici locali e dei clienti.
Candito ha avuto il merito di cogliere i motivi di tante risse, di collegarle fra loro, a partire dai contrasti fra piccoli e piccolissimi pusher, decisi a contendersi – anche a costo di violenze – una piazza limitata ma vorace, capace di consumi inimmaginabili, che troppi hanno puntato a soddisfare. Ha denunciato come la questione è più complessa. E delicata. Ha raccolto la voce degli addetti ai lavori sul pericolo di un ritorno “a trent’anni fa”, cioè al rischio del ripetersi dei cruenti fatti di sangue accaduti fra l’85 e il 91.
La Giornalista denuncia anche la mancanza di una reale volontà politica a combattere la criminalità organizzata, anzi al contrario evidenzia come sempre più è percepibile una volontà di smantellamento dei codici e delle Procure.
Fatture Comune rimarca quanto sia difficile svolgere in Calabria la professione di giornalista e che per rispettare il diritto di informare, si è costretti a correre gravi rischi personali. Il Movimento F.C. è accanto ad Alessia Candito, alla sua lotta per la verità.