di Adelina B. Scorda
BOVALINO – Trenta giorni e più di otto persone colpite da atti intimidatori e criminali; è il dato fortemente preoccupante che si registra con un breve calcolo a ritroso, avvenimenti che si contano tutti all’interno di un unico comune, quel che spaventa, però, non è tanto la natura o l’entità dei fatti, quanto la schiacciante continuità e frequenza con cui si siano verificati.
Nessuna distinzione: si colpisce chiunque dia fastidio o non faccia esattamente ciò che ci si aspetta, o semplicemente chi ha di più. Furti, pestaggi, auto di sindaci e di loro parenti date alle fiamme, attività commerciali trivellate, non da un’economia sempre più in discesa, ma da colpi di piombo esplosi nella notte. Nel mirino di una mentalità distorta non c’è solo l’istituzione personificata dal sindaco o dall’amministrazione di turno, nessuno può godere dell’immunità, nessuno può sentirsi estraneo. Bovalino, sta avendo a che fare non solo e non più con quella subcultura ‘ndranghetista che oscura e che blocca, ma sta emergendo sempre più quello strato prettamente criminale atipico nel nostro territorio. Piccoli furti, atti vandalici se ne sono sempre registrati, ma una tale frequenza e gravità si distanziano chiaramente da quel livello di microcriminalità a cui si era abituati. Servirebbe un maggiore controllo del territorio creato e strutturato in modo tale che all’ispezione esercitata dalle forze dell’ordine – la presenza di una caserma e di un commissariato forse non bastano – che appare purtroppo inadeguata forse a causa dell’insufficienza di personale, si aggiungesse l’adozione di un impianto di videosorveglianza al fine di garantire se non altro maggiore sicurezza nel cittadino. Ancora più importante, però, è l’azione preventiva: è sì importante acciuffare il colpevole di reato ma sarebbe ancor più produttivo bloccare l’escalation di atti crimimali. Che si tratti di azioni ‘ndranghetiste che sanciscono la fine della pax mafiosa o atti criminali puri e semplici Bovalino non può continuare a vivere così, di problemi ne ha già fin troppi: spazzatura, viabilità, economia e servizi, giusto per citarne alcuni senza scendere troppo nello specifico dei fatti e se non altro, di un po’ di tranquillità per ripartire, di quella sì che ne ha bisogno. Ben vengano i comunicati di solidarietà e vicinanza da parte delle istituzioni, che sicuramente rassicurano e confortano. ‹‹La condanna senza alcuna riserva per quanto accaduto ai danni delle attività imprenditoriali Fa-Bit S.r.l, del ristorante “Primo Fiore” e della scuola guida Tripodi›› è un atto giusto, dovuto e sentito da parte dell’amministrazione comunale che d’altro canto, però, dovrà unire ancor di più forze e intenzione per riaprire un tavolo concertativo con le istituzioni preposte per tentare di bloccare un’escalation criminale che sta raggiungendo livelli di allerta e disagio sociale altissimi.