di Gianluca Albanese
LOCRI – Gli alti e bassi dell’imputato Domenico Agostino sono stati al centro dell’udienza odierna del processo “Circolo Formato”, a carico di una trentina di imputati accusati di far parte delle cosche di ‘ndrangheta di Marina di Gioiosa Ionica.
Alti e bassi nel lavoro e negli affari, con una ditta individuale che dopo un inizio incoraggiante inizia la parabola discendente a metà del decennio scorso; alti e bassi nella salute, originati, stando alle dichiarazioni rese da numerosi testimoni, proprio dai problemi di lavoro e che, a loro volta, ebbero delle ripercussioni sul destino dell’azienda di cui era titolare. Quella di stamani, a onor del vero, è stata un’udienza interlocutoria e priva di spunti di particolare interesse, e ha ripreso, in larga parte, temi già trattati nel corso della precedente udienza tenutasi il 13 marzo, quando furono escussi i testimoni dei fratelli dell’imputato. E così, oggi, hanno risposto alle domande dell’avvocato difensore Nocera e del Pubblico Ministero Sirleo, il chimico Alessandro Teatino, il commercialista Domenico Furina, i dirigenti bancari Giorgio Parisi, Francesco Giurlanda e Giuseppe Vitalone, l’architetto Arrigo Lagazzo, progettista dell’impianto di produzione inerti della ditta Agostino, realizzato nel 2006, il medico di famiglia Raffaele Gennaro, il primo ad avere contezza dei suoi problemi di salute, gli ex dipendenti della ditta Maurizio Perrelli (che poi sposò la cognata dell’imputato) e Rocco Mina, che raccolsero le confidenze dei familiari di Domenico Agostino, quando sopraggiunsero le patologie che coincisero col declino della sua azienda. L’udienza è stata aggiornata al prossimo 10 aprile, quando verranno escussi i testimoni degli imputati Avenoso Franco, Mazzaferro Ernesto e Primerano Vincenzo.