DAL SEGRETARIO CITTADINO DEL PRC DI GIOIOSA JONICA SALVATORE FUDA RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO LA SEGUENTE NOTA STAMPA:
Di seguito riporto il resoconto di due incontri tenutisi mercoledì 27 e venerdì 29 scorsi, ai quali sono stato invitato in qualità di rappresentante politico ed ai quali ho partecipato come promotore e rappresentante del costituendo movimento civico.
Si è trattato di due incontri promossi da Luigi Greco, in rappresentanza di un gruppo di cittadini che, con l’avvicinarsi della scadenza elettorale, di fronte all’attuale scenario in cui si profilano diverse proposte politico – elettorali, esprimono un giudizio negativo sull’iniziativa dell’ing. Loccisano, ritenuta non idonea a dare risposte adeguate ai gravi problemi del paese. Partendo da questa valutazione politica, nel primo incontro i promotori hanno specificato lo spirito dell’iniziativa: prendendo atto che le organizzazioni e i gruppi politici alternativi al progetto di Loccisano stanno lavorando a proposte politico – elettorali diverse e, riconoscendo la legittimità delle posizioni di ognuno, hanno pensato di promuovere un confronto tra tutte le parti.
Questo gruppo, espressione della società civile, ha inoltre manifestato la disponibilità di dare un contributo alla costruzione di un progetto unitario alternativo all’ipotesi Loccisano, anche eventualmente attraverso un impegno diretto di alcuni loro rappresentanti in una lista elettorale espressione di quella unità. Si tratta di un gruppo di recente costituzione, ed in quanto tale, ovviamente non ha partecipato alla vita politica di questo paese negli ultimi anni, né tantomeno ha preso parte alle battaglie politiche che hanno visto da una parte l’amministrazione Mazza – Mazzaferro e dall’altra l’opposizione del PD e del Gruppo “Gioiosa che Cambia”.
Quindi, questa loro posizione esterna al dibattito politico, li ha spinti e ha consentito loro di assumere questa iniziativa (che potremmo definire “di mediazione”), nella quale invitare tutte le parti in causa ad un ulteriore approfondimento della discussione, pur sapendo che esiste una frattura profonda tra i due maggiori gruppi rappresentativi di quella che è stata la minoranza nell’ultima consiliatura, i quali, dall’otto marzo scorso, stanno legittimamente lavorando alla costruzione di percorsi autonomi.
Prima di proseguire nel racconto, è utile ricordare i motivi della frattura politica alla quale sopra si è accennato.
Le divergenze politiche tra il nostro gruppo e il PD si sono registrate su due questioni fondamentali.
1. La prima questione ha riguardato la politica delle alleanze.
Il PD, pur essendo stato all’opposizione in questi ultimi quattro anni e mezzo di amministrazione, produce un giudizio politico differenziato sulla maggioranza uscente, considerando politicamente “migliore” il gruppo che fino all’ultimo si è schierato a sostegno del Sindaco Mazza (Calvi, Tropea, Lobianco e Rossi), e con il quale pensa sia necessario stringere rapporti politici per essere concorrenziali alle prossime elezioni amministrative, rispetto al gruppo De Pino – Mazzaferro che oggi è organicamente a sostegno del progetto Loccisano.
Noi diciamo che il giudizio sull’amministrazione uscente deve essere complessivo e non si può differenziare. C’è una corresponsabilità di tutti coloro i quali avevano l’onore e l’onere di governare questo paese rispetto alla non risoluzione di tanti problemi. I cittadini gioiosani nelle ultime elezioni hanno affidato con una ampia maggioranza il governo del paese a Mario Mazza e ai suoi sostenitori, dopo quattro anni e mezzo il paese è commissariato e sommerso dai rifiuti. Il dialogo politico è una cosa, e il confronto è aperto a tutti, ma è pensabile, credibile, coerente costruire una lista aperta alla partecipazione di personalità che direttamente hanno avuto ruoli di governo con la giunta Mazza? Non si può pensare di proporsi al governo del paese insieme a chi fino a ieri si è contestato. L’alternativa, il cambiamento che il paese si aspetta è un’atra cosa: noi in quella direzione volevamo lavorare (e fino all’ultimo abbiamo sperato) insieme al PD, ma la sua scelta è stata diversa.
2. La seconda questione ha riguardato le modalità della scelta del candidato a sindaco.
Noi avevamo proposto un metodo e dei criteri: costruire la coalizione aprendo a tutti i gruppi e i singoli che desideravano costruire l’alternativa alla giunta Mazza – Mazzaferro e portare avanti proposte di cambiamento reali per Gioiosa (che necessariamente passano per una ripubblicizzazione di alcuni servizi fondamentali come quello dei rifiuti), aprire un tavolo di discussione in cui si poteva individuare insieme un candidato unitario, nel caso in cui da quel tavolo fossero emerse più proposte, siglato il patto di lealtà e sostegno al progetto, si sarebbe potuto utilizzare lo strumento delle primarie (così come è nello statuto del PD e così come si faranno in tutto il resto d’Italia nella prima decade di aprile) per individuare il candidato attraverso il coinvolgimento di larga parte della comunità. Di contro il PD non ha inteso costruire alcun tipo di coalizione, ha escluso lo strumento delle primarie ritenendolo inopportuno sin da subito (e i tempi c’erano), legittimamente ma unilateralmente ha individuato con una discussione interna il suo candidato sindaco nella figura del dott. Antonio Scali, ritenendo chiuso ogni spazio per un confronto democratico e partecipato.
Da qui la divergenza e la presa d’atto definitiva (avvenuta appunto in una riunione ufficiale l’otto marzo scorso) dell’impossibilità di continuare un percorso comune.
Per cui, riprendendo il discorso principale, questo neo-costituito gruppo espressione della società civile, ha inteso intraprendere una specifica iniziativa proponendo un tavolo di confronto tra i vari gruppi politici alternativi al progetto Loccisano.
Al primo incontro di mercoledì 27 marzo, i vari gruppi erano così rappresentati: Luigi Greco in rappresentanza del gruppo promotore, Riccardo Modafferi per il PD, Domenico Calvi in qualità di rappresentante di quel gruppo che comunque ha avuto delle responsabilità amministrative nella passata gestione, e il sottoscritto in rappresentanza del nascente movimento civico.
In una discussione breve si è preso atto dell’iniziativa e inevitabilmente si sono riproposte le divergenze sui due punti di cui sopra. Personalmente ho avuto modo di esprime apprezzamento per il fatto che un pezzo di società civile abbia scelto di impegnarsi nella vita pubblica della nostra comunità, tuttavia ho espresso la mia perplessità sulla tempistica, in quanto ritengo tardivo questo intervento. Probabilmente se questo gruppo si fosse palesato sulla scena pubblica qualche mese fa, tanti fatti politici non si sarebbero consumati. Tuttavia, al di là delle buone intenzioni e della buona volontà di perseguire l’unità, con il massimo rispetto per il neo-costituito gruppo espressione della società civile, a quel tavolo c’erano rappresentate organizzazioni e movimenti politici che, probabilmente con limiti e anche sbagliando, “fanno politica” tutto l’anno. E questo aver alle spalle delle battaglie politiche forti, sulle idee ovviamente e mai sul personale, rendono difficilissima la ricomposizione di un quadro politico solo ed esclusivamente evocando l’unità contro l’ipotesi politico – elettorale proposta da Loccisano. L’unità non può, a mio avviso, essere un valore in sé. In questo momento l’unità di tutte le forze che vogliono un cambiamento reale delle cose è un valore: io penso che sia necessario ricercare l’unità “per” e non “contro”. Dagli interventi dei rappresentanti degli altri gruppi presenti al tavolo della discussione, sono emerse delle posizioni politiche, certamente legittime, ma che non andavano in una direzione utile per la costruzione di una unità fondata sul cambiamento. In merito alle divergenze esistenti, il PD rimaneva fermo sulle sue posizioni (di cui sopra), mentre gli altri due gruppi rappresentati avevano posizioni identiche; e cioè, sulla questione della politica delle alleanze la pensavano esattamente come il PD; sulla scelta del candidato sindaco, escludendo le primarie anche per questioni di tempo e prendendo atto che il PD era al momento l’unica organizzazione che aveva ufficializzato una candidatura a Sindaco, si proponeva di rinviare ad una discussione collegiale senza nessuna preclusione e senza nessuna difficoltà ad accettare un candidato condiviso. Inoltre si considerava la candidatura del PD una risorsa importante per l’eventuale coalizione al pari di altre individualità. Poi in particolare, per il gruppo rappresentato da Calvi, aveva maggiore importanza concentrarsi sulla costruzione del gruppo che non tanto sulla figura del candidato a sindaco, certamente importante ma non determinante.
Ovviamente le posizione che ho espresso io per conto del movimento sono quelle di partenza: ho ribadito la necessità di costruire una alternativa all’ultima amministrazione senza la presenza in lista di amministratori della giunta uscente , aperta e partecipata, e la necessità di individuare, attraverso una discussione larga, una figura di candidato sindaco che risponda a criteri precisi di discontinuità e innovazione. Tutto ciò senza nessuna recriminazione personale, ma semplicemente per dare risposta ad una forte domanda di cambiamento che si avverte nel paese.
Preso atto di quelle che erano le posizioni di ognuno, si decide di aggiornare l’incontro a venerdì 29, al fine di riportare all’interno delle proprie organizzazioni la discussione per poi determinarsi.
Sentendo e incontrando, nei successivi due giorni, le varie anime del nascente movimento civico, ricevo il mandato per continuare a sostenere la posizione iniziale, avanzando la richiesta di una discontinuità e di un cambiamento forte, tenendo conto che comunque il movimento nasce per questo, ed è già impegnato a promuovere un progetto politico – elettorale con queste caratteristiche. In ogni caso si mantiene una apertura di dialogo e di confronto con tutti coloro che vogliono innovare il paese partendo dalla discontinuità amministrativa. Ovviamente si rimaneva aperti ad ascoltare possibili nuove proposte di mediazione che potessero essere valutate.
Nel secondo incontro di venerdì 29 marzo, i gruppi erano rappresentanti dalle stesse persone, eccezion fatta per il gruppo proveniente dalla società civile che era rappresentato, oltre che da Luigi Greco, anche da Lidia Ritorto.
Un incontro un po’ più lungo, ma sostanzialmente uguale nei contenuti. Le posizioni rimanevano quelle. Non c’è stata da parte dei promotori dell’incontro nessuna proposta complessiva di mediazione per superare le criticità, individuando elementi di novità per soddisfare le esigenze del nascente movimento da me rappresentato. Si è continuato a ragionare affrontando singolarmente la questione della presenza eventuale in lista di ex amministratori della giunta Mazza, avanzando la disponibilità a “mitigare” tale presenza limitandone il numero ad uno o due presenze. Sulla questione invece della scelta del candidato a sindaco si proponeva il rinvio ad un’ulteriore incontro, fermo restando le valutazione già espresse nel primo.
Una discussione che non poteva avere sbocchi: non si trattava più di affrontare la situazione nella sua complessità, ma si trattava di “stringere” il movimento da me rappresentato ad accettare prima di tutto la presenza in lista di ex amministratori della giunta Mazza (seppur in numero limitato), essendo questa una posizione comune agli altri tre interlocutori presenti al tavolo.
È facile capire che per me, tenuto conto del mandato ricevuto dal movimento, la discussione non poteva proseguire.
Detto ciò, ringraziando e apprezzando il tentativo generoso portato avanti da questo nascente gruppo della società civile, convinti che al confronto non bisogna mai sottrarsi, e sicuri del fatto che l’unità non sia un valore in sé, ma assume valore se si tratta di unire le forze che desiderano il reale cambiamento nel modo di amministrare la cosa pubblica, io penso che al nostro movimento non resta altro che continuare lungo la strada tracciata, lasciando sempre spazio al confronto ed alla dialettica politica, in un dibattito libero, aperto e pubblico.