di Antonio Guerrieri*
LOCRI – Non vi erano dubbi che anche nel caso del Consorzio Termale di Antonimina-Locri la soluzione gestionale trovata dall’amministrazione Calabrese sarebbe stata una e una sola: privatizzazione!
E’ l’intenzione manifestata nella recente e contraddittoria dichiarazione stampa del Presidente del Consorzio, l’ex sindaco di Locri Macrì, nominato nel 2013 da Calabrese insieme all’imprenditore Zadotti in rappresentanza del Comune, poche settimane dopo la scadenza del termine dei due anni dalla fine del suo mandato amministrativo comunale del 2011 termine che la legge dispone come necessario per evitare incompatibilità tra le cariche.
Macrì e Zadotti, consiglieri d’amministrazione di un ente pubblico pur non avendo mai nascosto la loro sfiducia nella gestione pubblica degli enti, con Zadotti che già due anni fa dava le sue dimissioni per poi ritirarle dopo poco, esprimendo come unica strada la privatizzazione delle Terme prevaricando le funzioni proprie di indirizzo dei Consigli comunali e senza che il Sindaco ponesse la questione all’ordine del giorno del dibattito pubblico.
Oggi dopo un silenzio durato alcuni anni arriva a ciel sereno la decisione: Calabrese e il sindaco di Antonimina Condelli, più volte presidente dell’assemblea, firmano l’intenzione di privatizzare la gestione corroborati dal presidente del CdA Macrì che, nonostante abbia dimostrato notevoli capacità imprenditoriali nelle proprie attività agrituristiche site nei paraggi dello stabilimento termale, avrebbe dovuto già da tempo astenersi dalla gestione PUBBLICA date anche le risultanze della celeberrima ispezione ministeriale del 2012 che ha sancito numerose e gravi irregolarità durante il suo mandato da sindaco della Città di Locri.
Ciò è ora confermato dalle sue parole sul sostanziale equilibrio di bilancio del consorzio, senza considerare il pregresso, che però sarebbe appesantito da spese evitabili solo e soltanto, secondo lui, con “impossibili investimenti diretti” del Comune, parole che denotano una sorta di “coazione a ripetere”, letteralmente “una tendenza incoercibile, del tutto inconscia, a porsi in situazioni penose o dolorose, senza rendersi conto di averle attivamente determinate, né del fatto che si tratta della ripetizione di vecchie esperienze”.
Così come accadde con la sua giunta comunale che si caratterizzò per la quasi totale assenza di capacita di intercettare finanziamenti extracomunali e per decisioni affossa-bilancio, anche oggi, e nonostante i proclami durante la conferenza di insediamento del suo CdA, non sembra aver considerato altre strade che non siano o il diretto impegno del Comune o la privatizzazione totale dei servizi sulla scia del sindaco Calabrese che mentre dichiara eccedenza di personale affida sempre più servizi comunali ad aziende private.
Anche da sindaco Macrì si distinse, insieme alla sua Giunta con all’interno Calabrese, per non aver posto in essere nulla di efficace per salvare un altro consorzio pubblico, la sede distaccata di Locri dell’Università di Messina, ma la popolazione universitaria poté contare sul provvidenziale arrivo a Locri della Link Campus privata promossa da Zadotti.
Possono quindi determinare il destino di un ente pubblico le stesse persone chiamate a gestirlo e che contemporaneamente sono dichiaratamente e fortemente a favore del privato?
Si è fatto di tutto per coinvolgere Provincia e Regione nonché gli altri enti territoriali per lo sviluppo della nuova struttura? Sono stati poste in essere tutte le azioni necessarie alla riduzione del pregresso e all’ampliamento dei servizi sanitari e riabilitativi in convenzione con ASP e Regione Calabria? E’ stato dato corso in questi anni alle indicazioni della relazione del commissario prefettizio Niccolò avvenuta nel 2006? Perché si pone come problema la prossima messa a riposo del personale mentre proprio il Comune di Locri disdice, per motivazione politica, la convenzione LSU/LPU con la Regione Calabria? Perché mai bisognerebbe affidare ai privati l’intera gestione delle Terme, compreso l’aspetto sanitario, quando sarebbe al limite opportuno incentivare la sola imprenditoria privata nell’ambito alberghiero e di prestazioni di servizi benessere dentro e fuori la struttura? Perché non si studiano esempi virtuosi di stabilimenti termali gestiti pubblicamente piuttosto che citare terme a gestione privata?
Sono domande che meriterebbero di essere discusse, oltre che nei consigli comunali interessati, in un diffuso e articolato dibattito pubblico tra le popolazioni interessate nonché con l’interessamento di altre comunità viciniori e probabilmente anche di risposte istituzionali da parte della Prefettura che ha già chiuso più di un occhio in un’altra vicenda come quella del bizzarro autocommissariamento da parte del Sindaco nei confronti dell’Istituto Scannapieco con l’illegittima indicazione del solo segretario comunale dott. Scuglia come commissario in luogo della nomina di un nuovo CdA. Si faccia luce perché le antiche “Acque Sante Locresi” non diventino a breve vere e proprie Acque Sacre e quindi intoccabili.
*: Referente comunale Locri Sinistra Ecologia e Libertà
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