di Gianluca Albanese
SIDERNO – La notizia è passata quasi in sordina, ma riveste una notevole importanza per la vicenda processuale in sé, il ruolo pubblico ricoperto dall’allora imputato e per il clamore mediatico che suscitò l’operazione “Falsa Politica” dalla quale scaturì un procedimento celebrato con rito ordinario davanti al collegio presieduto dal giudice Alfredo Sicuro, durato oltre un anno e mezzo e conclusosi, lo scorso 16 marzo, con cinque condanne e due assoluzioni.
La Procura di Reggio Calabria, infatti, non ha inteso proporre appello avvero l’assoluzione di Antonio Commisso classe ’73, detto “Biona” ex assessore all’Ambiente del Comune di Siderno, assolto, lo scorso 16 marzo, per non aver commesso il fatto, in un processo nel quale venivano contestati l’associazione a delinquere di stampo mafioso e altri reati.
Una decisione, quella della pubblica accusa, che rende, di fatto, l’ormai ex imputato Antonio Commisso un uomo libero a tutti gli effetti.
“Biona”, difeso nel processo dagli avvocati Francesco Commisso e Giuseppe Belcastro, venne sottoposto a custodia cautelare, insieme agli altri imputati, il 21 maggio del 2012, quando scattarono le manette ai polsi di numerosi presunti affiliati alla consorteria criminale dei Commisso, a presunti “grandi elettori” e a politici ed ex amministratori.
Una detenzione preventiva, la sua, durata 441 giorni, trascorsi a studiare le carte, a leggere e a confrontarsi coi suoi avvocati in quella battaglia legale che vinse solo l’otto agosto del 2013, quando gli venne notificato il provvedimento di scarcerazione da parte del Tribunale della Libertà, dopo che in precedenza la Corte di Cassazione aveva rimesso allo stesso Tdl gli atti relativi al rigetto della prima istanza di revoca della custodia cautelare.
Affrontò il processo in stato di libertà, e andò tutto bene. Tra i suoi testi a discarico, come si ricorderà, il militante nella lotta alla ‘ndrangheta e padre di una vittima di mafia Mario Congiusta. Poi venne l’esame diretto il 4 dicembre del 2014, che Commisso affrontò in maniera pacata e sicura e quindi l’assoluzione il 16 marzo del 2015, divenuta, oggi, sentenza passata in giudicato.
Da oggi, dunque, “Biona” è un uomo libero a tutti gli effetti, e lo stesso si può dire per l’altro assolto del processo di primo grado, ovvero Rocco Commisso classe ’80, figlio di Giuseppe Commisso classe ’47 detto “il mastro”.