di Gianluca Albanese
LOCRI – Sono sfilati nuovi testi a discarico degli imputati Gattuso Francesco e Barranca Vittorio nell’udienza odierna del processo “Crimine” che vede alla sbarra 36 presunti boss e gregari delle principali cosche di ‘ndrangheta della provincia reggina.
Operatori economici e tecnici che operano nel settore dell’edilizia sono stati escussi dalla difesa dell’anziano presunto boss di Croce Valanidi Francesco “Ciccillo” Gattuso, tra cui l’imprenditore Agostino Siclari, che ha sottolineato la serietà del lavoro e la qualità dei materiali impiegati dalla ditta che fa capo proprio a Gattuso, nel campo dei rivestimenti in materiale bituminoso. Dello stesso tenore sono state le altre sei deposizioni, mentre per quanto riguarda la difesa di Vittorio Barranca, è stata svolta una comparazione tre le intercettazioni acquisite agli atti e quelle in possesso del consulente Antonio Milicia. Questi ha sostenuto che i contenuti coincidono in larga parte, con la sola eccezione di un dialogo tra gli imputati Giuseppe Commisso detto “‘u mastru” e Francesco Muià, nel quale quest’ultimo rivolgendosi al boss sidernese disse che «Vittorio Barranca non è attivo» intendendo col termine “attivo” la sua partecipazione alle attività del sodalizio criminale; secondo l’accusa Muià chiedeva al “mastru” se Barranca fosse attivo, mentre secondo la consulenza di Milicia, non si trattava di una domanda ma di un’affermazione. L’udienza è stata aggiornata a lunedì 22.