di Gianluca Albanese (foto d’archivio)
LOCRI – Risale alla scorsa settimana l’incontro a palazzo di Città tra i vertici della struttura tecnica della Sorical, i rappresentanti di maggioranza e opposizione in consiglio comunale e i membri del comitato civico “Moschetta”, per fare il punto della situazione sui lavori nelle condotte idriche che riforniscono le principali contrade cittadine (tra cui Moschetta, appunto, Merici e Canneti) che per anni hanno dovuto fare i conti con l’eccessiva presenza di alcuni elementi (in primis il manganese) nell’acqua che sgorga dai propri rubinetti. In quella sede, l’ingegner De Marco di Sorical, nell’esporre, insieme ai propri colleghi i risultati ottenuti grazie alle contromisure prese negli ultimi mesi, aveva assicurato che «La popolazione residente nelle contrade di Locri non riferisce lamentele».
Evidentemente, il direttore dell’area operativa della società che eroga le risorse idriche ai comuni calabresi non era al corrente della denuncia presentata alla locale stazione dei Carabinieri a fine gennaio da due cittadini residenti in contrada Moschetta, che segue di una ventina di giorni tre richieste di sgravio parziale di altrettante cartelle esattoriali, riferite alle forniture di acqua potabile per gli anni 2006, 2007 e 2008 con un’unica motivazione comune: l’asserita non potabilità dell’acqua fornita nella loro abitazione.
Al fine di corroborare le motivazioni addotte nella denuncia, i due cittadini hanno commissionato, a inizio dello scorso mese di dicembre, le analisi dell’acqua che sgorga nei rubinetti delle propria abitazione a uno studio privato; quest’ultimo, lo scorso 31 dicembre, ha rilasciato un certificato di analisi dal quale emergono dei valori di alcuni elementi di gran lunga superiori al limite consentito.
In particolare, il ferro risulta presente 337 volte il limite consentito, il nichel 80, il rame 13, l’arsenico 20, il piombo 141 e il manganese, addirittura, 7.502 volte rispetto ai valori consentiti.
Quanto basta, insomma, ai due cittadini di contrada Moschetta, a far mettere nero su bianco nella denuncia che «Non intendiamo effettuare il pagamento afferente la fornitura idrica, laddove è palese – è scritto nella denuncia – che, l’acqua fornita, risulta essere altamente nociva per la salute e quindi non assolutamente potabile».
I due querelanti, infine, chiedono «Che vengano individuati i responsabili di siffatto inquinamento idrico».
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