di Antonella Scabellone
LOCRI- E’ stata la giornata dell’ispettore Francesco Di Bellonia, sentito come teste dell’accusa nel processo “Morsa sugli appalti pubblici” che si sta celebrando con rito ordinario davanti al Tribunale penale di Locri, quella appena trascorsa.
Interrogato dal Pm della DDA Antonio De Bernardo, che ha concluso il suo esame iniziato alla precedente udienza chiedendo l’acquisizione di diverse informative emerse in corso di indagine, e contro-esaminato dagli avvocati difensori degli imputati interessati, il teste ha fornito chiarimenti in merito alle attività investigative svolte, in particolare sulle modalità di identificazione degli imputati intercettati.
L’avvocato Leone Fonte, difensore di fiducia di Tommaso Rocco Caracciolo, si è opposto relativamente al suo assistito all’acquisizione delle informative richieste dal Pm. Prima di riprendere l’esame del funzionario di polizia, in servizio dal 1995 presso il commissariato di Siderno, il Tribunale ha sentito la dottoressa Ciafone, psichiatra nominata quale CTU per periziare l’imputato Commisso Pietro.
L’ispettore Di Bellonia ha riferito, tra le altre cose, della cattura del latitante Antonio Galea, avvenuta nel marzo del 2011 a Siderno in casa dell’incensurato Domenico Panetta, e di quanto sia stata utile, a questo fine, una conversazione telefonica intercettata tra il Panetta e la moglie.
Concluso l’esame di De Bernardo la parola è passata ai difensori. Sono intervenuti tra gli altri gli avvocati: Antonio Speziale per Carmelo Muià; Angelica Commisso per Antonio Cordì; Antonio Alvaro per Commisso Pietro; Leone Fonte per Tommaso Caracciolo; per Cirillo Giulio l’avvocato Di Pietro e per Rocco Iacopetta l’avvocato Elia.
Le domande dei legali sono state finalizzate per lo più a dimostrare l’estraneità degli imputati ai fatti contestati, evidenziando che, in alcuni casi, gli inquirenti avrebbero compiuto degli errori di persona per omonimia tra soggetti delle stesse famiglie (es.Commisso Pietro); che alcuni imputati non hanno mai avuto precedenti di giustizia (Cirillo Giulio e Iacopetta Rocco) e che diverse circostanze emerse dalle intercettazioni non sono state verificate nella realtà (es.rapporti commerciali tra Muià Mino e i centri commerciali, in particolare i Portici, per fornitura carni).
Il processo proseguirà il 12 aprile con la continuazione del controesame del teste Di Bellonia da parte degli altri difensori.