di Giovanni Calabrese*
Ieri è stata una giornata importante per Locri e la Locride?
Il tour della Commissione parlamentare antimafia è arrivato nella nostra città che è stata posta sotto assedio per evitare che le forze malavitose potessero prendere di mira gli alti esponenti del parlamento italiano che si sono distinti con importanti iniziative nella lotta alla criminalità organizzata.
Un rigido programma istituzionale con “deviazione” fuori programma verso il Comune di Gerace per una visita “privata” al Sindaco ed alla Cattedrale con l’impegno “pubblico e politico” ad affrontare la “questione” dell’apertura d e dell’utilizzo dell’Ospedale di Gerace.
La carovana scendendo da Gerace, purtroppo, non ha avvertito il bisogno e la necessità di passare dall’Ospedale civile di Locri, ovviamente non per essere curati, ma per comprendere cosa sta accadendo e cosa è cambiato dopo l’omicidio dell’On. Le Fortugno e dopo che, a seguito di tale drammatico evento, lo stesso ospedale era stato posto sotto gestione “commissariale” a causa delle rilevate e non formalmente riscontrate da alcuna attività giudiziaria, infiltrazioni mafiose.
Poi a seguire, disconoscendo la presenza di istituzioni democraticamente elette e, soprattutto, in assenza di una bella cattedrale come quella di Gerace, di corsa e a sirene spiegate nella blindatissima Caserma di Via Cosmano, della cui importante realizzazione non vi alcun merito ascrivibile alle varie Commissioni Nazionali Antimafia.
Ma cosa rimane oggi di questa importante visita?
A mio avviso nulla. Solo tanta amarezza e profonda delusione.
Ancora una volta l’ennesima passarella politica in un territorio da sempre martoriato.
E mentre la città continuava ad essere blindata iniziava l’importante ed attesa conferenza stampa sul resoconto dell’importante tour.
Solite e note frasi di circostanza. Poi l’assurdo affondo di una gravità inaudita contro il Vescovo della Diocesi, Mons. Francesco Oliva.
Per quanto ascoltato e letto dai media dopo la conferenza stampa, per il Presidente piddino della Commissione Antimafia, in merito a quanto accaduto a Platì sulla concessione di una sala della parrocchia ad un gruppo di cittadini che volevano democraticamente dissentire da una forse esagerata opinione dell’On. le Marco Minniti, il Vescovo dissentirebbe dall’idea di quanto detto da Papa Francesco sulla scomunica dei mafiosi, e di fatto, essere un “involontario” sostenitore dell’ideologia ‘ndranghetista. “Che tristezza” – verrebbe da aggiungere.
Le sale della Chiesa di Platì, se non ricordo male, in un paese dove non sono molti gli spazi disponibili alla comunità, sono state aperte sempre a tutti ed in particolar modo da esponenti politici del PD per le prorie iniziative e campagne elettorali.
Difendere il “compagno” Minniti è un sacrosanto diritto della Bindi, fare illazioni e giudicare gratuitamente il nostro Vescovo è ingiusto ed inaccettabile.
Il PD continua a fare propaganda politica su Platì a sventolare la bandiera della legalità. I voti ottenuti a Platì alle ultime regionali sono solo quelli dei cittadini onesti, gli unici di Platì. Gli altri sono tutti voti dei mafiosi.
Sindaci e Vescovo trattati come criminali. Sindaci sotto controllo h 24, Sindaci “richiamati” per le proprie dichiarazioni.
Siamo in una sorta di dittatura dalla quale usciremo o morti uccisi dalla ‘ndrangheta o inquisiti, nella migliore delle ipotesi, solo perché amministriamo comuni ad alta densità mafiosa.
Cosa sanno la Bindi e company del disagio che vive un amministratore di un comune del genere?
Cosa sanno loro di beni confiscati, di abusivismo edilizio, di immobili da demolire, ordinanze da firmare, di occupazioni demaniali abusive, di alloggi popolari occupati, di terreni confiscati dalla ‘ndrangheta allo Stato, di mafiosi che presidiano il territorio a piedi ed in bicicletta?
Loro non sanno nulla, parlano per sentito dire, risolvono i problemi con le audizioni e con ridicoli cartelli stradali contro la ‘ndrangheta.
Tutto ciò è vergognoso ed inaccettabile.
L’On. Bindi non venga a fare la “professionista dell’antimafia”. L’antimafia in un territorio come il nostro si fa aiutando le popolazioni con azioni concrete, quotidiane, costanti e non con sterili passerelle.
Gli amministratori comunali, che si spendono in questi comuni, devono essere aiutati, supportati, tutelati e non additati come criminali o possibili collusi con il potere criminale che purtroppo è presente e dilagante nella Locride.
Se il potere criminale continua a dilagare la responsabilità è solo ed esclusivamente della politica che non è in grado o non vuole trovare le giuste ed adeguate soluzioni.
*: sindaco di Locri
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