di Francesca Cusumano
LOCRI- “Si o no alle trivelle?”E’ il quesito voluto da 9 Regioni (oltre la Calabria, Basilicata, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Veneto), le quali domenica 17 aprile dalle ore 7 alle ore 23, saranno chiamate a pronunciarsi sull’abrogazione della legge, norma contenuta nella Legge di Stabilità 2016. La norma in questione, riguarda che le concessioni a esplorazioni e trivellazioni dei giacimenti di idrocarburi entro dodici miglia dalla costa, abbiano “la durata utile della vita del giacimento nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”.
In pratica, si chiede di cancellare la norma che consente alle società petrolifere di estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia marine dalle coste italiane. senza limiti di tempo. Insomma, chi vuole eliminare le trivelle dai mari italiani deve votare Sì; se vincesse il SI, infatti, entro 5-10 anni, le concessioni verrebbero a scadere e quindi, l’attività estrattiva dovrebbe cessare. Chi al contrario, vuole che le trivelle restino senza una scadenza, deve votare No. Se vincesse il No (o se non si raggiungesse il quorum), le estrazioni di idrocarburi non avranno scadenza certa.
In ballo dunque, ci sono il rapporto tra energia e territorio nonchè il ruolo dei combustibili fossili.
Del citato Referendum abrogativo, se ne è discusso questa sera nella sede di LocRinasce, la cui partecipazione è stata numerosa, alla quale assemblea hanno preso parte i soci del Movimento politico cui hanno fatto seguito, gli interventi di Raffaele Ferraro, presidente di LocRinasce, il segretario, Emanuele Marando, Antonio Guerrieri, responsabile cittadino di Sel e infine, Maria Pia Pizzolante, membro del Coordinamento nazionale di Sel e portavoce della rete nazionale TILT.
Moderatrice dell’incontro, Alessandra Fragomeni, socia del Movimento, che nel premettere come circa un mese fa, sia nata l’esigenza di parlare del Referendum del 17 aprile, ha rimarcato l’estrema rilevanza che costituirà il raggiungimento del quorum, ovvero il 50% più 1 degli aventi diritto al voto.
Emanuele Marando, segretario di LocRinasce, ha illustrato gli aspetti tecnici del quesito referendario, quesito che chiederà ai votanti “se vogliono, che quando scadranno tali concessioni, vengano fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane, anche se c’è ancora gas o petrolio?” Da ciò, ne deriveranno o i Si o viceversa, i No.
Il presidente Raffaele Ferraro, ha spiegato ai presenti le ragioni per cui votare No. In primis, ha parlato delle trivellazioni effettuate da compagnie estrattive differenti, con la concessione che inizialmente dura 30 anni, poi prorogabile per altre due volte, cinque anni ciascuna, per un totale di 40 anni.
Secondo le ragioni del No, la perdita dei posti di lavoro, con il progressivo abbandono delle concessioni, auspicandone però l’incremento delle cosìddette energie verdi, senza però rinunciare a quello che la terra concede<<Il problema che viene posto alla nostra attenzione-ha detto Ferraro– è troppo complesso>>.
Le ragioni per cui votare Si, invece, sono state evidenziate da Antonio Guerrieri e poi da Maria Pia Pizzolante.
<< Il ragionamento del presidente Ferraro- ha esordito Guerrieri-fila liscio sia nei presupposti che nel merito, in una società come la nostra, in cui sembra non opportuno utilizzare gli impianti petroliferi che abbiamo. Sul tema dell’occupazione, chi lavora non può pensare di non esser reintegrato nel settore petrolifero. Sta tutto nella nostra coscienza. Il quesito del Referendum è debole per una decisione così importante, ma ha un valore politico da non sottovalutare. Affidiamo al popolo il potere di dare un segnale al Governo che, sta sbagliando dal punto di vista ambientale. Le ragioni del Si sono di buon senso rispetto a quelle del No, perchè sono motivate da ragionamenti logici che hanno una validità mentre quelli del No, hanno presupposti falsi. L’Italia non ha nessun vantaggio,ci stanno prendendo in giro, agendo in maniera criminale>>.
Per Maria Pia Pizzolante la disaffezione della gente nei confronti della politica, è di per sè comprensibile << Ma questa politica-ha commentato- è soddisfatta se il quorum non viene raggiunto. Il Referendum è uno strumento che chiediamo noi, per capire certe questioni. Io non mi occupo di questioni ambientali, ma di lavoro e welfare. Davanti a queste tematiche mi sono informata. Per quanto concerne il lavoro, il Governo parla della perdita di 5000 posti che, non è poco, ma forse nell’arco di 20 anni si possono ricollocare facilmente. Dobbiamo pensare quali settori rendere più produttivi. Il Governo ci prende in giro, quando parla per l’appunto, di perdita di lavoro >>.
<<Votare Si o No-ha proseguito la Pizzolante- l’importante è recarsi alle urne, per un quesito che apre interrogativi forti. Perché la classe politica deve decidere al posto nostro, quando possiamo farlo noi? Io voto Si, proviamo a contribuire ad una scelta, soprattutto per le nostre e per le altre vite>>.
Al termine, un interessante dibattito, cui qualcuno del parterre, non ha esitato di esporre ai relatori alcune riflessioni.