LOCRI – Dalla saletta dell’Ymca di Siderno a quella, più ampia, di palazzo Nieddu del Rio in Locri il passo è consistente. Proprio così, i sostenitori di Matteo Renzi nella Locride crescono, si sentono movimento e ieri hanno registrato un buon numero di adesioni nello storico ritrovo locrese. I lavori sono stati condotti dalla giovane cauloniese Elisabetta Cannizzaro, e si è parlato di tutto, delle priorità programmatiche (lotta alla povertà e alle diseguaglianze sociali, contrasto alla criminalità, interventi a sostegno delle famiglie e delle piccole e medie imprese, valorizzazione del turismo e potenziamento delle grandi arterie stradali, anche e soprattutto intercettando le risorse dell’Unione Europea), ma anche di massimi sistemi, ideologia, dottrina ed economia. Perchè va bene l’approccio del primo cittadino di Firenze alla politica privo di demagoia e svuotato di retorica, ma, per dirla con l’idioma lavato sulle sponde dell’Arno «L’è sempre politiha». E allora erano tutti lì, tra dissidenti dei circoli cittadini (Messineo di Siderno, Mammoliti di Locri, Tucci e Grenci di Caulonia), pensatori autonomi pur essendo vicini alla maggioranza cittadina (Errigo di Siderno) e un buon numero di simpatizzanti che vedono nelle primarie del prossimo 25 novembre una buona occasione per affermare un altro modo di fare politica che consenta al Paese di uscire dal Ventennio berlusconiano, più volte evocato dagli interventi dei presenti, specie da Bruno Grenci, estroso e ispirato da vena poetica. Certo, ci sono scadenze imminenti (la raccolta degli elettori nell’apposito registro che inizia il 4 novembre) e regole mal digerite delle primarie, ma la platea di sforza di non andare al muro contro muro coi bersaniani, perchè, come ha detto l’ex assessore provinciale Attilio Tucci «oggi siamo stati bravi a non parlare male di nessuno, mentre gli altri continuano a buttare fango», anche se «le regole imposte ci mettono in difficoltà perchè non sappiamo più cosa ci chiederanno dopo averci schedati, ma noi non ci arrendiamo, lottiamo contro lo spirito conservatore di chi vuole ancora una politica di nominati e non una classe dirigente fatta da persone liberamente e democraticamente elette». Quindi, dopo una stoccata a quello che il consigliere di opposizione in Consiglio a Caulonia definisce «Il ticket Bersani-Vendola che scatterà in caso di ballottaggio, che – ha detto Tucci – tradisce lo spirito autentico del Pd e lo sbilancia verso l’ala più radicale della sinistra, quella che, per intenderci, non ha mai avuto il coraggio e la concretezza di fare le riforme vere a favore della sua gente», una riflessione che sembra fatta su misura per una certa vulgata meridionalista in voga da queste parti. «Inutile dire quello che tanti sostengono – ha detto – che la ‘ndrangheta è una conseguenza delle sopraffazioni sabaude post-unitarie. Servono piuttosto – ha proseguito – programmi in cui si indichi come priorità assoluta la lotta a ogni forma di criminalità, specie quando inquina il tessuto delle istituzioni». Prima delle conclusioni della Cannizzaro e ancora prima dei versi declamati da Grenci, ha parlato la giovane militante sidernese Mariagrazia Messineo, che dopo aver letto un intervento dell’ex governatore Loiero ha sostegno di D’Alema, ha commentato che «Se è Loiero a tessere le lodi di D’Alema, qualcosa dovrà pur significare».
GIANLUCA ALBANESE