di Emanuela Alvaro
SIDERNO – Questa mattina nella sala consiliare si è discusso degli ambiti territoriali omogenei e dei sistemi di sviluppo locale partecipati. Dopo gli incontri nell’Area dello Stretto e in quella Grecanica, la giornata di oggi è stata dedicata alla Locride e alla Tirrenica. Tutte attività di preparazione all’evento organizzato per il 22 e 23 aprile nel corso del quale si presenterà il documento programmatico “Reggio Nord 2020” e dove i territori della provincia di Reggio Calabria avvieranno formalmente la fase di costruzione delle linee di indirizzo per il Piano strategico della Città Metropolitana.
I Forum di preparazione all’appuntamento di fine mese, saranno l’occasione per un confronto tra i territori sui punti di forza e debolezza degli stessi, sulle vocazioni e sulle politiche di indirizzo per lo sviluppo e la valorizzazione dei luoghi.
Ad avviare i lavori la giornalista, Teresa Munari, e il primo cittadino, Pietro Fuda, il quale ha ricordato come, ancora sull’argomento si debba stimolare il dibattito e aprire alla partecipazione, con tutto quello che significa fare parte di un territorio lontano dalla Città Metropolitana e con i tanti problemi ai quali si deve fare fronte. Il tutto “appesantito” da imposizioni calate dall’alto nei diversi settori. Fuda si è soffermato su quelle prese in tutti questi anni da Ferrovie dello Stato e Anans, le quali inevitabilmente non hanno dato le giuste chance alla zona.
Maurizio Malaspina, il coordinatore tecnico – scientifico del documento “Reggio Nord 2020”, ha spiegato il lavoro fatto fino ad ora, focalizzandosi su aree omogenee, cercando di dare contenuto ad uno strumento di assesto amministrativo e facendo capire ai cittadini che si può interagire personalmente. Ha parlato delle politiche nei vari settori fino ad ora del tutto slegate dal contesto, mancando un piano ed una vision strategica su tutto il territorio. Malaspina ha anche ricordato come i Forum territoriali siano stati concepiti come momento di confronto su tematiche da sviluppare negli stessi territori, arrivando a realizzare documenti di indirizzo della pianificazione strategica, evitando di perseverare nella logica che la Città Metropolitana sottragga qualcosa al resto della provincia.
Nel corso della mattinata, per la verità alla presenza di pochi cittadini, si è discusso degli sbagli fatti, considerando ciò che si produrrà dalla Città Metropolitana, opportunità da cogliere per tutta la provincia, anche per le particolarità che la contraddistingue dalle altre.
Di una Città Metropolitana che nasce da una “normativa arruffona” ha parlato il presidente del Comitato del sindaci della Locride, Giuseppe Strangio, soffermandosi su ciò di cui in tanti anni si è parlato e provato a fare in termini di rete e prospettive di un territorio che da sempre, senza riuscirci, avrebbe dovuto puntare sulle proprie tipicità.
Strangio ha ricordato come negli ultimi venti anni si sia discusso della vocazione e delle linee di sviluppo della Locride, ma che di fatto gli amministratori si sono trovati molto spesso a lottare contro i mulini a vento. Ora la Città Metropolitana che funzionerà solo con l’interconnessione dei territori è, come si sente da tempo, da riempire di contenuti, ai quali devono partecipare i cittadini di questi territori che, per Strangio, il quale dà la massima disponibilità, sono stati per troppo tempo “nell’ordine illusi, sedotti ed abbandonati”.