di Adelina B. Scorda
BOVALINO – Chiuse le indagini del primo filone d’inchiesta per il sistema depurativo dei comuni di Bovalino, Benenstare e Casignana. L’ipotesi di reato è inquinamento ambientale, undici le persone coinvolte. Gli indagati sono l’ex sindaco di Bovalino Tommaso Mittiga, gli attuali commissari prefettizi del Comune, Gentile, Consolo e Correale, l’attuale e il precedente responsabile dell’ufficio tecnico, Varbaro Giuseppa, Pelle Antonio e Crisarà Rocco.
Il procedimento tocca anche il sindaco di Benestare Rosario Rocca, il responsabile dell’area tecnica del Comune, Armeni Domenico, ma anche il sindaco di Casignana Vito Antonio Crinò e il capo dell’ufficio tecnico, Di Gori Giulio. Secondo quanto indicato nella relazione conclusiva le indagini preliminari, con varie responsabilità gli undici avrebbero “abusivamente cagionato, nei territori comunali di rispettiva competenza, per causa dell’irrazionale gestione delle reti fognarie rispettive, un deterioramento significativo e misurabile delle acque marine e di porzioni significative del suolo e del sottosuolo”.
A consentire agli inquirenti di chiarire il quadro probatorio, per ritenere dimostrato il reato d’inquinamento ambientale, le segnalazioni e il materiale fotografico della guardia costiera, gli accertamenti effettuati dal consulente tecnico nominato dal pm Ezio Arcadi.
L’esistenza di un serio inquinamento di alcune aree nei comuni interessati e la dipendenza di tali fatti lesivi, dall’irrazionale gestione delle reti fognarie pubbliche, risultano, a chiare lettere, anche dalle contestazioni di violazioni amministrative, dalle rilevazioni compiute sulle reti fognarie dal consulente tecnico del pm, oltre che in forma indiretta anche dai divieti di balneazione che i Comuni di Bovalino e Bianco sono stati costretti a emanare a causa delle diffide dell’Arpacal.
Nel merito del procedimento, i reati contestati sarebbero stati accertati attraverso il lavoro d’indagine per il periodo che va dal 4 agosto 2015, a questa data risulta la prima annotazione della guardia costiera di Bovalino, al febbraio di quest’anno, data del sequestro preventivo ancora in atto. A essere specificato nelle carte, la distinzione fra il procedimento che riguarda le stazioni di sollevamento di Bovalino, Benestare e Casignana, con quello che interessa il comune di Bianco.
Si chiarisce che “ il sequestro preventivo eseguito in data 10/02/16, /nessuna sovrapposizione prospetta col sequestro probatorio eseguito in data 15/07/15 dalla guardia costiera di Bianco, atteso che quel provvedimento aveva (ed ha) oggetto, esclusivamente il depuratore consortile di Bianco”.
Il quadro delineato dalla relazione degli inquirenti, mette nero su bianco lo stato di abbandono e le criticità di un sistema deficitario. Risulta costante lo sversamento di liquami, in particolare in prossimità del torrente Careri e della stazione di sollevamento denominata “bivio Bovalino Superiore”, qui i reflui sverserebbero quasi direttamente nel torrente Malachia.
Non è migliore la condizione del comune di Benestare, dove è stato accertato che nessuno degli impianti di sollevamento sarebbe in funzione, causando il conseguente scarico dei reflui direttamente nel terreno in prossimità degli impianti. Si fermerebbe, inoltre, al 2012 la documentazione presente al Comune. Gli inquirenti, infatti, non hanno trovato nel Comune nessuna documentazione che accertasse le richieste di ripristino degli impianti di sollevamento o nessun atto volto a segnalare la necessità di intervento.
A Casignana l’impianto risulta fermo. Il sollevamento S5, “che rappresenta la stazione di pompaggio verso il depuratore, passando per la S6, e che dovrebbe ricevere tutti i reflui provenienti dal comune di Bovalino, Benestare e Palazzi di Casignana per spingerli alla stazione successiva, allo stato attuale, nonostante le somme spese per il suo funzionamento, è assolutamente fermo”. Da qui si evince, con pochi o nessun dubbio, che “non essendo in funzione né l’impianto S3, S4 e S5, i reflui che dovrebbero confluire da Benestare, Bovalino e Palazzi di Casignana, non raggiungono il sollevamento S6 che pompa all’impianto di depurazione consortile di Bianco, determinando lo sversamento lungo l’intera rete che corre nella fascia da Bovalino a Palazzi, nonché l’inquinamento a monte causato dalle problematiche della rete fognaria di Benestare”.
Una serie di dati dimostrerebbero il permanere dello stato di inquinamento di vari siti del territorio comunale di Bovalino e ovviamente del mare, con uno sversamento di reflui non depurati pari a 7/8 mila litri all’ora che “tenuto conto della stagione non turistica rappresentano un valore di assoluto allarme”.
L’inquinamento sarebbe stato dimostrato, oltre che dai risultati ben superiori ai limiti tabellari delle analisi eseguite dall’Arpacal, dalle osservazioni della guardia costiera protratte senza soluzione di continuità dal 2012 ad oggi. Questo è quanto si legge “volendo restare nei limiti dell’ultimo scorcio temporale”.