di Gianluca Albanese
PLATI’ «Esprimo il mio personale plauso per la competizione elettorale che si è ufficialmente aperta a Platì. Finalmente, due liste in campo che cercheranno il consenso per poter finalmente amministrare questo paese troppo spesso dimenticato anche dallo stato di diritto».
Con queste parole, il Giudice di Cassazione Romano De Grazia, presidente del Centro Studi Lazzati e primo relatore del testo delle legge che impedisce ai pregiudicati di fare campagna elettorale, ha commentato la presentazione delle due liste alle elezioni comunali a Platì. Con una punta di amaro in bocca, certo, per una vicenda passata che è rimasta tuttora irrisolta.
«Nel 2012, per provocare i cosiddetti “professionisti dell’antimafia” che popolano i salotti televisivi, proposi loro- racconta il Giudice De Grazia – di candidarsi in tanti centri alle prese con la piaga della ‘ndrangheta, tra cui Melito, Briatico e, appunto, Platì. Nessuno di loro accolse il mio appello e allora decisi di candidarmi in prima persona, insieme ad alcuni attivisti del Centro Studi Lazzati e ad alcuni cittadini di Platì che compresero bene il senso della mia iniziativa. Avevamo già – prosegue De Grazia – tutti i documenti pronti, quando arrivò, in maniera improvvisa e immotivata, la notizia che il Governo allora presieduto da Mario Monti e con Annamaria Cancellieri ministro dell’Interno, decise di escludere Platì dal novero dei Comuni chiamati al rinnovo del consiglio comunale. Allora, non fui io a tirarmi indietro, ma fu lo stato di diritto che negò ai platiesi la possibilità di eleggere i propri amministratori. Vorrei pure ricordare, che due parlamentari come Emanuele Fiano e Achille Serra presentarono due interrogazioni al ministro per chiedere come mai non si potesse votare a Platì, nonostante un alto magistrato come me avesse dato la disponibilità a candidarsi, ma rimasero senza risposta».
Il Giudice De Grazia, oggi candidato consigliere comunale a Scalea, insieme a quattro attiviste del Centro Studi Lazzati, biasima ancora una volta il silenzio dei grandi media nazionali sulla Legge Lazzati, e si augura che in tutti i Comuni chiamati al voto del 5 giugno ci siano candidati pronti a sposare lo spirito della Legge Lazzati, «Anche a Platì – ha concluso – della quale mi è rimasto un buon ricordo e nella quale avevo stretto un buon rapporto coi tanti cittadini per bene che sono la stragrande maggioranza della popolazione».
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