di Gianluca Albanese
LOCRI – Le hostess all’ingresso del cinema Vittoria distribuiscono il programma elettorale; sul grande schermo viene proiettato il video promozionale realizzato da Asimmetrici film; la sala è gremita e la gente scatta in piedi quando la manifestazione ha inizio con le note dell’inno di Mameli, mentre le prime due file sono riservate a esponenti della politica nazionale, regionale e provinciale; in platea ci sono pure gli ex alleati Eliseo Sorbara e Tommaso Raschellà, che decisero di candidarsi nella lista “Obiettivo Locri” poi non ammessa alla competizione elettorale; non manca – e non guasta affatto – un discreto gineceo.
Ha fatto le cose in grande Giovanni Calabrese, candidato sindaco di “Tutti per Locri”, cercando di trasmettere passione, entusiasmo e, per usare uno dei cavalli di battaglia del centrodestra italiano da Berlusconi in poi, dare il senso della politica “del fare”. Il titolo del brano scelto per la campagna elettorale (“L’essenziale” di Marco Mengoni) sembra stridere con l’importante dispiegamento di risorse, anche e soprattutto umane. “Risolleviamo la città dalle rovine” e “Ti diranno…”che te e importa? Chi te lo fa fare? Ne hai solo da perdere. Sei pazzo, incosciente, visionario, idealista. La lealtà, l’onore, la coerenza non pagano. Pensa a te stesso, pensa al tuo futuro…” Ma noi al futuro ci pensiamo ogni giorno perchè noi siamo qui. Ed ora” sono i contenuti dei manifesti scelti per la campagna elettorale dell’ex assessore provinciale che utilizza col contagocce il gergo della destra universitaria del Fuan nella quale è cresciuto per mostrare cultura di governo, tanto che il sindaco di Palmi Giovanni Barone dice che «Voi locresi siete fortunati ad avere un candidato sindaco come Giovanni Calabrese che incarna i valori della solidarietà e della sussidiarietà propri della Dc dalla quale provengo”; un vero e proprio endorsement, dunque, se si pensa che quasi tutti i sindaci del dopoguerra (escluso Francesco Macrì) sono cresciuti proprio nella Democrazia Cristiana.
FRANCESCO MACRI’
Dicevamo dell’ex sindaco. Ha scelto di non candidarsi e, nella veste inedita di padre nobile del centrodestra locrese, tocca a lui iniziare la lunga serie di interventi, preceduto solo dall’introduzione della conduttrice Margherita Catanzariti e dalla proiezione del video girato da Bernardo e Nazareno Migliaccio Spina con Vincenzo Caricari che, utilizzando la tecnica dei documentari, hanno mostrato tutte le cose che non vanno a Locri con la colonna sonora di Biagio Antonacci che canta “Liberatemi”. Macrì esordisce dicendo che «Dobbiamo continuare il progetto amministrativo iniziato nel 2006 e poi interrotto forse per qualche errore di gioventù, forse per altro. Ora – ha proseguito – bisogna ricominciare dopo il terribile black out durato due anni e caratterizzato dalla ostinata ricerca di un dissesto finanziario che non esisteva, e riportare a Locri tutto ciò di cui questa città era orgogliosa e che negli ultimi due anni è scomparso».
LE PRIORITA’ PROGRAMMATICHE
Margherita Catanzariti le legge tutte d’un fiato, estrapolandole dal programma che è stato distribuito all’ingresso. Tra queste, vanno ricordati i seguenti punti: « Cancellare la distanza tra i cittadini e le istituzioni attraverso dialogo e confronto. Dare attuazione concreta a tutti i meccanismi di partecipazione previsti dallo statuto. Lotta alla ‘ndrangheta e sinergia tra polizia locale, magistratura e forze dell’ordine; riorganizzazione del personale dell’Ente. Convenzione con altri comuni per l’erogazione dei servizi e sburocratizzazione degli stessi. Ricorso al project financing per la realizzazione delle opere necessarie. Stimolo dell’imprenditorialita’ innovativa. Valorizzazione delle grandi manifestazioni, museo archeologico nel centro di Locri e realizzazione del nuovo lungomare. Ripresa della previsione progettuale del porto turistico e del water front. Sviluppo della raccolta differenziata partendo da edifici pubblici e esercizi commerciali. Costituire un gruppo di lavoro per aiutare le famiglie bisognose e dare supporto ad anziani e diversabili di concerto con l’Asp, istituendo altresì un comitato politico tecnico per tutelare l’ospedale di Locri. Infine, si deve accelerare sul Piano Strutturale Comunale limitando il centro storico e dando impulso ai piani d’insediamento produttivi».
I CANDIDATI
Vengono chiamati dalla conduttrice sul palco e intervengono tutti. Chi a braccio, chi col discorso scritto. Chi in maniera sintetica e rapida, chi prendendosi qualche minuto in più. Tra i contenuti espressi dai candidati di una lista formata con i nomi espressione dei quattro grandi “azionisti” della coalizione (Calabrese, Sainato, Macrì e Carabetta) non possono non essere citate un paio di battute – sarebbe meglio dire “stoccate” – rivolte alla coalizione avversaria. E così Eva Cappuccio prende spunto dalla supposta scarsa attitudine al sorriso del candidato sindaco avversario Antonio Cavo e riprende una frase di Pino Mammoliti della manifestazione di ieri sera tenuta da “Impegno e trasparenza” in piazza per citare Charlie Chaplin che diceva che «Un giorno senza sorriso è un giorno perso. Figuriamoci cinque anni…». Peppe Fontana, invece, usa una metafora nautica: «Chi ha abbandonato la nave sei mesi fa ora vorrebbe ritornare, ma al massimo lo farebbe da clandestino e mai da capitano». Di particolare rilievo gli interventi dei veterani. Alfonso Passafaro, che in questi mesi ha creduto più di tutti nella ritrovata unione del centrodestra locrese ha detto che «Il progetto del centrodestra unito parte con due anni di ritardo e ora, dopo le divisioni di due anni fa siamo finalmente tornati uniti e coesi, tanto che nessuno sgomita per avere incarichi e assessorati». Quindi, l’ex capogruppo di “Leali alla città” anticipa alcune priorità programmatiche: «Propongo – ha detto – di aprire almeno due volte al mese il palazzo della cultura ai cittadini per ascoltare le loro istanze e necessità» e poi punta dritto «Contro la ‘ndrangheta che ha rovinato questa città nel passato e dalla quale vogliamo tenere le distanze. Chi amministra la cosa pubblica – ha detto Passafaro – deve dare l’esempio ecco perchè ripudiamo ogni forma di sostegno da parte di ambienti malavitosi». A lui vanno i ringraziamenti di Raffaele Sainato, che ne ha riconosciuto i meriti e ha premesso che «Il 26 e 27 maggio non vince Calabrese: vince la città di Locri». Quindi, rivendicando i meriti della stabilizzazione dei 42 Lsu-Lpu al Comune ha detto che «L’amministrazione Lombardo ha spianato la strada ai commissari i quali ora tolgono il sonno a venti famiglie locresi visto che la Crea ha detto che ci sono venti esuberi nella pianta organica dell’Ente. Noi – ha detto – faremo di tutto per evitare che venga perso un solo posto di lavoro» e, a proposito della grave situazione finanziaria del Comune rilevata nella relazione Cervellini «Lo sappiamo che l’oggetto dell’ispezione ha riguardato gli anni dal 2007 al 2011, ma sappiamo pure che il grosso del disavanzo lo hanno creato le amministrazioni che hanno preceduto la giunta Macrì, tra cui quella dell’allora sindaco Lombardo, come dimostrano i residui attivi del 1999 che noi cancellammo dopo il nostro insediamento nel 2006». Non manca una stilettata contro Pino Mammoliti: «L’unica cosa giusta che ha fatto Lombardo – ha detto Sainato – è stato non candidarlo a sindaco, visto che da anni getta fango sulle famiglie che hanno fatto la storia politica di Locri, non risparmiando nemmeno chi ha perso la vita».
I BIG
Dicevamo del grande dispiegamento di esponenti politici nelle prime file. C’è l’imbarazzo della scelta. Si va dai parlamentari Caridi e D’Ascola ai consiglieri regionali Gianni Nucera, Gigi Fedele, Pietro Crinò e Candeloro Imbalzano; quindi l’assessore provinciale Eduardo Lamberti Castronuovo e la consigliera provinciale Sandra Polimeno. Più una nutrita rappresentanza di altri esponenti di rilievo come Franco Crinò, Walter Melcore, Pietro Sgarlato e Antonio Zurzolo. Dal palco il senatore D’Ascola ritiene che «candidarsi a sindaco oggi sia un atto di eroismo perchè le amministrazioni comunali devono fare i conti con parecchi vincoli non determinati dalla loro volontà. Ecco perchè – ha concluso – andrebbero rinegoziati i termini dei trattati che impongono il rispetto del patto di stabilità». L’altro inquilino di palazzo Madama Caridi vede nella candidatura di Calabrese «Un’occasione di rilancio per una città mortificata come mi apparve quando feci una visita istituzionale e trovai un comune semivuoto». Edi Lamberti, che scelse Locri per celebrare le sue nozze osserva che «E’ importante la presenza di molti sindaci qui, oggi. La Locride – ha detto – ha bisogno di passione e Giovanni Calabrese ne ha da vendere», preannunciando altresì che il conduttore Rai Osvaldo Bevilacqua realizzerà a breve una puntata del suo programma proprio a Locri
GIOVANNI CALABRESE
Il candidato sindaco non ruba la scena. Si prende appena un quarto d’ora delle due di durata totale della presentazione. Sarà anche diventato più moderato, ma quando parla lo fa d’impeto, a braccio. Segue l’istinto o, per dirla col titolo del romanzo della conduttrice Catanzariti «Segue sempre il gatto bianco». Circondato dai big sul palco esordisce dicendo che «Li ho voluti qui con me oggi perchè non sarò un sindaco solo ma avrò al mio fianco la classe dirigente regionale e nazionale». Quindi, la risposta a una domanda posta da Lente Locale nei giorni scorsi, che aveva chiesto lumi sulla mancata candidatura dell’ex vicepresidente del consiglio comunale Capogreco. «Anna non si è candidata – ha detto Calabrese – perchè mesi fa ha ricevuto un avviso di garanzia per vicende extrapolitiche e sinceramente non voglio permettere a qualche disperato di cogliere l’occasione per attaccare me, come già successo in passato, quando anche i miei familiari e i dipendenti della struttura nella quale lavoro furono oggetto di attacchi». Già, il call center. Come non citarlo dopo la denuncia presentata da Pino Mammoliti per la contestata mancata iscrizione dell’immobile nei ruoli dei tributi comunali? Calabrese rivendica il ruolo dell’impresa nel creare «Lavoro stabile e ben retribuito per trecento dipendenti. Ecco perchè – ha anticipato – l’imprenditore Costamagna sarà insignito della cittadinanza onoraria di Locri quando andremo al governo della città». Quindi, un’altra succosa anticipazione: «Raffaele Sainato sarà il vicesindaco di Locri» e una raffica di repliche alle tante iniziative intraprese (anche a mezzo di manifesti) da Pino Mammoliti. «Ha denunciato in Procura presunti sperperi del Comune quando amministravamo e la Guardia di Finanza, nel prendere i fascicoli, non ha potuto che rilevare che i concerti di Pino Daniele e Fiorella Mannoia sono costati soltanto 14.000 euro al Comune, mentre hanno portato, così come la Notte Magica, un sacco di gente qui». Dopodiché ha parlato da sindaco in pectore: «Indosserò la fascia tricolore nel momento più difficile della storia di Locri ma noi possiamo ribaltare questa difficile situazione perchè siamo per la cultura del fare e possiamo contare non solo sui sedici candidati, ma su centinaia di volontari per Locri, tanto che il 28 mattina ripuliremo la città dai rifiuti, rimetteremo in sesto il parco giochi, puliremo la spiaggia e poi guarderemo alle altre emergenze, come quella del cimitero da far tornare a una condizione dignitosa, levandogli quella discarica che qualcuno ha osato chiamare “isola ecologica”».