SIDERNO – Più interlocutoria di così non si può. La dichiarazione rilasciata dal sindaco di Casignana alla collega di Calabria Ora Simona Musco non tocca, se non di striscio, i contenuti del vertice di ieri a Lamezia terme tra i sindaci locridei e il presidente della Regione Calabria Scopelliti. Pietro Crinò, infatti, ha lasciato trasparire solo una moderata soddisfazione perché, ha detto alla collega Musco “Scopelliti è stato di parola”. Ma non spiega cosa sia siano detti i partecipanti al vertice lametino, e soprattutto nulla toglie e nulla aggiunge ai 24 milioni che la Regione ha destinato ai progetti del nostro comprensorio, che interessano 26 comuni. E allora, le parole dell’ex presidente dell’assemblea di AssoComuni locridea sembrano comporre una classica “frase di circostanza”, dietro la quale potrebbe nascondersi una reale insoddisfazione, specie perché il progetto che il suo Comune fu tra i primi a presentare, e teso alla valorizzazione della villa Romana di contrada Palazzi, venne redatto, secondo i bene informati, proprio con un costante contatto con la Regione Calabria e poteva contare sul supporto di un partner privato nella misura del 40%, come indica la filosofia degli stessi Pisl. Un progetto che, è il caso di ricordarlo, non è stato finanziato. Una sostanziale bocciatura, insomma. Che aumenta i malumori dei sindaci dell’area Sud della Locride che sarebbero pronti a fare ricorso al Tar, incanalandosi nel solco dei costumi diffusi da amministratori e poltici del nostro comprensorio: chi amministra, infatti, in caso di difficoltà si rivolge al Tar; chi sta all’opposizione, invece, invoca l’intervento del Prefetto. Due organi che non sono frutto della sovranità popolare.
GIANLUCA ALBANESE