di Gianluca Albanese
LOCRI – «Luca Mazzaferro si trovava in Croazia il giorno in cui venne accusato di tentato omicidio nei confronti di Giuseppe Aquino. A dimostrarlo è un ordine di bonifico al Monte dei Paschi di Siena che lo stesso fece quel giorno e che chiedo di acquisire agli atti del processo».
L’avvocato Antonio Nocera, a margine dell’udienza odierna del processo “Circolo Formato”, contro amministratori e presunti capi e gregari delle cosche di ‘ndrangheta di Gioiosa Marina, ha tirato fuori il jolly. Proprio così, la pezza d’appoggio che dimostrerebbe che il 28 agosto del 2008 gli spari contro l’auto del rappresentante della famiglia storicamente avversa ai Mazzaferro non furono esplosi dal suo assistito. E’ il dato principale che è emerso nell’udienza durata poco più di un’ora davanti al collegio presieduto dal giudice Amelia Monteleone. Lo stesso Luca Mazzaferro, dal carcere di Siano laddove si trova in stato di detenzione, ha chiesto di rendere delle dichiarazioni spontanee in ordine a quanto contestato ad Aquino Giuseppe e riguardanti quella che ha definito «La presunta cosca Mazzaferro». Dopodiché il collegio ha compiuto una verifica in previsione dell’esame degli imputati che avrà luogo il 5 e 6 giugno prossimi. Si avvarranno della facoltà di non rispondere gli imputati Agostino Fabio, Agostino Domenico e Mazzaferro Rocco, così come Gargiulo Vincenzo che era stato citato come teste di Agostino Domenico. Si sottoporranno all’esame, invece, gli imputati assistiti dall’avvocato Leone Fonte e Agostino Giuseppe, Agostino Francesco, Agostino Massimiliano, ma soprattutto l’ex sindaco di Marina di Gioiosa Rocco Femia. Tra i testi per i quali è stata chiesta la citazione, inoltre, ci sono il grafico Nicodemo Femia, che secondo quanto riferito dall’avvocato Francesco Macrì in aula «Fu lui a elaborare graficamente il simbolo della lista elettorale a sostegno di Rocco Femia e non Rocco Mazzaferro, come sostiene l’accusa», mentre l’avvocato Nocera ha chiesto l’escussione del geometra Prisco dell’Astaldi e dell’ingegnere Palmigiano della Gioiosa Scarl per fornire ulteriori delucidazioni sugli appalti per i lavori di variante delle nuova statale 106 all’altezza di Gioiosa Marina. Il pubblico ministero Sirleo, dal canto suo, ha chiesto l’audizione della teste Imbruglia che avrebbe sentito riferire dall’allora poliziotto in servizio al commissariato di Siderno Franco Avenoso parole relative a un “rigetto” che l’accusa reputa attinente alla richiesta di rilascio del porto d’armi di Primerano Vincenzo. Dicevamo dell’imputato Avenoso. Oggi ha deposto come teste a discarico il vice questore Rocco Romeo, dirigente del commissariato di Siderno dal 2005 al 2007. Romeo, durante la breve escussione, ha detto che «Avenoso svolgeva la sua attività normalmente e non fu mai chiacchierato» aggiungendo che «Fu lui a chiedere di essere trasferito dalla sezione investigativa al centralino del commissariato». In precedenza, era stato sentito il direttore del Sert di Siderno Francesco De Matteis, che ha riferito delle cure prestate dalla sua struttura nella prima metà del decennio passato all’imputato Nicola Pignatelli, che il medico cittanovese ricorda come «un paziente che abusava di cocaina, eroina e cannabis, tanto che seguì una terapia farmacologica». De Matteis ha aggiunto che «La dipendenza non solo fisica ma psicologica da questo tipo di sostanze stupefacenti può sfociare in politossicomania e compromettere parecchi neuroni». L’avvocato Nocera ha aggiunto che «Pignatelli fu arrestato negli anni ’90 in Piemonte e in Lazio proprio per possesso e uso personale di cocaina». L’udienza è stata aggiornata al prossimo 16 maggio, quando verranno sentiti i consulenti Lupis, Milicia e Tredici.