RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
(Foto di repertorio)
Dal programma escursioni 2016, “Rifugi e Bivacchi una piacevole sosta” il percorso che si terrà sabato 28 e domenica 29. Di seguito il programma.
Sabato raduno ore 16.00 a Staiti
Partenza per rifugio Cuvolo ore 16.15
Domenica raduno ore 9.30 Staiti. Partenza escursione ore 10.00.
Sabato 28 dopo cena, una breve escursione notturna che dalla Baita di Falcò ci porta al rifugio Cuvolo dove si pernotta.
Grazie alla preziosa luce della luna, percorreremo questo breve itinerario tra i bei boschi di Monte Ceresia, cornice a questo scenario di rara bellezza e ammireremo luoghi meravigliosi sia a livello paesaggistico che naturalistico-ambientale.
A conclusione dell’escursione, prima di entrare in tenda, ti fermi, scende il silenzio su tutto, fa uno strano effetto restare così soli, vicino al fuoco. Soli, si fa per dire, perché, piano piano, più ci si abitua al silenzio più si identificano le leggere sfumature della notte: il vento nell’erba, un cuculo nel profondo del bosco, il profumo della salvia, il mormorio dei campanacci. Sicuramente ognuno si accorge che le stelle si vedono meglio in montagna che in città o che, in effetti, in città non si ha mai tempo o l’occasione di guardare tutti quei puntini nel buio della notte
Escursione di straordinaria valenza naturalistica e paesaggistica. Un anello che ci permetterà di osservare e ammirare con nuovi occhi ciò che di bello e interessante è in grado di darci l’Aspromonte, un territorio intatto, fatto di importanti richiami storici e di una natura incontaminata.
RIFUGI E BAITE DI MONTE CERASIA – DOMENICA 29 MAGGIO
Tempo: ore 4.00 Località: Falco
Dislivello: 850 slm 1.130 Comuni: Staiti
Difficoltà Escursionistico
COME ARRIVARE: dalla statale 106 all’altezza di Brancaleone lato nord nei pressi della statua di Padre Pio, imboccare la S.P. in direzione Staiti e seguirla per circa 13 Km. All’entrata del paese seguire le indicazioni Carabinieri, oltrepassata la caserma continuare per circa 600 mt e al secondo bivio svoltare a destra su una stradina inizialmente asfaltata e poi in terra battuta per altri 6 Km. Giunti alla sommità della montagna ci si incontra una segnaletica del parco con indicazione Casalinuovo, qui si svolta a sinistra e dopo 100 mt. si giunge in una attrezzata area di pic-nic(località Falcò) ove si lasciano i mezzi di trasporto.
DESCRIZIONE DEL SENTIERO: dall’area pic-nic si intraprende una strada cementata che taglia un lecceto dalla scura corteccia finemente screpolata dove è facile incontrare qualche scoiattolo, vero funambolo di questo bosco che saltella di ramo in ramo facendo incetta di cibarie.
Dopo un centinaio di metri la strada cementata lascia il posto ad una pista in terra battuta che s’inoltra in un bosco misto di leccio quercia e castagno da frutto. Lungo la pista s’incontra una storica fonte chiamata dalla gente del posto “l’acqua arrugiata” che fa pensare ad una fonte di acqua ferruginosa quindi ricca di ferro. Continuiamo a seguire la sterrata dove il percorso si presenta pianeggiante e privo di difficoltà per circa 2,5 km. e giungiamo all’area delle fate, uno straordinario balcone sullo Ionio dove sorge il rifugio di Cuvalo.
Stupendo è lo scenario che si apre ai nostri occhi con vista su un mare scintillante e su tutti i paesi della locride. Proseguiamo il cammino sempre sulla pista che taglia il crinale di “Serro Ginduni” con vista sulle sottostanti dirupate vallate i cui costoni precipitano vertiginosamente verso lo Ionio, separati da profondi incisioni fluviali, immersi in intricate macchie mediterranee che qui rappresentano il paesaggio più suggestivo e per molti versi impressionante di quest’area grecanica dove le pendici diventano terribilmente erte.
Ad un piccolo slargo (piano della vecchia) si lascia la sterrata e si devia a sinistra su un labile sentiero che sale per circa 100 dove va a incrociare una sterrata nell’area dei tre limiti, il nome è dovuto al fatto che qui delimitano i territori di tre comuni (Palizzi, Bova e Staiti), noi seguiamo la sterrata deviando a sinistra in leggera discesa dove la stessa conduce alle pendici di monte cerasia, lasciata la sterrata iniziamo l’arrampicata e dopo 10 minuti di scalata giungiamo in vetta.
Qui ci attende un panorama a 360 gradi che dallo Ionio orientale a quello occidentale, all’Etna, al borgo di Bova che si erge maestoso sulle colline pre-aspromontane, ai piani di Bova al puntone galera e fino a monte Iofri è tutto un belvedere, uno scenario di rara bellezza dove è possibile con un po’ di fortuna imbattersi nel volo dell’aquila del Bonelli distinguibile per il corpo chiaro e la presenza di una striscia scura sotto le ali e sulla parte terminale della coda nonché nel volo della poiana in dialetto “rapinu”, facilmente avvistabile mentre plana pigolando alla ricerca di una preda.
Dopo aver gustato un panorama di incomparabile bellezza si torna per un breve tratto sui propri passi per poi seguire un antico sentiero di collegamento tra Staiti e Bova che immette in una fitta macchia mediterranea di leccio, di erica (in dialetto “scupino”, il nome è dovuto al fatto che dalle sue ramaglie venivano fatte le scope dei netturbini) e poi il corbezzolo dai succosi frutti autunnali rosso-arancio, dall’ispida ginestra spinosa che con i suoi fiori gialli ravviva la macchia insieme ai fiori ora bianchi ora violette del cisto.
Il cammino rilassante ci conduce dal crinale di “Scafala” al piano del “maru prete”, un bella località con vista sulla vallata della “ Madonna della Lica” dove sorge l’omonimo monastero di origine bizantine. Ancora dieci minuti di cammino su questo spoglio crinale ed eccoci giunti al punto di partenza.