di Antonella Scabellone
LOCRI-Continua l’audizione dei testi della difesa nel processo Recupero-Bene Comune che si sta celebrando innanzi al Tribunale di Locri e che vede alla sbarra 54 persone ritenute appartenenti al clan Commisso di Siderno. Questa mattina, in un’aula come sempre gremita di pubblico e addetti ai lavori, è stata la volta dei testimoni a discarico degli imputati Giorgio Futia, Domenico Figliomeni (cl 65), Francesco Muià e Giuseppe Muià. L’argomento centrale è stato quello delle attività imprenditoriali nel settore edile sidernese che coinvolge a vario titolo diversi imputati; si è parlato in particolare della “Euroceramiche” dei fratelli Figliomeni e dell’Impresa edile di Francesco Muià, ditte particolarmente attive in quello che, fino a qualche anno fa, era il mercato edilizio più fiorente della Locride.
Siderno, come evidenziato dall’architetto Rocco Zito (teste della difesa di Muià Francesco), tra tutti i comuni della fascia jonica reggina era quello in cui il boom edilizio aveva prodotto i maggiori risultati, evidenti agli occhi di tutti. “Anche se-ha spiegato il teste riferendo di una casa costruita dalla ditta Muià-spesso gli edifici non erano eseguiti a regola d’arte e presentavano tanti difetti”. Il teste ha anche parlato della situazione contabile dell’impresa di Muià Francesco, che ha definito normale, senza eccessi, riferendo sulla base di una perizia fatta nel 2011. A favore di Muià Francesco e Muià Giuseppe, titolari dell’omonima impresa edile, rispettivamente padre e figlio, attualmente detenuti con l’accusa di reato associativo finalizzato al traffico di stupefacenti, anche i testi Cosimo Figliomeni, Domenico Figliomeni (rispettivamente genero e nipote di Muià Francesco) e Sergio Verteramo. La difesa dei Muià, sostenuta dall’Avvocato Cosimo Albanese, ha puntato a dimostrare il carattere familiare dell’impresa, condotta, a detta dei testi, da Francesco Muià e dai suoi congiunti, tanto che era stato lo stesso titolare a cimentarsi personalmente in alcuni lavori di costruzione essendo muratore di mestiere. Il commercialista Sergio Verteramo, che per anni ha tenuto la contabilità dell’impresa Muià, ha riferito sulle caratteristiche, modifiche, volume d’affari e assestamento economico della stessa.
E’ stata poi la volta dei testi Fimognari Alessandro e Fuda Alessandro, entrambi ex dipendenti della Euroceramiche, di professione piastrellisti che, rispondendo alle domande dell’Avvocato Antonio Speziale, hanno riferito dell’attività dell’azienda e delle mansioni svolte dai titolari e da alcuni dipendenti. In particolare, riguardo la posizione di Rumbo Riccardo e Pellegrino Massimo hanno affermato che il primo dava una mano nei cantieri occupandosi dell’approvvigionamento dei materiali da costruzione, mentre il secondo dirigeva l’edificazione degli appartamenti. I testi hanno ammesso di avere lavorato in nero per un certo e periodo ma di essere stati poi successivamente regolarizzati e puntualmente pagati in contanti.