di Ilario Balì (Fotogallery e Video di Enzo Lacopo)
GERACE – I secchi d’acqua disposti al centro di piazza del Tocco, inviati dai geracesi fuori sede come segno di vicinanza alla loro comunità, con nome e cognome. E’ l’immagine simbolo della manifestazione promossa dalla Pro Loco di Gerace a seguito del raid incendiario alle golf car di lunedì scorso. Quelle fiamme che hanno divorato la carrozzeria delle auto elettriche sono state idealmente spente anche da loro. Peccato che questa sera a mancare siano stati proprio i cittadini locali. Dopo l’appello lanciato dal sindaco Varacalli era lecito aspettarsi tutt’altro tipo di partecipazione popolare all’iniziativa. Ma tiepida è stata anche la risposta dei sindaci. Soltanto una decina le fasce tricolori avvistate lungo il corteo che da piazza Barbàra ha raggiunto il centro del borgo antico, guidato dalla delegazione di Libera Locride e dalle associazioni Cambia Menti e Gianluca Congiusta Onlus. Presenti anche le organizzazioni sindacali e i due candidati alla poltrona di sindaco (oltre al primo cittadino in carica). E poi ancora il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Sebi Romeo, il deputato e segretario del gruppo democrat alla Camera Nico Stumpo, il presidente della Commissione regionale antimafia Arturo Bova e l’ex ministro Maria Carmela Lanzetta. A sferzare la piazza il messaggio del vescovo della diocesi di Locri-Gerace, letto dal vicario monsignor Cornelio Femia: “Ogni atteggiamento che sa di omertà e complicità di fronte a simili gesti è esecrabile. Tante cose avvengono perché c’è gente indifferente a tutto e fa finta di non sapere”. Applausi.
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