(Fotogallery e Video di Enzo Lacopo)
di Francesca Cusumano
LOCRI- I Carabinieri della Compagnia di Roccella Jonica, hanno notificato questa mattina presso la Casa Circondariale di Locri, l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip al Tribunale di Locri, nei confronti del 23enne Nicodemo Scali, originario di Mammola, responsabile dei reati di danneggiamento aggravato a mezzo colpi d’arma da fuoco dell’abitazione di una 48enne di Mammola, incendio del negozio di cui la stessa è titolare e dell’autovettura Fiat 500 in uso; ma non solo, a Scali sono stati addebitati anche l’incendio dell’autovettura Seat Arosa di una 38enne di Mammola e di altre due auto coinvolte, parcheggiate nelle vicinanze.
A darne notizia durante l’odierna conferenza stampa, il capitano della Compagnia di Roccella Jonica, Antonio Di Mauro.
Si tratta di una serie di atti intimidatori, perpetrati dallo stesso Scali, tra gennaio e giugno 2015, ai danni di due componenti del locale gruppo d’ascolto “Mammolapuntolife”.
Come si ricorderà il 23enne, era stato già tratto in arresto, in flagranza di reato e introdotto alla Casa Circondariale di Locri, alla vigilia di Pasqua del corrente anno, ovvero il 26 marzo, dalla Stazione di Mammola, per analoghi episodi delittuosi: l’incendio provocato al Bar Paradise, il danneggiamento seguito da incendio della porta d’ingresso dell’abitazione di una delle donne (già vittime di precedenti intimidazioni), ed infine, il danneggiamento della porta antipanico, di alcuni tavoli, piatti e bicchieri del ristorante “Taverna del Borgo”.
<<Quella notte- ha commentato Di Mauro– l’immediata attività investigativa, acquisizioni probatorie meticolose e sopralluoghi, consentirono di ascrivere nel breve lasso di tempo, le responsabilità di quegli eventi delittuosi al giovane Scali, per il rinvenimento (addosso), di un coltellino emanante un intenso odore di liquido infiammabile e di due distinti frammenti di tessuto dello stesso colore/materiale del giubbotto indossato dal ragazzo quel 26 marzo, frammenti che combaciavano perfettamente con la parte di quel capo d’abbigliamento, avente una lacerazione in prossimità del braccio destro>>.
Il provvedimento restrittivo odierno, come specificato poi da Di Mauro, trae origine dalle serrate attività investigative avviate dalle prime battute dal personale del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Roccella Jonica, all’indomani del primo dei danneggiamenti verificatosi nel gennaio 2015 che, interessò una donna, una 48enne del luogo, facente parte insieme ad altri componenti, del locale gruppo d’ascolto “Mammolapuntolife” <<Ciò- ha rimarcato il capitano- suscitò un allarme sociale nella cittadinanza locale e in particolare, negli appartenenti al gruppo d’ascolto, divenuti veri e propri bersagli da colpire>>.
<<Le indagini-ha continuato- al di là dell’attività tecnica opportunamente svolta sotto la direzione della Procura di Locri, tutto sotto il coordinamento del sostituto procuratore, la dottoressa Rosanna Sgueglia, ci hanno fornito le prime risultanze investigative, attraverso l’efficace e aderente manovra informativa posta in essere dalla locale Stazione di Mammola.
Dati che, una volta analizzati dal Nucleo Operativo della Compagnia, mediante intercettazioni telefoniche, tra presenti, videoriprese, analisi dei tabulati telefonici e serrati interrogatori, hanno inquadrato quello che poteva considerarsi il possibile movente dei danneggiamenti, legati da un unico filo conduttore, che vedevano al centro di tutto, l’arrestato Scali Nicodemo, il quale aveva maturato la decisione di colpire i componenti del gruppo “Mammolapuntolife”, spinto da un senso di rabbia e di vendetta, scaturito dalla decisione della propria madre di lasciare definitivamente il tetto familiare, per recarsi in un luogo protetto con il proprio figlio minore. La decisione di separarsi dal marito e di affrancarsi dal nucleo familiare, matura proprio in concomitanza dei contatti intrapresi dalla stessa, con i componenti del citato gruppo d’ascolto, per ricevere supporto morale, a causa dell’atteggiamento ostruzionistico dei figli, sfociato talvolta,in episodi di violenza.
Per l’attività d’indagine, sono risultate di estrema rilevanza, anche i colloqui in carcere tra Scali Nicodemo e il padre (anche quest’ultimo, detenuto), che hanno permesso di confermare il movente e la tesi investigativa <<In particolare, in uno dei colloqui in carcere con uno dei figli-ha spiegato Di Mauro- si allude alle impronte lasciate dal ragazzo su una bottiglia, bottiglia presente durante la conversazione in carcere tra i due. Elemento analizzato e contestualizzato che ha consentito di ricondurre con estrema certezza, la responsabilità di Scali Nicodemo sul danneggiamento posto in essere il 24 aprile 2015, poichè durante un sopralluogo, su una delle autovetture bruciate, fu rinvenuta una bottiglia di plastica e contestualmente a pochi metri, un’altra bottiglia. La conversazione tra presenti avvenuta nel luglio 2015, aveva fatto anche riferimento, all’ulteriore danneggiamento avvenuto il 16 giugno 2015>>.
Inoltre, gli altri elementi che hanno rafforzato la tesi investigativa portata avanti dagli inquirenti, hanno riguardato l’allontanamento della madre di Scali, all’indomani del primo dei danneggiamenti a Mammola (il 27 gennaio 2015) e la contestualità temporale tra l’allontamento del ragazzo all’Estero, all’indomani dell’ultimo dei danneggiamenti, avvenuto il 16 giugno 2015.
Dalle investigazioni si è anche appurato in capo all’arrestato, “un’elevata propensione a dare ampio sfogo ad aggressività ed una peculiare spregiudicatezza e proclività a commettere atti dimostrativi a scopo intimidatorio, come monito per chi avesse osato intervenire nelle sue vicende familiari”.
DI SEGUITO IL VIDEO DELLA CONFERENZA STAMPA