di Emanuela Alvaro
SIDERNO – Nel corso di un’assise lenta e spesso lontana dagli argomenti all’ordine del giorno a spiccare due questioni. La prima politica e la seconda amministrativo – economica.
Quella politica riguarda l’ormai non più celato malumore per la “poca importanza” data ai membri del Partito democratico nella giunta guidata dal primo cittadino, Pietro Fuda. Esecutivo descritto dal segretario del Pd cittadino, Maria Teresa Fragomeni, come un gruppo che non funziona e che va avanti «solo grazie alle abilità individuali del nostro sindaco. In questo anno in chiaroscuro, abbiamo dato fiducia a questa amministrazione, ma la cittadinanza è scontenta, molte cose di quelle che avevamo promesso non sono neanche partite. La realtà è che, se un’amministrazione non incassa i tributi significa che è inadeguata e per questo non raggiunge gli obiettivi prefissati». Assenza in giunta del Pd che il consigliere Carlo Fuda, dopo aver ricordato Muhammad Alì e riscontrato il buon lavoro fatto dall’amministrazione, si è chiesto quanto potesse stridere in una situazione globale.
Altro argomento l’approvazione del rendiconto della gestione per l’esercizio 2015 ai sensi dell’art. 227 del d.lgs n.267/2000, il secondo punto all’ordine del giorno. A relazionare l’assessore al bilancio, Giovanni Lanzafame il quale ha spiegato come i dati numerici del rendiconto risultino coerenti con i dati del bilancio di previsione, evidenziando che il risultato di amministrazione del rendiconto 2015 al lordo delle somme da destinare al fondo pluriennale vincolato è un avanzo di 2.690.158,96 euro.
L’assessore al bilancio ha anche ricordato che la transazione con l’Enel ha portato ad un notevole risparmio così come la decisione di agire sui mutui, evidenziando come il bilancio sia stato portato a termine, rispetto ad altre volte, con una spesa di 3000 euro invece che 270 mila per le consulenze. Ovviamente ha dovuto anche parlare di alcune problematiche evidenziate dall’organo di revisione rispetto ad un ente in dissesto ma non strutturalmente deficitario. Problematiche riscontrate quelle ataviche per questo ente, come senza troppi scoop, la difficoltà a riscuotere i tributi.
Argomentazioni della relazione dell’organo di revisione sulle quali il consigliere Pietro Sgarlato ha impostato il proprio intervento ricordando ciò che non va, come la mancata attestazione dei debiti fuori bilancio e di come nessun dirigente si sia preoccupato di farla, a garanzia prima di tutto dello stesso consiglio comunale. «Dal dissesto, situazione di cui si sta occupando la commissione liquidatrice, la riscossione dei tributi – ha affermato Sgarlato – è rimasta tale, non pervenuta la riscossione dei residui e né tanto meno dei canoni di affitto, rischiando involontariamente di averli abbonati, e di tutto questo non si sa perché?! Per non parlare della mensa scolastica che con questa amministrazione non è neanche partita. Risultati da tutti i punti di vista non raggiunti con l’evidenza in questo rendiconto delle difficoltà di questa amministrazione».
Gianni Lanzafame, particolarmente ispirato, il vero protagonista dell’assise, per una volta togliendo “lo scettro” al consigliere d’opposizione Pietro Sgarlato, gli ha risposto ribattendo a tutto. «Io ho detto che non è necessaria l’attestazione scritta dei debiti fuori bilancio non che non si debba verificare. Faremo in modo che i crediti non si prescrivano ma non vogliamo riscuotere tre anni in sette mesi per colpa di chi nel passato non ha provveduto. Si è parlato di somme eliminate, io dico reimputate. Per la mensa ti ricordo che a luglio scorso partì una richiesta all’Asp per la tabella dietetica e ci venne chiesto il certificato di agibilità di queste scuole. Mi chiedo come sia stato fatto in passato a questo punto?! Verificando e controllando abbiamo avuto l’agibilità e l’Asp ci ha chiesto come fossero divisi gli ambienti e poi dove sarebbe dovuta sorgere la mensa. Utilizzato il bilancio triennale abbiamo predisposto un bando triennale per la mensa per oltre 40 mila euro, quindi gestibile solo dalla Suap. La mensa partirà a settembre per tre anni e per tempo rifaremo il bando garantendola per il futuro».
A questo punto il sindaco Fuda ha anche ricordato della vertenza con la società esterna sempre per la riscossione dei tributi con la quale si vuole arrivare alla rescissione, «vogliamo uscire dal dissesto nel più breve tempo possibile e per questo abbiamo anche presentato un’interrogazione al Ministero dell’Interno. I cittadini queste cose le devono sapere, chi amministra sta difendendo la loro dignità. Chiederemo conto del danno di 10 milioni di euro prodotto dai commissari con il dissesto».