(ph. Enzo Lacopo)
di Francesca Cusumano
LOCRI- “Omaggio a Giuseppe Femia… Il sogno spezzato” è il titolo della mostra dedicata al noto avvocato locrese in occasione del 50° anniversario della morte, una tre giorni con il patrocinio del Comune di Locri a partire da giovedì 16 maggio a sabato 18, durante la quale nella stessa giornata alle ore 17,30 a Palazzo Nieddu Del Rio seguirà un incontro con il giornalista Rai Pietro Melia e l’attore Antonio Tallura.
Nel dettaglio, si tratta di una serie di ricerche storiche ideate e curate dalla professoressa Fiorita Coluccio, che ripercorre la vita di Femia dalla sua nascita (1910) alla sua morte prematura (1963). E a raccontare la finalità del tanto atteso evento nel corso della conferenza stampa indetta questa mattina nei locali del bar Riviera, il figlio Francesco Femia, Fiorita Coluccio e l’ingegnere Giuseppe Gratteri, grande amico dell’avvocato scomparso. Quella di Giuseppe Femia è stata, seppur breve, nonostante avesse bruciato da giovanissimo le normali tappe da studente, una brillante carriera: basti pensare che dopo gli studi, iniziò l’attività forense con la sua prima causa in Corte d’Assise, assunse anche la carica di commissario prefettizio del Comune di Locri, Podestà dell’Ente (dimessosi nel 1940) e conclusa la seconda guerra mondiale si congedò dal grado di tenente dell’esercito italiano per dedicarsi esclusivamente alla professione di avvocato fino alla sua morte. E’ nel 1952 dopo l’isolamento politico (durato 12 anni) che si iscrisse al Partito Socialista Italiano, rendendo libera non solo la sua scelta politica ma anche operando per una riorganizzazione interna del partito (ricoprì cariche nel Direttivo di Sezione, in quello provinciale e nel Collegio dei Probiviri della Federazione reggina) e dell’assetto programmatico e politico. Nel 1953, fu il primo dei non eletti della Camera dei Deputati in Calabria; nel 1956 fu eletto al Consiglio comunale di Locri e consigliere della Provincia di Reggio Calabria; è nel 1963 invece, che si presentò alle elezioni politiche per il Senato della Repubblica nel collegio di Locri, tanto da esserne eletto con la più alta percentuale registrata dal Partito Socialista a livello nazionale con 12.965 voti pari al 18%. Peccato però, che il 16 maggio dello stesso anno, quando il Senato della Repubblica, aprì alle ore 16 la IV Legislatura, alla stessa ora, Giuseppe Femia morì colpito da un infarto, una tragica fatalità che tra l’altro aveva colto anche il padre (anche lui avvocato) in un’ aula del Tribunale all’età di 46 anni. <<Avevo pensato da tempo- ha spiegato Francesco Femia- ad una commemorazione per ricordare il 50° anniversario della morte di mio padre che però, non fosse nè strettamente familiare nè con un taglio prettamente politico>>. E così grazie alla creatività della professoressa Coluccio, è scaturita l’idea di allestire una mostra che non fosse incentrata unicamente sulla figura di Giuseppe Femia ma bensì sulle diverse fasi significative della sua vita (dal 1910 al 1963) con un taglio nazionale e locale, affiancando ai momenti pubblici quelli privati. <<Ho messo a disposizione- ha proseguito Femia- tutto il materiale che possedevo, materiale anche intimo, quali i diari di mio padre che saranno oggetto di lettura da parte di Antonio Tallura, fornendo in particolare al giornalista Melia, il resoconto più completo sulla vita di mio padre scritto da un amico e collega di partito, l’avvocato panalista Mario Casalinuovo>>. Quello di Casalinuovo è stato un discorso che ha inteso abbracciare la vita professionale e politica di Giuseppe Femia, offrendone al figlio lo spunto per incastonare la figura del padre insieme a tante altre (risultano testimonianze attraverso lettere e racconti epistolari), con uno spaccato di costume sociale e culturale della Calabria ed analizzando i rapporti tra la gente degli anni ’50-‘60>>. Questi, sono stati gli espedienti sulle quali si sono basate le ricerche storiche di Fiorita Coluccio con un’attenzione particolare per i giovani: da qui, infatti, l’auspicio di Francesco Femia che anche le scolaresche partecipino alla mostra non solo per la commemorazione di una persona scomparsa 50 anni fa ma anche per conoscere gli interessi coltivati della gente della Locride, seppur tra le tante difficoltà di quel periodo. Come il caso della musica classica, molto amata da Femia, nonostante in quegli anni non fosse facile trovare appositi dischi <<Abbiamo trovato- ha commentato Femia- le schede dove catalogava i brani e sabato, grazie all’intuizione della professoressa, faremo sentire in sottofondo i brani che mio padre ascoltava proiettando le sue foto con le letture di Tallura, abbinando ascolto e visione. Se non ci fosse stata questa intuizione e questa preparazione, questa mostra non sarebbe nata perchè ero contrario all’ostentazione e all’autocelebrazione non appartenenti alla mia famiglia>>. Con il titolo della mostra, “Il sogno spezzato” inoltre, si è voluto alludere non tanto al sogno di Giuseppe Femia, quanto al sogno di chi lo ha sostenuto durante la famosa campagna elettorale del 1963, di cui rimangono pochissimi testimoni, quale l’ingegnere Gratteri che lo ha accompagnato in tutti i suoi comizi. <<Da questa esperienza- ha poi ribadito Fiorita Coluccio- ho avuto l’opportunità di apprezzare un uomo così poliedrico ma allo stesso tempo di una semplicità enorme e di una ricchezza d’animo che ha saputo donare >>. <<Sono grato- ha concluso Francesco Femia- alla commissaria straodinaria Francesca Crea per avermi permesso di allestire questa mostra, il regalo più bello che abbia mai ricevuto>>.