di Adelina B. Scorda
PLATI’- Non c’è pace per Platì. Dopo l’annuncio delle dimissioni da parte del neo-eletto gruppo di minoranza non sono tardate ad arrivare le prime reazioni. Motivazioni deboli quelle addotte da Ilaria Mittiga soprattutto per la leopoldina Anna Rita Leonardi che, dopo aver ritirato la sua candidatura a sindaco di Platì oggi ai microfoni di RaiNews snocciola la sua teoria sul caso Platì. Elezioni che la Leonardi definisce più una farsa che un vero ritorno alla democrazia. Pensiero confermato, secondo le sue affermazioni, soprattutto dalle dimissioni anticipate del gruppo guidato da Ilaria Mittiga. Anche sulle motivazioni resta più di una perplessità. Secondo la renziana Loenardi, infatti «nel momento in cui si diventa minoranza si inizia una battaglia politica. Se Ilaria Mittiga si fosse riconosciuta nel progetto amministrativo di Sergi si sarebbe candidata con lui e non contro. Per questa ragione le motivazioni date mi sembrano strane». Forse è concessa qualche riflessione e in questo caso non si può non tener conto della relazione stilata dalla commissione parlamentare antimafia che getta ombre sul piccolo centro aspromontano. I presupposti con cui si avvia il quinquennio amministrativo di Sergi non preannunciano sicuramente un clima sereno. Ci sarebbe poi da considerare la forbice che distanzia i due candidati a sindaco. La vittoria della lista “Liberi di Ricominciare” è infatti schiacciante, con una differenza di 541 preferenze e un’affluenza alle urne del 51%. Alla luce di questi ultimi avvenimenti c’è chi avrebbe anche ipotizzato che quella di Ilaria Mittiga fosse in realtà un lista civetta creata ad hoc per aggirare lo scoglio quorum, una pensiero questo che non tiene conto dei toni con cui è stata condotta la campagna elettorale platiese. E qui potrebbero essere le dichiarazioni della Mittiga a fare un po’ di chiarezza. La decisione maturata in seno al gruppo – così ci tiene a definirlo Ilaria Mittiga – scaturisce da una campagna elettorale pesante «e poco corretta, incentrata soprattutto sulla mia persona e sulla mia famiglia». Le ragioni che regolano questa decisione vanno, però, oltre questa dichiarazione. Alla base della decisione, ci sarebbe non solo una totale diversità di programmi ma, stando alle parole della Mittiga, soprattutto l’assenza di margini di dialogo, che andrebbero ad impedire un confronto fra le parti e di conseguenza andrebbero a bloccare ogni nostra proposta. «Un’opposizione fatta di no, non può essere costruttiva, ma non avremmo potuto fare altrimenti, le nostre idee sono completamente diverse, come gli obiettivi che maturavano per Platì». Ma c’è dell’altro. Si sbottona Ilaria Mittiga e senza troppo giri di parole dice: «Io e i componenti della mia lista siamo stati derisi in campagna elettorale, il nostro è stato definito un programma stupido, perché parlavamo di baratto amministrativo, di raccolta differenziata o di sgravi fiscali o di verde pubblico. Questi presupposti impediscono qualunque tipo di dialogo, generano chiusura, ma nonostante tutto – prosegue la Mittiga – sono serena e felice dei miei voti e sono sicura che le persone che ci hanno votato condivideranno questa nostro decisione».