di Adelina B. Scorda
SAN LUCA – Carcere a vita. Adesso c’è la verità processuale. La Suprema Corte di Cassazione ha confermato l’ergastolo per Giovanni Strangio, ritenuto uno degli organizzatori ed esecutore, della strage di Duisburg avvenuta il 15 agosto 2007, davanti al ristorante “Da Bruno”, la carneficina in cui furono uccise sei persone: Francesco Giorgi, Francesco Pergola, Marco Pergola, Marco Marmo, Sebastiano Strangio e Tommaso Venturi. Stessa sorte per Francesco e Giovanni Nirta, e per Sebastiano e Francesco Vottari. Assolti invece “per non aver commesso il fatto”, due degli imputati, Antonio Pelle e Sonia Carabetta a cui la Corte d’Assise aveva inflitto rispettivamente dodici e nove anni.
La sentenza di questo pomeriggio conferma, dunque, l’impianto accusatorio della Dda reggina che ha fatto luce sulla faida in cui per anni sono state contrapposte le due potenti famiglie della‘ndrangheta sanluchese
La strage di Duisburg è sicuramente la pagina più cruenta della faida che contrappone da vent’anni i Pelle-Vottari e i Nirta-Strangio.
Nella notte del 15 agosto di nove anni fa il commando di fuoco entrò in azione per vendicare l’omicidio di Maria Strangio, moglie di Gianluca Nirta e cugina di Giovanni, uccisa per sbaglio, al posto del marito, in un agguato nel giorno di Natale del 2006 in cui rimase ferito anche un bambino di cinque anni.
Una faida, quella tra i Pelle-Vottari e gli Strangio-Nirta iniziata nel carnevale del 1991. Futili motivi o incidenti creati ad hoc crearono le condizioni affinché un clima già teso subisse maggiori frizioni. La reazione alla rissa sviluppatasi quel carnevale, portò all’uccisione di due persone ed al ferimento di altre due, ad opera di affiliati alla famiglia Strangio-Nirta. A questi eventi seguirono una lunga serie di omicidi, che proseguirono fino al 2000, una pace apparente regno poi fino al 2006. La “tregua” cessò, infatti, il giorno di Natale con l’omicidio appunto di Maria Strangio. Da quel 25 dicembre alla strage di Duisburg, il passo è breve.
La sentenza di oggi chiude, mette la parola fine ad uno degli eventi più sanguinosi della faida sanluchese.