di il. ba.
CAULONIA – Le alghe? Solo un alibi. A pochi giorni dall’inizio dell’estate è ancora l’emergenza depurazione a tenere banco nella Locride. Nel mirino dell’Osservatorio Ambientale “Diritto per la vita” la precaria situazione di Caulonia. «Alla foce dell’Allaro – sostiene Arturo Rocca – giace in balia dei marosi un depuratore abortito (nella foto in basso) che meriterebbe pietosa sepoltura mentre accanto scorrono le acque arricchite dai reflui. Nonostante ciò il sindaco si ostina a dichiarare che Caulonia è allacciata al depuratore consortile di Roccella, anche davanti all’evidenza di un timido gocciolamento di liquami provenienti da una pompa di rimando dal lungomare della Marina, di cui nessuno controlla la funzionalità».
Il tutto nonostante gli 850 mila euro spesi prima, i 150 mila spesi dopo e i 100 mila euro ancora da spendere. Secondo l’Osservatorio, la situazione più grave riguarda il centro storico cauloniese e le contrade «Eppure – prosegue Rocca – tutti i cittadini di Caulonia pagano il 50% delle spese di gestione del depuratore consortile per un servizio reso allo scarso 5% degli abitanti». E a chi individua nelle alghe la causa della schiuma biancastra, l’Osservatorio replica così: «La loro riproduzione è direttamente proporzionale ai rifiuti alimentari che abbandoniamo in giro. Sarebbe il caso di abbandonare ogni alibi facendo funzionare la depurazione e la differenziata, le due priorità ambientali che gli amministratori dovrebbero affrontare con risolutezza». Nei giorni scorsi una delegazione dell’Osservatorio ha effettuato un sopralluogo a Roccella, insignito delle cinque vele di Legambiente. «Abbiamo visto – conclude Rocca – come lavora un Comune virtuoso ed abbiamo chiesto quanti sono stati gli amministratori della Locride che sono andati a prendere esempio. La risposta è stata: nessuno».