(Fotogallery e Video di Enzo Lacopo)
di Francesca Cusumano
SIDERNO- Si è tenuto questa mattina al Grand Hotel President, il 1° Congresso Territoriale di Reggio Calabria, organizzato dalla Federazione Sindacati Indipendenti (FSI), un’occasione quella di stamane, non solo di eleggere gli organismi statutari del sindacato (che oggi, vanta il maggior numero di iscritti), ma anche di affrontare le problematiche che attanagliano il territorio, in primis, quella relativa la “Sanità”.
Al tavolo dei relatori, Emanuela Barbuto, segretario territoriale FSI- Locri, Pasquale Calandruccio, segretario regionale FSI, Paolo Costantino, commissario FSI-segreteria Reggio Nord, e Paride Santi, segretario nazionale FSI.
Emanuela Barbuto, dopo aver ringraziato tutti i partecipanti (personale sanitario, iscritti FSI, RSU e rappresentanti istituzionali), ha egregiamente esposto una dettagliata relazione sulle spinose criticità e sul lavoro del sindacato, le cui parole chiave emerse sono state “Partecipazione e Responsabilità”. Partecipazione e Responsabilità verso i lavoratori, tutelandoli e contribuendo allo sviluppo del territorio.
<<L’attuale rotta-ha dichiarato la Barbuto– va necessariamente invertita prima che sia troppo tardi. Come FSI, continuiamo a credere che il territorio sia il centro da cui ripartire. Il consumato slogan “Agire locale e pensare Globale”,dà la giusta visione del nostro operare. Ed “Agire locale” vuol dire rimetterci in cammino, andare dove vive la gente, dove sono i nostri lavoratori, dove quotidianamente vivono i loro problemi, le loro difficoltà. Il territorio nel quale viviamo ed operiamo, è il luogo dove persistono ataviche povertà e fragilità sociali che, necessitano di sostegno reale e di fatti concreti. E’ il luogo dove si può e si deve vincere la battaglia dello sviluppo. In Calabria e soprattutto nella Locride, si vive o meglio si sopravvive in un continuo disagio economico e sociale. Il tasso di disoccupazione giovanile e del 65%. Nell’ultimo periodo abbiamo visto regredire, anno dopo anno, l’occupazione, il potere d’acquisto dei salari, i diritti e la dignità del lavoro, la qualità della vita e quella dei servizi pubblici. E abbiamo registrato un solo aumento: quello dei costi della politica, la quale, malgrado questi scenari, non riesce ad uscire dalle solite logiche elettorali e di parte, non riesce a programmare, a progettare nuovi orizzonti, a rinnovarsi. Serve il rilancio della Pubblica Amministrazione. La politica ha perso volutamente di vista, il ruolo del pubblico, quale motore di sviluppo, ha dimenticato altresì, di essere al servizio e non di servirsi, di gestire responsabilmente la cosa pubblica. Noi vogliamo un Paese pubblico, un Paese dove i diritti sono realmente uguali per tutti. Come FSI chiediamo una politica attiva mirata alla riapertura dei contratti decentrati nelle Pubbliche Amministrazioni, nella sanità privata e nel sociale, allo scopo di individuare specifiche azioni quali, ad esempio, nel comparto della sanità: l’azzeramento delle consulenze e delle esternalizzazioni, l’adeguamento degli stipendi al costo della vita con standard europei, l’inquadramento contrattuale nell’area della dirigenza per le professioni sanitarie di cui alla legge 42/1999 e 251/2000, la libera professione>>.
E proprio sulla Sanità Calabrese, Emanuela Barbuto ha parlato di “Uno scenario complessivo non dei più esaltanti, che, pur assorbendo gran parte del bilancio regionale, presenta enormi difficoltà finanziarie che vanno ad incidere negativamente sulla qualità del servizio e sulla tenuta delle strutture sanitarie private, con problemi che si ripercuotono quasi sempre con la messa in discussione dei livelli occupazionali. Ad oggi, il commissariamento della sanità regionale non ha prodotto nessun risultato apprezzabile, i calabresi non hanno percepito alcun miglioramento dell’offerta sanitaria. Riteniamo che la gestione della sanità debba rientrare nell’alveo della trasparenza e della legalità. Lo stato della sanità calabrese richiede, quindi, un cambiamento radicale della gestione della cosa pubblica, attraverso una maggiore responsabilizzazione degli amministratori>>.
A detta della FSI, servono “programmazione, formazione del personale, rafforzamento delle strutture territoriali, maggiore rapporto tra territorio ed ospedali, potenziamento delle attività di controllo e trasparenza e chiarezza fra politica, managerialità e professionalità”.
A seguire, Emanuela Barbuto ha fatto riferimento alla situazione della sanità reggina, che versa in uno stato di umiliante abbandono, con l’Ospedale di Locri, la realtà più grande dell’ASP di Reggio Calabria, spogliato di quelle figure e risorse fondamentali per il suo funzionamento, una struttura fatiscente che necessita urgentemente di interventi strutturali e organizzativi e che quindi, risulta inadeguata a rispondere alle esigenze sanitarie dei cittadini <<Serve rafforzare la rete territoriale, potenziando le sue componenti di base, specialistiche, di residenza e domiciliarità, anche mediante la riqualificazione organizzativa del Distretto e l’effettivo avvio e funzionamento della Casa della Salute di Siderno>>.
Gli ultimi dati evidenziati dalla relazione del segretario territoriale FSI- Locri, hanno descritto un quadro allarmante nel territorio provinciale dell’Asp di Reggio Calabria, dove vi lavorano 800 medici per 350/400 posti letto <<L’Asp di Reggio Calabria-ha sottolineato-registra la più alta percentuale di personale ospedaliero (circa il 53%), ad avere il diritto di limitazione o esclusione dai turni di lavoro, perchè fisicamente non idoneo o per assistere parenti gravemente ammalati. Ciò significa che su 1178, lavorano a regime ridotto 652 operatori sanitari vari>>.
Sei dunque, sono i punti rivendicati dalla Federazione Sindacati Indipendenti: “una sanità universale e alla portata di tutti i cittadini senza distinzioni di classe sociale; un sistema sanitario nazionale nelle garanzie, regionale nella programmazione, locale nell’erogazione dei servizi; l’erogazione delle prestazioni secondo i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) approvati a livello nazionale e monitorati a livello regionale, al fine di consentire a tutti i cittadini lo stesso tipo di prestazioni; infermieri di famiglia in regime di convenzione per la garanzia della cura dei cittadini nel proprio ambito familiare; riconoscimento del ruolo sanitario e la possibilità di sviluppo e di carriera per gli OSS che garantisca all’utenza un adeguato trattamento negli ospedali e sul territorio; revisione dei parametri di riconoscimento di lavoro usurante per i turnisti del Sistema Sanitario Nazionale”.
<<La partecipazione-ha espresso la Barbuto-è e sarà il nostro cavallo di battaglia. Vogliamo ridare una nuova primavera ai lavoratori, ridare ottimismo, speranza e certezza per il presente ed il futuro loro e dei loro figli. Tanto lavoro è stato fatto, ma molto ne resta da fare>>.
Anche Pasquale Calandruccio, segretario regionale FSI e Paolo Costantino, commissario FSI segreteria Reggio Nord, hanno denunciato lo stato di abbandono della sanità locridea e al contempo, la cosìddetta emigrazione sanitaria, di coloro che sono costretti a curarsi altrove.
E dopo alcuni interventi, quali quello dell’ex direttore sanitario del nosocomio locrese, ora in quiescenza, Antonio Previte e del cappellano dell’ospedale, don Giuseppe Maria Zurzolo, le conclusioni sono state affidate a Paride Santi, segretario nazionale FSI <<Fuori gli opportunisti dalla nostra organizzazione sindacale, vogliamo un sindacato pulito. Basta con gli sprechi, vogliamo un’organizzazione snella e veloce. È il territorio che deve stare al fianco dei cittadini. Abbiamo deciso di reinvestire sul territorio, basta i fannulloni, vogliamo gente onesta>>.
SEGUE VIDEO CON INTERVISTA A EMANUELA BARBUTO E ALCUNI INTERVENTI DEL CONGRESSO