RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Itinerario lungo in linea ma molto vario, unico per la diversità degli ambienti attraversati: dalle foreste di faggio e abete, alle praterie d’alta quota e al laghetto, rimanendo sempre nel bosco abbastanza fitto, quindi con poche vedute panoramiche. Il percorso si svolge nel cuore del gruppo montuoso tra la Limina e le serre, lungo la via dei carbonai che partendo dal rifugio Agromolìo conduce alla Baita Calistro, al rifugio Valle Spana e, passando dal rifugio Vardaro, sino al Rifugio di Croce Ferrata.
I° RADUNO: ore 9.30 rotonda dopo l’uscita della Limina della Superstrada Ionio-Tirreno
II° RADUNO: ore 10,00 Baita di Calistro
PARTENZA ESCURSIONE: ore 10.15
COME SI ARRIVA
Si percorre la superstrada Ionio-Tirreno, si prende l’uscita Limina, si prosegue fino alla rotonda(I° raduno) e si continua in direzione Fabbrizia continua diritto per circa 3 km fino a raggiungere la baita di Calistro nei pressi della quale si parcheggiano le auto
Rifugi e Bivacchi di Monte Seduto
Tempo: Ore 5.00 Località: Passo Limina
Dislivello:1080 slm1.110 Comuni int: Giffone, Mammola, Grotteria
Difficoltà: E. Escursionistico
COSA BISOGNA SAPERE
Le Serre costituiscono una complessa catena montuosa calabrese che si estende dall’Istimo di Marcellinara a nord fino alla sella della Limina a sud fino a saldarsi al massiccio montuoso dell’Aspromonte. Si tratta in realtà di due lunghe e opposte catene montuose una ad occidente che scende con frequenti terrazzamenti in direzione del bacino dell’Angitola e la valle del Mesima e l’altra ad oriente che si sviluppa con una serie di dorsali e gole fluviali che scendono rapidamente verso il mare Ionio. L’abbondanza delle piogge e il clima particolarmente umido di queste montagne costituiscono l’habitat ideale per l’abete bianco che in questa zona rappresenta sicuramente l’essenza arborea più frequente insieme al faggio e a non rari esemplari di abete rosso, specie molto diffusa in genere nelle alpi e nell’Europa centrale e settentrionale.
Alcuni studiosi svedesi l’hanno definito l’albero più antico del mondo dopo avere scoperto, datando le radici di un esemplare al carbonio-14, che esse avevano un’età di 8000 anni. Nelle zone non arboree prevalgono invece eriche, agrifogli, ginestre, che a tratti colonizzano anche il sottobosco. Da non dimenticare poi che l’habitat delle Serre favorisce la crescita delle più varie specie fungine che attirano in zona molti appassionati e nello stesso tempo costituiscono una fiorente risorsa economica del territorio.
L’escursione si svolge con un percorso in linea che si sviluppa quasi sempre nel bosco e/o nella ricca vegetazione e tocca i gruppi dei monti Cresta (1006m) e Seduto (1143m). Non presenta particolari difficoltà ed è alla portata di tutti.
DESCRIZIONE PERCORSO
Si lascia la strada asfaltata e si imbocca il sentiero in salita che in pochi minuti porta al rifugio Agromalio e da qui dopo una breve visita si scende nuovamente sulla strada asfaltata, si supera la baita di Calistro e dopo circa 200 metri si prende la pista a destra (Spulisari/Fabrì) che si addentra in un fitto bosco di abeti, faggi e pini. Si superano due ponticelli in cemento, uno dopo circa 450 metri e l’altro dopo circa 800 metri e giunti ad un incrocio (1km circa) si sale seguendo la pista a sinistra. Percorrendola si possono osservare alcuni esemplari di abete rosso.
Dopo circa 2,5km si arriva a Fiumestorto (il nome della zona deriva dalla particolare conformazione del corso d’acqua che lo percorre), si procede seguendo il sentiero e dopo circa 500 metri si attraversa la fiumara e si continua lungo la sterrata.
Dopo aver costeggiato per circa 400 metri una recinzione si continua seguendo la sterrata fino a raggiungere un quadrivio (fiume storto-fago nudo- acqua fredda), si sale a sinistra e dopo 800 metri si arriva al bivio della “Cresta del prete”(1100 metri).
Si gira a sinistra, si imbocca la strada di cresta che porta a monte Seduto e dopo averla percorsa per circa 1300 metri si scende a destra inoltrandosi nel bosco. Si attraversa un primo ruscello dopo 300 metri, un secondo dopo altri 200 metri e si procede fino ad intercettare una pista e la si percorre fino a raggiungere prima la zona Caccialonga e proseguendo, la zona Bianchi.
Dopo circa 1300 metri giunti ad un bivio si segue la pista a sinistra in discesa, si supera sulla destra la vallejelata (valle gelata) e più avanti si possono vedere sulla destra la ”valle duIacuni” e la “Cresta di Grotteria” detta anche “Scurzunara”.
Si procede sempre in discesa e arrivati al ruscello della valle jelatalo si attraversa (da quì si genera la fiumara Neblà al confine col comune di Grotteria) e si fa una breve sosta per ammirare questo luogo incantevole che solo a vederlo allevia la fatica fatta per raggiungerlo.
Si procede salendo nel bosco lungo un’antica mulattiera che poi scende fino ad intercettare una pista che si percorre (con qualche piccola deviazione), si attraversa un ruscello e si continua fino ad arrivare sulla strada asfaltata