di Gianluca Albanese
LOCRI – I segretari provinciali della Uil Fpl Nuccio Azzarà, Nicola Simone e Francesco Politanò, hanno scritto al Commissario Straordinario e al collegio sindacale dell’Asp di Reggio Calabria, al presidente della Giunta Regionale Mario Oliverio, al direttore del dipartimento Salute della Regione Calabria Riccardo Fatarella, al commissario ad acta del Piano di Rientro dal debito Massimo Scura, al tavolo “Adduce” del Ministero dell’Economia e Finanza e alla Corte dei Conti di Catanzaro, per chiedere di annullare la deliberazione numero 223 di ieri del Commissario Straordinario dell’Asp con la quale si dà il nulla osta al trasferimento di due assistenti sociali (ex lavoratrici Lsu) dal Comune di Locri all’Asp di Reggio Calabria, tra l’altro le uniche due ad essere state ricollocate con forte ritardo rispetto agli ex colleghi che invece, dalla scorsa fine del mese di maggio, lavorano alla sede locrese dell’Arsac.
Evidentemente, il calvario lavorativo delle due assistenti sociali non conosce fine, proprio mentre avevano intravisto uno spiraglio col loro ricollocamento all’Asp.
Per la verità, la Uil Fpl non ce l’ha con loro, tuttavia ravvisa alcune asserite irregolarità procedurali, formali e sostanziali nell’atto deliberativo dell’Asp, come si evince dalla seguente nota stampa, che pubblichiamo integralmente.
“La deliberazione in oggetto indicata – esordisce la nota della Uil Fpl – rappresenta il chiaro esempio di come non dovrebbe essere redatto un atto amministrativo non solo e non soltanto per le omissioni, le scarne motivazioni nel deliberato ma anche nel merito giustificativo.
La prima anomalia è quella della firma dei due direttori, amministrativo e sanitario, raccattati col solito sistema e cioè alla bisogna, senza che nessun atto formale conferisca tale incarico, contravvenendo al dettato del D.Lgs. 502/92 e smi. Altra anomalia è data dalla mancata proposta dell’ufficio competente. Tale atto non risulta essere proposto da nessun ufficio, non riporta alcun firma né dell’ufficio proponente né del responsabile del procedimento, né si legge nel corpo della delibera la paternità di tale atto.
Con questa deliberazione n. 223/2016, si concede “nullaosta al trasferimento” di due assistenti sociali che si aggiungono alle 120 (diconsi centoventi) unità con qualifica di assistenti sociali in atto in servizio presso l’ASP di Reggio Calabria, senza contare le svariate decine di personale trasferiti all’ASP e reduci della famosa “equipe socio-psico-pedagogica” regionale.
Gradiremmo sapere poi come mai il direttore dell’Ufficio GRU in data 5.5.2016, a distanza di cinque mesi dalla data di ricezione al protocollo delle istanze, chieda al Dipartimento 10 Assessorato Lavoro-Politiche della famiglia – Formazione Professionale – Cooperazione e Volontariato di Catanzaro, l’autorizzazione a procedere in merito. Ma l’ASP, ammesso e non concesso che tutto questo iter sia legale, non dovrebbe rivolgersi all’Assessorato alla Sanità o, come nel nostro caso essendo sottoposti a Piano di Rientro, al Commissario ad Acta?
Ma per recuperare il tempo perso in avvio di pratica, il giorno dopo la data della richiesta dell’UGRU, il celerissimo Dirigente del Settore, Dipartimento 10 Assessorato Lavoro-Politiche della famiglia – Formazione Professionale – Cooperazione e Volontariato di Catanzaro, con nota prot. N.147348 del 6.5.2016, “comunica quanto richiesto”.
Infine il tutto è santificato e sanato dall’ aver visto la deliberazione di GR n. 96 del 18.03.2011 con la quale si approva il “Discplinare esigenze personali e professionali”! Ma senza indicare nel deliberato del perché si cita e cosa dica.
Da questi motivi, si capisce il colossale pasticcio fatto irresponsabilmente e senza il supporto di una benchè minima legge o norma che regolamenti detta utilizzazione o contrattualizzazione di personale avvviato dalla Regione in progetti di pubblica utilità/socialmente utili (LPU/LSU per capirci).
Da tutto questo ginepraio si fà passare la logica che un qualunque lavoratore, magari “sostenuto e caldeggiato”, a seguito di semplice istanza può richiedere per la “mancata contrattualizzazione da parte dell’Ente utilizzatore, il trasferimento dal Comune di Locri a questa ASP con contestuale contrattualizzazione”!!! Ma così non è!
Non riusciamo a capacitarci e allora chiediamo: la contrattualizzazione è una facoltà del lavoratore oppure è regolamentata da leggi dello Stato o della regione? E se cosi è, queste due lavoratrici sono le uniche, anche con qualifiche diverse, a non essere state contrattualizzate dagli Enti gestori nell’ambito della provincia? Perché non si fa un atto complessivo e si regolamenta a dovere la questione mettendo tutti in pari condizioni?
Inutile poi soffermarsi sul fatto che l’ASP di Reggio Calabria non ha: atto aziendale, non ha dotazione organica, non è mai stato redatto un piano per le assunzioni, non è mai nemmeno stato tentato un progetto di razionalizzazione del personale (se non estemporanei ordini di servizio a soddisfacimento di “esigenze” particolari), per non parlare della mancanza dei bilanci consuntivi motivo per cui la Regione non ha assegnato 250 milioni per ripianare il debito. Tutto questo mentre si concede nulla osta a due unità solo a seguito di loro esplicita richiesta, non specificando tra l’altro in quale servizio, ufficio o unità operativa sono assegnate e a quali carenze (??? Centoventi assistenti sociali in servizio) vanno a supplire indicando invece, genericamente, un trasferimento presso l’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria. Ora fermo restando il rispetto dovuto e doveroso alle lavoratrici interessate, non può essere che si adottino tali atti in spregio a norme e regolamenti.
Saremo dei nostalgici, ma noi ancora oggi, siamo tra quelli che pensano che nella pubblica amministrazione si acceda a seguito di pubblico concorso, con procedure legali e trasparenti, non con sotterfugi e imbrogli.
Alla luce di tutto quanto sopra esposto, con la presente si chiede di sapere, ai sensi della legge n.241/90, chi è il responsabile di tale procedimento nonché rilascio di copia conforme di tutti gli atti inerenti la pratica in questione .
Si chiede altresì l’immediato annullamento della deliberazione n.223 del 5.7.2016, significando che qualora non ricevessimo entro cinque giorni formale comunicazione scritta dell’avvenuto annullamento, saremo costretti – conclude la nota – ad adire le competenti Autorità”.