(ph. Enzo Lacopo)
di Francesca Cusumano
LOCRI- “La legalità non ha appartenenza politica: legge Lazzati, risultato raggiunto o occasione sprecata”? è stato il tema dell’incontro- dibattito svoltosi questa sera nella piazza dei Martiri, promosso dalla lista n° 1 “Impegno e Trasparenza” con Antonio Cavo candidato a sindaco, una tematica di notevole spessore che non poteva non essere affrontata da Romano De Grazia, presidente onorario aggiunto Corte di Cassazione, nonchè presidente del Centro Studi Lazzati ed artefice del testo originario della stessa legge che vieta ai cosiddetti “sorvegliati speciali” che hanno subito delle condanne per gravi reati, di fare campagna elettorale.
Ad introdurre l’incontro (tenutosi in contemporanea a quello in piazza Nassirya con il governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti a supporto della lista n° 2 Tutti per Locri), il candidato a sindaco Antonio Cavo ha definito “imprenscindibile” la questione che di lì a poco si sarebbe analizzata, in un momento così importante per la Città locrese, protagonista delle elezioni amministrative del 26 e 27 maggio prossimi. <<La specifica tematica- ha premesso Cavo- non è connessa a questa tornata elettorale, per parlare di questo non potevamo non invitare De Grazia, uomo di legge che ha fatto dell’impegno civile un impegno di vita; il suo è un atto concreto che è riuscito a realizzare, la Legge Lazzati è un atto amministrativo che contrasta una stortura del nostro ordinamento>>. Quindi, la parola al Giudice Emerito di Cassazione, un uomo che non ha celato la sua gratitudine al gruppo “Impegno e Trasparenza” per esser stato chiamato a <<Parlare con la mia sinistra>> di legalità ed è stato proprio il Centro Studi Lazzati come spiegato da De Grazia, ad essersi posto il problema del ripristino della legalità all’interno delle Istituzioni, senza parate o manifestazioni spettacolari, predisponendo uno strumento normativo per battaglie concrete. Una battaglia la sua, iniziata nel lontano 1993, dopo la strage di Capaci e di Piazza Amelio, dopo che la delinquenza aveva dato segnali palesi di infiltrazioni nelle Amministrazioni Pubbliche. <<Nel 1993- ha detto – abbiamo elaborato questa legge, siamo andati a San Luca, quando recarsi lì significava rischiare veramente, abbiamo detto ai pregiudicati che attraverso tale legge non potevano trovare consensi e lo sanno bene i politici che parlano di legalità sui palchi. La commissione regionale antimafia distribuisce pillole anti ‘ndrine>>. E riprendendo una frase di Giovanni Falcone <<Gli uomini muoiono, le idee restano>>, De Grazia ha reso opportuno aggiungervi <<Camminano con le gambe dei più giovani>>, in riferimento anche alla giovane Maria Grazia Messineo (presente nel parterre) referente locridea del Centro Studi Lazzati, militante del Pd sidernese e del movimento pro Renzi, per aver risposto fin da subito al primario obiettivo di affermare un principio di diritto. Una norma agile, dirompente della quale la legalità non ha bandiere di partito ma risulta essere il fondamento del sopravvivere della società, una norma a detta di De Grazia capace di incutere e agevolare il panico <<Fa paura ai politici di pochi scrupoli>>. Di recente, anche il Movimento 5 Stelle ha presentato al Parlamento nel suo testo originario la Legge Lazzati, la cui eventuale approvazione consentirà di colpire direttamente i responsabili del reato senza sciogliere direttamente i consigli comunali, perchè lo scioglimento per il presidente onorario aggiunto della Corte di Cassazione è <<Un provvedimento iniquo che colpisce buoni e cattivi>>. E poi <<La mafia si combatte in trincea, non nei salotti, spero che dalla martirizzazione di Locri, parta un grido di riscatto per cambiare. Abbiate il coraggio di dire basta ai parolai e di sostenere la Legge Lazzati>>. Tra gli intervenuti anche il candidato Pino Mammoliti che nell’elogiare la personalità di De Grazia, definendola “merce rara”, non ha esitato a richiamare l’attenzione su un Consiglio regionale dimezzato e su facili demagogie del presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti e di come sarebbe corretto che alla Legge Lazzati venisse associata la Legge Rognoni La Torre (che condanna il reato di associazione di tipo mafioso) anche per i vertici collusi del sistema politico.