di Franco Crinò*
Il passaggio del voto per il Consiglio Metropolitano ha visto in qualche caso una tensione esagerata nella “ caccia “ al voto. In politica sono diffusi i casi di chi paga dei surplus di vario genere per fare carriera, ma in questo passaggio della nostra provincia facciamo affidamento sulle tante tensioni sane, dedicate all’impegno di dare risposte ai moltissimi problemi che investono il territorio reggino.
Abbiamo partecipato attivamente a questa fase – formazione della lista, raccolta delle sottoscrizioni, “narrazione“ ( tanto per usare una parola in voga ) degli obiettivi – ben coordinata da Alessandro Nicolò, che dirige l’Ufficio di Forza Italia delle Città Metropolitane, anche per analizzare e sconsigliare presenze e strategie che erano state “studiate“ altrove per stare in contrapposizione con chi si spende sempre con coerenza su questa sponda politica del centrodestra.
Il grande sbandamento di cui era divenuta preda Forza Italia a due giorni dalla scadenza della presentazioni delle liste poteva volgere del tutto al peggio se non ci fosse stato questo senso di responsabilità, ma poteva anche rimettersi in asse, si potevano prendere il terzo ed il quarto seggio, se in sede di voto non fossero state fatte scelte che non si riesce ad accettare. Adesso, bisogna prendere quanto c’è di positivo, la conferma del radicamento di Domenico Giannetta e l’inatteso e prezioso risultato di Eduardo Lamberti Castronuovo, che pure, non più tardi di due mesi fa, non aveva nascosto, con onestà intellettuale, lo scarso appeal che Forza Italia esercitava nei suoi confronti e non si possono non ringraziare i candidati e gli elettori che hanno fatto il proprio dovere correttamente.
In una situazione come questa attuale, disgregata e, soprattutto, “nemica“ del sud, un partito che voglia svolgere il ruolo di servizio che gli compete, non può vivere di illusioni e nel caso di Forza Italia, che non può più contare sulla presenza costante di Berlusconi, deve sapere che non ha più una polizza che la faccia durare sempre e comunque. E’ necessario riannodare le fila di un discorso programmatico che renda Forza Italia attraente, come un’organizzazione capace di sostenere i cittadini sul terreno dei diritti, a partire da quelli del lavoro, della sicurezza, delle libertà.
Nessuno creda alla fine di questa area politica, se è vero come è vero che, nonostante gli errori, rimane un riferimento, fors’anche decisivo, se ci sarà una nuova legge elettorale (sappiamo tutti che l’Italicum verrà cambiato ) e un contesto nuovo che incoraggiano la partecipazione. Nessun evento politico può essere escluso a priori, lo abbiamo imparato, ma novità prossime, sconvolgenti e diverse dal tripolarismo che si è insediato oggi in Italia non ne vediamo.
Il punto è, tornando a Forza Italia di Reggio Calabria, che non si può procedere di decadenza in decadenza, senza il ravvivamento del percorso politico. Anzi, ci si può sfaldare e rinascere, ma, onestamente, restare fermi o far finta che non è successo nulla, che quello che serve è solamente dichiarare la vicinanza ad un consigliere regionale, significa in Forza Italia (e per Forza Italia) voler seguire la rotta sbagliata.
*: ex senatore
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