fotoservizio di Enzo Lacopo
LOCRI- Un tempo, quando motofalce e imballatrice non esistevano, l’erba veniva tagliata a mano con la falce e il fieno secco portato nei fienili con la gerla (la garbina).
E mentre gli uomini tagliavano l’erba nei prati con la falce, era compito delle donne caricarsi la “garbina” piena di fieno sulle spalle e portarla nel fienile. Con l’automatizzazione il carico si è ridotto, ma rimane lo stesso un duro lavoro che viene effettuato completamente sotto il sole.Nonostante il tempo incerto, l’associazione l’Aratro ha presentando la seconda “Festa della fienagione nella Locride”. Trattori, falciatrici, imballatrici e un carro di legno con delle ruote molto antiche sventolando la bandiera dell’associazione hanno offerto a tutti, una scenografia ideale per video e foto ricordo. Verso le dieci finalmente si inizia, cominciando dalla falciatura dell’erba con antiche e vecchie attrezzature, si è quindi proseguito con la realizzazione della “manna” eseguita da alcuni anziani che hanno rivissuto in un giorno di festa ricordi di vita vissuta; percorrendo il tempo si è giunti alla “cascia” fatta di legno dove con l’aiuto del filo di ferro, il fieno è diventato una balla più grande e compatta. Si è proseguito con i mezzi dei giorni nostri, raccoglitori e imballatrici trainati da trattori che disponendosi in fila hanno creato uno scenario suggestivo e interessante agli occhi di tutti gli appassionati e partecipanti. Non è mancata come vuole la tradizione, intorno a mezzogiorno, quella che inizialmente doveva essere una colazione speciale a base di prodotti tipici calabresi, che si è consumata come un vero e proprio pranzo condiviso da tutti al suono di tarantella. <<L’obiettivo dell’associazione – ha detto il presidente Francesco Lacopo – è quello di recuperare e rivivere i vecchi mestieri che erano le sole risorse delle famiglie, con la speranza di coinvolgere sempre più persone a queste iniziative che hanno fatto solo bene al nostro territorio>>.