DAL CENTRO STUDI LAZZATI RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO LA SEGUENTE NOTA STAMPA:
Il Centro Studi Lazzati intende ribadire le motivazioni della propria presenza al dibattito pubblico “Democrazia interrotta”, svoltosi a San Luca il 2 giugno e avente come tema la Legge 164/91 sullo scioglimento dei consigli comunali per infiltrazione mafiosa. Provvedimento, questo, scaturito dalle logiche emergenziali che hanno contraddistinto gli anni ’90 e volto a dare una risposta forte alla prepotenza mafiosa che, specie nei piccoli centri, comprime non poco la democrazia.
Purtroppo, a distanza di circa vent’anni dall’emanazione del c.d. “decreto Taurianova”, che ha introdotto nel nostro sistema il provvedimento in questione, l’emergenza non sembra rientrata. Troppe le realtà “contaminate”, tant’è che da allora, specie negli ultimi anni, una pioggia incessante di decreti di scioglimento si è abbattuta su circa 60 comuni calabresi, affogando spesso qualsiasi loro speranza di sviluppo futuro, sociale ed economico.
Lo scioglimento delle assemblee elettive per infiltrazioni mafiosa “non esige né la prova della commissione di reati da parte degli amministratori, né che i collegamenti tra l’amministrazione e le organizzazioni criminali risultino da prove inconfutabili; sono sufficienti, invece, semplici “elementi” ( e quindi circostanze di fatto anche non assurgenti al rango di prova piena) di un collegamento e/o influenza tra l’amministrazione e i sodalizi criminali, ovvero è sufficiente che gli elementi raccolti e valutati siano “indicativi” di un condizionamento dell’attività degli organi amministrativi e che tale condizionamento sia riconducibile all’influenza ed all’ascendente esercitati da gruppi di criminalità organizzata”.
Si tratta di un provvedimento generalizzato e, per questo, iniquo come ha avuto a dire più volte il giudice di Cass. Romano De Grazia, che non fa distinzione tra rappresentanza eletta democraticamente e rappresentanza eletta con “metodo mafioso”. Oggi, però, è l’unico strumento che la legge prevede per fronteggiare la commistione mafia-politica. Uno strumento repressivo che, allo stesso tempo, condanna e isola ingiustamente un’intera realtà sociale, a cominciare dai più giovani che, come abbiamo avuto modo di constatare personalmente a San Luca, sono tanti e in tanti vorrebbero alzare la testa, prestare il proprio impegno civile e far ripartire la propria comunità all’insegna della democrazia e dei principi della Costituzione.
Siamo stati a San Luca per portare un messaggio di legalità proprio ai più giovani e per manifestare loro tutta la nostra vicinanza, così come fatto con i giovani di Platì, e per informare gli amministratori scesi in piazza che non serve inventarsi una nuova strategia. Il disegno di Legge Lazzati è uno strumento che se varato senza le anomalie aggiunte in sede parlamentare, rappresenta l’unico valido strumento dagli effetti deterrenti, alternativo allo scioglimento dei consigli comunali. La legge Lazzati interviene prima della formazione dell’assemblea elettiva, quindi, va a prevenire lo scioglimento e la morte civile e morale di un intero paese.
Maria Grazia Messineo
Centro Studi Lazzati – provincia di RC.