di Gianluca Albanese
CAULONIA – Il futuro dello stadio “Dicone” di Caulonia è nelle mani della Stazione Unica Appaltante. Sarà l’organismo provinciale che disciplina e decide l’assegnazione dei lavori delle opere da realizzare, infatti, che attraverso lo strumento dell’appalto integrato dovrà, nello spazio di pochissimi mesi, dare un senso al finanziamento della Provincia di Reggio Calabria che due anni e mezzo fa decise di destinare le risorse per la realizzazione del centro sportivo con annessa palestra che prenderà il posto dell’ormai vetusto stadio cittadino.
Una conclusione scontata, questa, se si pensa che il Comune di Caulonia ha deciso, da tempo, di aderire alla Suap e di sottoporle gli appalti superiori alla soglia di 150.000 euro, ma il Consiglio che si è appena concluso ha messo ancora una volta in evidenza i continui rimpalli di responsabilità tra maggioranza e opposizione e, nel corso della discussione, sono emersi degli spunti razionalmente inimmaginabili, come la paventata possibilità di appaltare i lavori in deroga per accelerare i tempi. Un’ipotesi, quest’ultima, che avrebbe di fatto sconfessato la stessa adesione alla Suap che avrà pure i suoi tempi e che ha eccepito la mancanza dei calcoli inerenti la stabilità del prefabbricato modulare previsto nell’opera, ma alla quale bisogna sottostare una volta che vi si aderisce.
Il punto è che sono emerse, ancora una volta, le differenti esigenze e priorità di chi siede sui banchi del Consiglio.
L’ex assessore provinciale Attilio Tucci, infatti, rivendica una vera e propria primogenitura sul finanziamento dell’opera che risale ai tempi in cui era un inquilino del palazzo di via Foti, poi confermato dall’attuale giunta Raffa. L’amministrazione, dal canto suo, evidenzia come la mancanza dei calcoli di stabilità sul prefabbricato messa in risalto dalla Suap impedisca, di fatto, di affidare i lavori. Non è un caso che, ad apertura dei lavori, il sindaco Riccio abbia chiesto e ottenuto dal presidente Lia di incontrare separatamente il capogruppo dell’opposizione Mercuri e il segretario comunale Ientile. E così, mentre i tre discutevano brevemente in camera caritatis, Tucci tradiva qualche segnale di nervosismo. Al ritorno in aula, il sindaco Riccio ha dapprima premesso l’assoluta necessità di affidare tutto alla Suap che compie una verifica a monte sulla “pulizia” delle ditte affidatarie e sull’assenza di legami delle stesse con ambienti malavitosi «Perchè con l’andazzo attuale – ha spiegato – nei palazzi delle istituzioni si respira un’aria pesante. Un clima – ha proseguito Riccio – che non giova nemmeno a chi non ha nulla da temere e nemmeno sa cosa sia la ‘ndrangheta». Insomma, ragioni di prudenza ed opportunità sembrano essere alla base della scelta, anche se Tucci, nel chiedere che «Sullo scioglimento dei Comuni per mafia il Consiglio possa convocarsi per discuterne e prendere una posizione ufficiale sulla questione» ha eccepito come le regole vadano sempre rispettate «E non si faccia – ha detto – come ha deciso l’amministrazione nella lotta contro il randagismo, quando ha affidato l’appalto in maniera diretta per aumentare la destinazione delle risorse in corso d’opera». E’ solo l’inizio del botta e risposta. Già perchè mentre Tucci ha sostenuto pure che «Già nel dicembre del 2010 l’amministrazione avrebbe dovuto fornire il progetto completo di calcoli, visto che le somme del finanziamento erano state iscritte a bilancio», mentre l’assessore Dimasi ha risposto che «La firma della convenzione con la Provincia che disciplina il trasferimento delle somme finanziate risale a gennaio del 2013 e prima di allora non si potevano dare in appalto i lavori». Una tesi, quest’ultima, fortemente contestata dall’opposizione, secondo la quale i calcoli e il progetto integrato si potevano fare tranquillamente prima, con Domenico Campisi che ha detto a chiare lettere che «c’è qualcosa che non va in questa amministrazione che continua a palesare macroscopiche deficienze». Nel lungo dibattito si è sentito di tutto, comprese le ipotesi di eludere la Suap e optare, a rischio e pericolo del Consiglio per un affido diretto o la presunta impossibilità da parte della Suap di procedere ad un appalto integrato, tanto che l’unica via percorribile sarebbe stato fornire, a carico del Comune, i calcoli di stabilità del prefabbricato alla Suap per colmare le lacune del progetto dalla stessa evidenziate. Alla fine, come detto, ha avuto la meglio il buonsenso, e quindi tutto passerà in mano alla Suap. Non prima, però, dell’ennesimo scambio di accuse tra le parti. Il capogruppo di opposizione Mercuri, infatti, «L’origine di tutte queste inefficienze sta nella mancanza di volontà politica da parte dell’amministrazione che non sa nemmeno vigilare sul buon funzionamento di alcuni uffici comunali di primo piano», mentre Tucci, nell’auspicare meno pressappochismo per le scelte future dell’amministrazione ha ribadito che «I calcoli di stabilità si potevano fare benissimo per tempo, contestualmente alle numerose varianti del progetto originario che sono state votate perchè – ha concluso – stasera pur votando favorevolmente, continuiamo a disapprovare il metodo adottato». L’ultima parola è toccata al sindaco Riccio che ha detto a chiare lettere che «Nel 2010 quando l’opera fu finanziata, Attilio Tucci era assessore provinciale e capogruppo di maggioranza in consiglio comunale, ecco perchè le principali responsabilità sono sue».