di Sebi Romeo*
L’ennesimo atto intimidatorio di cui è rimasto vittima il presidente del Parco nazionale d’Aspromonte, Giuseppe Bombino, rappresenta la pericolosa condizione dentro cui cittadini, forze sociali ed economiche, amministratori sono ormai costretti ad operare quotidianamente. Ancor più profonda, questa volta, la gravità del gesto subito perché le chiarissime minacce di morte si accompagnano alla copia di un articolo di giornale relativo alla decisione del Parco nazionale di costituirsi parte civile nei processi contro la ‘ndrangheta dell’Aspromonte. Una scelta netta che fa parte di un complesso progetto di risanamento, volto alla legalità e contro la sopraffazione mafiosa, che il presidente Bombino ha messo in campo con coraggio e determinazione, non mutando i suoi intenti nemmeno dopo i primi atti intimidatori subiti. Anche quest’ultimo, ne sono certo, non sortirà alcun effetto rallentatore. Mi auguro che possano essere assicurati alla giustizia, quanto prima, gli esecutori di tali violenti gesti affinché l’ente Parco possa tornare ad operare in piena tranquillità, raggiungendo i suoi obiettivi e seguendo il percorso intrapreso, pienamente condiviso dall’intera comunità calabrese onesta e civile.
Al presidente Bombino la mia vicinanza e solidarietà, nonché la conferma della mia disponibilità ad affrontare insieme i problemi del Parco nazionale d’Aspromonte contro ogni forma di violenza e illegalità.
*: capogruppo del Partito Democratico in consiglio regionale
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