di Gianluca Albanese
BOVALINO – Una notizia di quelle che ti riempiono il cuore. La bovalinese Deborah Cartisano è stata nominata, di recente, responsabile dell’associazione Libera per tutta la Locride.
Un giusto riconoscimento che il sodalizio, nato nel 1995 per la ferrea volontà di don Luigi Ciotti di diffondere la cultura della legalità e dell’antimafia mettendo in rete tante realtà associative fino a quel momento non coordinate tra loro, ha inteso riconoscere alla giovane che vent’anni vedeva scossa la sua serena esistenza dal rapimento del padre Lollò, l’ultimo della stagione dei sequestri di persona in Aspromonte, il cui cadavere venne ritrovato solo dieci anni dopo ai piedi di Pietra Cappa, la vetta che Cartisano amava particolarmente e che era meta di numerose escursioni. Già negli anni ’90 Deborah Cartisano divenne un simbolo del risveglio culturale di una zona che prima di allora aveva solo subito in silenzio il giogo dell’oppressione mafiosa. E soprattutto riuscì a concretizzare il proprio impegno mettendosi al servizio di associazioni impegnate nella diffusione di una nuova cultura civica, vero e proprio pilastro della lotta per una società migliore, insieme all’azione repressiva di magistrati e forze dell’ordine. Oggi, arriva questo riconoscimento personale che però Deborah intende interpretare come occasione di ancora maggiore coinvolgimento di tutte quelle importanti figure del comprensorio da anni impegnate per la costruzione di una Locride migliore, dal suo predecessore Francesco Rigitano, a Mario Congiusta, alla locrese Stefania Grasso e a Liliana Esposito Carbone, madre di Massimiliano, ucciso a metà dello scorso decennio per una notte d’amore che generò una paternità da altri mal digerita. Proprio Deborah Cartisano e Liliana Esposito Carbone sono state presenti, ieri pomeriggio a Bova, alla presentazione del libro “Calabria Ribelle” di Giuseppe Trimarchi (Città del Sole edizioni) insieme alla locale amministrazione comunale, allo studioso ed ex ufficiale dell’Arma Cosimo Sframeli e al magistrato Francesco Mollace.