(foto e video di Enzo Lacopo)
di Francesca Cusumano
LOCRI- A distanza di un anno dalla manifestazione di mobilitazione a difesa dell’Ospedale, in cui oltre 10mila persone avevano invaso le strade cittadine per dire NO al suo smantellamento e depotenziamento, un nuovo sit-in democratico, il “SANITA’DAY” è in programma sabato mattina 22 ottobre, con ritrovo alle ore 9,30 davanti Palazzo di Città per poi proseguire e concludersi presso l’Auditorium Diocesano.
Una nuova occasione per ribadire ancora una volta, l’assenza di interventi da parte degli organi competenti, malgrado le continue segnalazioni, che hanno emarginato l’unico e solo presidio ospedaliero di un territorio che vanta circa 200mila abitanti, ridotto ad una sorta di poliambulatorio, con la scomparsa di numerose prestazioni che, fanno pensare ad una prossima chiusura del nosocomio con inevitabili ripercussioni sui cittadini.
Un sit-in senza comizi, a difesa di un diritto sancito dalla Costituzione (l’art.32), i cui dettagli sono stati illustrati nella tarda mattinata odierna, nel corso di una conferenza stampa tenutasi nella sala consiliare del Comune, alla quale hanno partecipato alcuni primi cittadini, il vescovo Francesco Oliva, personale medico, rappresentanti sindacali e componenti del Consiglio Comunale locrese.
Ad aprire i lavori, è stato il sindaco di Locri Giovanni Calabrese che, ai presenti ha spiegato come a distanza di un anno, non siano stati avviati interventi tangibili a tutela del sistema Salute con l’aggiunta di ulteriori criticità, ennesima mortificazione per il popolo della Locride; nè, nessuna notizia è pervenuta dopo la cessazione dell’Ospedale di Siderno e della sua riconversione in Casa della Salute <<Abbiamo deciso con altri sindaci e sindacati, di riorganizzare un altro evento di riflessione per far capire che la Sanità non funziona, l’Ospedale è prossimo alla chiusura, i medici continuano a lavorare in situazioni complesse. I concorsi banditi per l’occupazione dei posti vacanti dei primari, ad esempio, non sono stati portati avanti. Oggi i cittadini continuano a lamentare l’assenza di un presidio ospedaliero. Questo non è un Ospedale, l’articolo 32 non viene riconosciuto. Da qui, la motivazione di ritrovarci sabato prossimo 22 ottobre davanti Palazzo di Città; al corteo, che si dirigerà all’Auditorium Diocesano, hanno dato la loro adesione tutti i sindaci, associazioni, medici, sindacati e naturalmente, il vescovo Francesco Oliva>>.
Proprio all’Auditorium, sarà proiettato un video che metterà a confronto l’Ospedale di ieri con quello che è diventato oggi; a seguire, testimonianze di studenti e del vescovo.
Inoltre, Calabrese ha anticipato che sarà elaborato un documento, indirizzato al prefetto di Reggio Calabria con la richiesta di convocare un Tavolo di Concertazione<<L’Ospedale così non ha motivo di esistere-ha incalzato il sindaco- o vengono apportati correttivi o meglio chiudere>>.
Per il sindaco di Siderno, Pietro Fuda, se non si conviene alla soluzione della massa debitoria prodotta dall’Azienda Sanitaria Provinciale, la situazione della Sanità continuerà ad essere ingestibile e insostenibile <<Non si può decollare-ha chiosato- con un debito che non si può quantificare>>.
In qualità di primo cittadino di Gioiosa Jonica e consigliere della Città Metropolitana, Salvatore Fuda, ha parlato di Territorio e Ospedale come problemi legati tra di loro <<Il dialogo tra politici e commissariamento non esiste più. La mobilitazione popolare è indispensabile, l’auspicio è che con il documento redatto, possano essere rivendicate almeno puntualmente, le questioni fondamentali. L’ambiente che si respira nell’Ospedale è di grande sfiducia>>.
<<Le problematiche-è intervenuto il sindaco di Careri, Giuseppe Giugno– sono alla vista di tutti; ad esempio, se per una mammografia i tempi di attesa sono di sei/ sette mesi, allora c’è qualcosa che non funziona, bisogna far capire a chi governa che qualcosa deve cambiare, non si può tornare ogni anno a manifestare, abbiamo sempre chiesto che l’Ospedale di Locri venisse riconosciuto come Spoke. L’Ospedale è di tutta la Locride, lotteremo con forza, affinchè ritorni quello che era, Ospedale Spoke come riconosciuto dalla Regione Calabria>>.
Giuseppe Zampogna, primario del Pronto Soccorso locrese e vice presidente dell’Ordine dei Medici della Provincia di Reggio Calabria, ha analizzato il contesto ospedaliero, facendo riferimento ai 10 posti di Chirugia e ai 20 /25 posti di Medicina <<Il malato-ha sostenuto-purtroppo, rimane indifeso. I pazienti vengono sottoposti a un viaggio continuo. La gente emigra altrove per curarsi, spero che si possa partire da una sana sanità; da soli non si va da nessuna parte, insieme si può costruire qualcosa per l’interesse della Salute>>.
<<Spesso chi si è occupato di Sanità-ha evidenziato il vice sindaco di Locri, Raffaele Sainato– poco capiva, solo i medici possono suggerire quali azioni possono essere condotte. La manifestazione del 22 ottobre, mira a unire le forze, andando alla soluzione del problema>>.
Nuccio Azzarà, segretario provinciale della Uil/Fpl, ha definito la manifestazione in programma “un grido di dolore della gente, non una passerella politica “ <<Bisogna avere consapevolezza del momento-ha dichiarato- questa manifestazione è necessaria per mantenere viva la speranza. Bisogna mantenere il Diritto alla Salute che viene negato ai cittadini. Il posto dove si va a curare la gente dovrebbe essere il più sicuro, cosa che ad oggi non è. È trascorso inutilmente un anno senza dare risposte alla gente, la situazione è peggiorata, per un taglio del tendine si muore. Questa manifestazione è una continuità della nostra azione di sindacato. Se ci fosse stato Franco Fortugno, sempre al nostro fianco nelle battaglie intraprese,forse alcuni problemi li avremmo risolti. L’Ospedale non esiste se non esiste sinergia del territorio, non ci può essere Sanità se non c’è Prevenzione. La manifestazione sarà un punto importante di un percorso che dovrà essere l’inizio, altrimenti posti come questi,rischiano di diventare un pericolo>>.
Di accesso ai servizi sanitari attraverso validi investimenti sul campo della viabilità, ne ha parlato nelle sue conclusioni, il vescovo Francesco Oliva <<Il Diritto alla Salute va tutelato, soprattutto per i meno abbienti. Il nostro territorio è emarginato. Chi ha problemi di salute, difficilmente può raggiungere altre strutture se la nostra, rischia di essere chiusa. Lavoriamo per l’unità del nostro territorio. Mi auguro che quella del 22, possa essere un’opportunità di crescita della partecipazione civile>>.
L’ESCLUSIVO VIDEO INTEGRALE DELLA CONFERENZA STAMPA