di Antonella Scabellone
LOCRI-Al processo Recupero-Bene Comune, che si sta celebrando davanti al Tribunale di Locri, e che vede alla sbarra 54 persone ritenute appartenenti a vario titolo al clan Commisso di Siderno, è stata oggi la volta dei testi della difesa dei fratelli Figliomeni, titolari della ditta Ecoambiente srl, e del geometra Massimo Pellegrino.
Per i primi, su richiesta degli avvocati Francesco Commissso e Loiacono, è venuto a deporre il consulente tecnico di parte, il Professor Monastero, che ha ricostruito la storia delle ditta con sede legale in contrada Pantaleo e capitale sociale suddiviso in cinque quote (Figliomeni Antonio, Massimo, Franco, Domenico e Tito). Il teste ha ricostruito la storia della società, attualmente sottoposta a sequestro, che si occupa di costruzioni edilizie e smaltimento di rifiuti non pericolosi, fornendo elementi a favore degli imputati, chiamati a rispondere nel processo di associazione a delinquere di stampo mafioso e intestazione fittizia di quote sociali. Il consulente ha dichiarato, in sostanza, che l’attività della Ecoambiente è stata sempre lecita, fin dalla sua nascita.
Poi è stata la volta dei testi a discarico del geometra Massimo Pellegrino, in prevalenza persone che hanno avuto rapporti d’affari con l’imputato relativamente all’acquisto di alcuni appartamenti a Siderno. I testi Girolamo Fragomeni, Remo Morabito e Domenico Racco, rispondendo alle domande dell’avvocato Giuseppe Oppedisano, hanno riferito di avere comprato de gli appartamenti sulla “carta” dal Pellegrino, quando cioè gli l’immobili erano ancora in fase progettuale e non era iniziata l’edificazione. Ciò, a dimostrare, oltre all’ attività svolta dal Pellegrino nel settore edilizio (chiamato invece a rispondere nel processo di associazione a delinquere di stampo mafioso) la perfetta regolarità delle operazioni di acquisto. I testimoni hanno infatti riferito che alcuni anni prima del rogito i futuri proprietari iniziavano a saldare ratealmente il prezzo d’ acquisto, con pagamenti tracciabili, per ritrovarsi al momento dell’atto notarile con quasi l’intero importo già pagato.
Il teste Ferraro ha invece riferito di avere costruito per conto di Pellegrino l’edificio di via Gramsci, sottoscrivendo due contratti, ma in realtà eseguendo solo uno, quello a cottimo; ha inoltre dichiarato di avere avuto sempre rapporti con il geometra e con l’altro direttore dei lavori, l’architetto Muià.
Il geometra Antonio Alvaro, che si è occupato dell’accatastamento degli immobili di via Gramsci e di via Misuraca, ha invece riferito della sua personale conoscenza di Massimo Pellegrino, fin da quando avevano iniziato insieme la pratica presso uno studio tecnico di Siderno, riferendo che l’imputato si occupava già da allora di progettazione e accatastamento, ed in seguito aveva aperto un avviato studio con incarichi da parte sia di ditte private che pubbliche.
L’udienza è stata rinviata al 5 luglio per completare l’esame dei testi della difesa di Pellegrino e iniziare ad escutere quelli a favore dell’ex sindaco di Siderno, Alessandro Figliomeni. Riguardo alla posizione di quest’ultimo il Tribunale, accogliendo le richieste di accusa e difesa, ha disposto la trascrizione di alcune intercettazioni, che, pertanto, entreranno come prove nuove nel processo