“Ho seguito personalmente tutto l’iter della liquidazione dei 690mila euro dall’ Amministrazione provinciale di Reggio Calabria alla Sogas. L’esercizio provvisorio dell’aeroporto dello Stretto, grazie ai soldi messi a disposizione dalla Provincia, è garantito per tre mesi dal punto di vista finanziario. L’ho comunicato anche ai liquidatori della vecchia società di gestione, che hanno ricevuto da noi le uniche risorse grazie alle quali lo scalo resta aperto, altrimenti – Alitalia o no – avrebbe già chiuso.
Non è stato facile reperire queste risorse e non è stato neppure facile portare a termine il mandato di pagamento, considerato che spesso le procedure burocratiche rappresentano una pericolosa palude. L’importante è capire dove si inceppa il meccanismo e andare con risolutezza a rimuovere quelle cause di blocco che appaiono inspiegabili, ma che invece hanno sempre una motivazione.
Voglio ringraziare però una parte degli uffici della Provincia, dove lavorano professionisti seri, competenti e generosi, che non badano a orari e non si tirano indietro perché vivono la loro esperienza all’interno della pubblica amministrazione con la piena consapevolezza di operare per il bene comune.
Tengo a precisare che le ultime risorse che abbiamo messo a disposizione consentiranno di garantire tre mesi di esercizio provvisorio. Abbiamo fatto il massimo ma al momento, al di là delle dichiarazioni di intenti, a parte noi, nessuno ha mosso un dito. E infatti senza le risorse della Provincia – è bene ribadirlo fino alla noia – l’aeroporto avrebbe già chiuso. Questa non è un’affermazione di parte, questo è ciò che ha scritto il Tribunale fallimentare e sfido coloro che stanno facendo politica sulle spalle dei cittadini e degli utenti dell’aeroporto a smentire ciò che è messo nero su bianco in una sentenza della Magistratura.
Oggi, grazie all’ Amministrazione provinciale, a Reggio Calabria si continua a volare. Il nostro senso di responsabilità è prevalso, ancora una volta, su qualsiasi calcolo politico o personale ma fin d’ora è bene che l’opinione pubblica, i cittadini, i passeggeri del “Tito Minniti” sappiano chi ha lavorato e versato le risorse per salvare lo scalo e chi, invece, ha lavorato in direzione opposta, per valorizzare altri aeroporti e per la chiusura dell’infrastruttura più importante della Città metropolitana.
C’è un disegno chiaro contro il “Tito Minniti” e, come gli organi d’informazione hanno puntualmente riportato, sono almeno due anni che lo denuncio pubblicamente. Troppe manovre spregiudicate, troppo squilibrio nella ripartizione delle risorse, troppe omissioni e ritardi da parte degli altri soci. In altri centri di potere della Calabria si è agito dolosamente per valorizzare altri interessi, a Reggio invece ci si è appiattiti per rispettare ordini di scuderia politica, senza neppure rendersi conto che in questo modo si sarebbe affossata la città.
Ci viene rimproverato di aver speso troppe risorse per l’aeroporto di Reggio Calabria. Come Amministrazione provinciale, se questa è la nostra colpa, allora ne siamo orgogliosi. Ce ne assumiamo la responsabilità politica, come peraltro aveva fatto il nostro predecessore Giuseppe Morabito: abbiamo finanziato e coperto le perdite dell’aeroporto per garantire un servizio pubblico essenziale. Gli altri non l’hanno fatto. Sarà loro cura spiegarlo ai reggini che noi abbiamo difeso da soli, con i fatti e non a chiacchiere”.
a.l./