MARINA DI GIOIOSA – La notizia della restituzione di un’offerta, da parte del parroco e del vescovo Oliva, che era stata fatta da una ditta considerata contigua alla ‘ndrangheta e pari a diecimila euro per riparare una chiesa di Bovalino, ha suscitato reazioni positive un po’ in tutta Italia, perché segna un’inversione di tendenza nel rapporto tra Chiesa e criminalità organizzata, che nel passato – anche recente – ha conosciuto momenti di ambiguità.
Ora, invece, l’aria è diversa, specie se si pensa al giro di vite operato sempre dal vescovo Oliva sul consiglio parrocchiale di Platì, del quale il presule ha stigmatizzato alcune recenti esternazioni.
Tra i commenti pervenuti alla nostra redazione, c’è quello del sindaco di Marina di Gioiosa Ionica Domenico Vestito, che attraverso una nota stampa ha esternato il proprio pensiero in merito.
“Mons. Francesco Oliva – ha scritto il primo cittadino – con le sue ultime e ferme prese di posizione contro la criminalità mafiosa ci indica, con tenacia e speranza, l’unica strada percorribile nei nostri territori: quella della coerenza e della distanza da ogni forma di convivenza con i clan. – Con queste parole il Sindaco di Marina di Gioiosa Ionica, Domenico Vestito, ha espresso, a nome dell’Amministrazione Comunale, vicinanza e condivisione del cammino di liberazione percorso dal Vescovo di Locri-Gerace. “La Chiesa di Locri, nella tradizione ultraventennale, avviata da Mons. Ciliberti e proseguita con forza profetica da Mons. Bregantini, ancora una volta si pone come sentinella e guida nella rotta di affrancazione dalla logica ‘ndranghetista. Bene ha fatto Mons. Oliva, e noi siamo al suo fianco, nel non tentennare e nel non vacillare. Ogni sottovalutazione e ogni silenzio non fanno altro che accrescere un clima di compromesso sordido, che porta linfa alle ‘ndrine. Nelle scelte di Mons. Oliva vediamo concretizzarsi gli appelli dei Papi e le parole di Paolo Borsellino, che facciamo nostre e rilanciamo insieme al nostro Vescovo: “La lotta alla mafia abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo di libertà che si contrappone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”.
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